Alla scoperta dello Stato di Singapore – Di Nadia Clementi
Parliamone, perché questo è «il quarto centro finanziario del mondo»
Ne parliamo, perché viaggiare non è solo uno svago fine a se stesso, ma apre la mente permettendoci di conoscere nuove persone e stili di vita diversi dai nostri.
Soddisfa la nostra innata curiosità e ci regala una più realistica conoscenza del mondo in cui viviamo. Lo si può fare senza dover spendere cifre esorbitanti, bastano solo un po’ di organizzazione e spirito di adattamento, oltre che, naturalmente, un pizzico di fantasia e una dose sufficiente di sete d’avventura.
Chi pensa che sia una prerogativa per chi se lo può permettere si sbaglia di grosso. Coloro che viaggiano per piacere e non per lavoro, non sono esclusivamente le persone più abbienti, ma semplicemente le più curiose e motivate.
Far conoscere posti nuovi ai propri figli è una scelta molto importante, li aiuta ad acquisire una maggior consapevolezza del mondo e ne accresce la loro istruzione.
Fin dall’epoca classica, infatti, i popoli più ricchi di cultura erano quelli che entravano in contatto con il maggior numero di Paesi, sia per motivi bellici che economici.
Al giorno d’oggi, invece, l’utilizzo di internet permette di raggiungere velocemente qualsiasi posto della terra, ma non potrà mai sostituire la bellezza di un viaggio vissuto direttamente.
Pertanto consiglio di spegnere il computer per intraprendere con i propri ragazzi un‘interessante vacanza culturale e non solo…
La meta che abbiamo scelto di proporvi è la visita nel quarto centro finanziario del mondo: lo stato di Singapore.
Questa decisione è stata dettata dalla curiosità di comprendere gli usi e i costumi delle popolazioni asiatiche, documentazioni e statistiche dimostrano che hanno qualcosa da insegnarci.
Iniziamo con il dire che dista circa tredici ore di volo dall’Italia ed è situato nella parte insulare del sud-est asiatico.
Le lingue nazionali sono il malese, il cinese mandarino e il tamil. Ma la maggior parte degli abitanti parla bene anche l’inglese.
Singapore
Un vero miracolo economico, la città gode di buone infrastrutture, di ottime reti di comunicazioni: internet viaggia in tutto il mondo a velocità istantanea grazie a sistemi wireless e wi-fi tecnicamente evoluti.
Inoltre è presente un’efficiente rete di trasporti. Mezzi pubblici, metropolitana e taxi permettono una viabilità urbana quasi perfetta, il tutto ben regolato, non dai vigili ma da validi dispositivi informatici stradali.
Come i campanelli per la chiamata del servizio taxi, pressoché immediata, a costo del biglietto di un autobus.
Lo status sociale della popolazione è medio alto. La disoccupazione è minima, grazie soprattutto a una fiorente attività economica legata in particolare all’esportazione del settore manifatturiero (elettronica), alla raffinazione del petrolio, alla chimica, l’ingegneria meccanica e biomedica.
Singapore è anche centro di servizi finanziari, dell’aviazione, del turismo, dei congressi, dello sport.
La presenza di queste molteplici attività crea occupazione per migliaia di persone.
Questa metropoli cosmopolita gode di un basso tasso di criminalità.
Nelle vie della città, è praticamente impossibile trovare mendicanti o senza tetto. La polizia è molto attenta all’ordine pubblico e al rispetto delle leggi locali e chi non rispetta le regole è destinato a dover subire pene talvolta severissime (qui le pene corporali e la pena di morte sono ancora in vigore).
Persino le ambulanze sfrecciano nel traffico con le sirene silenziose, quasi a richiamare il rispetto all’ordine acustico.
A Singapore vi è un elevatissimo livello di scolarizzazione. I bambini studiano fin da piccoli e per molte ore al giorno.
Il tutto tutelato da un contratto sociale attraverso il quale il governo garantisce sicurezza e prosperità ai suoi cittadini.
Ma non basta. Vige uno tra i migliori sistemi sanitari del mondo e l’aspettativa di vita in questo stato raggiunge i 79 anni per gli uomini e 83 per le donne.
E’ evidente che il tenore di vita dipende interamente dal mantenimento dello status quo politico.
Dunque, Singapore domina il mondo finanziario grazie alla sua organizzazione politico-sociale. Ma deve anche il suo prestigio all’attività economica e strategica del suo porto: le flotte di petroliere e gigantesche navi da trasporto indicano la vastità degli scambi commerciali internazionali.
La nuova attrattiva turistica di questa metropoli è la baia artificiale di Marina Bay, con i suoi maestosi grattacieli, veri e propri capolavori dell’architettura moderna, che svettano superbamente dando vita a un vero e proprio luna park di luci e colori.
Qui domina il lusso e lo si vede guardando lo spettacolare e singolare edificio a tre torri, collegate in alto da una piattaforma a forma di barca, che è sede del famoso hotel Marina bay Sands, soggiorno prestigioso riservato ai paperoni del mondo.
Nelle vicinanze troneggia il Teatro Esplanade, a forma di navicella spaziale, circondato da vasti giardini in cui la bellezza di rigogliose piante, intriganti foreste e zampillanti cascate è rinchiusa in gigantesche serre a forma di cupole.
Completa la magia della baya la struttura a forma di orchidea, sede del museo di arte contemporanea.
Il tutto inserito in una splendida coreografia, linfa vitale di un economia sfrenata, orientata verso la globalizzazione, ricca e divertente.
E, come se non bastasse, ad allietare la sera ecco un’esplosione di fuochi d’artificio che con i suoi giochi di luci amplifica l’incanto di una realtà dal sapore surreale del tutto indescrivibile.
Singapore è invasa anche da numerosi centri commerciali, aperti tutto il giorno fino a mezzanotte. L’eleganza di questi immobili decanta la prosperità e l’abbondanza alla quale ambiscono tutti i suoi abitanti.
Il centro di Singapore, Orchard Rd, un vero e proprio businness del consumismo, grandi firme della moda europea, Louis Vuitton, Armani, Valentino, Missoni, Rolex, tanto per citare i soliti più noti, ostentano un sfarzo sfrenato in complessi dove l’architettura la fa da padrona. Il più prestigioso di questi propone perfino lo shopping in barca su un fiume artificiale, costruito allo scopo.
Questa è la vita di Singapore, fatta di negozi affollati di gente incurante del caro vita che si susseguono l’uno accanto all’altro, tutti in fila come eleganti soldatini alla ricerca dell’ultimo modello esposto in vetrina.
Ma Singapore offre anche una delle cucine internazionali più gustose del pianeta. La vista, l’olfatto, il tatto, il gusto e - perché no - l’udito vengono sollecitati, attraverso le vetrate delle più importanti vie della città, dove gli addetti al servizio alimentare trasformano le vetrine in vere sale-operatorie-culinarie aperte alla visione di tutti.
Passeggiando è infatti possibile osservare Chef intenti a cucinare prelibatezze di ogni genere. Il riso con pollo frammisto a enormi granchi sono le specialità del luogo.
Le cucine dei ristoranti sono esposte alla vista di tutti, così come gli artigiani e i pasticceri intenti a creare vere opere d’arte.
Nelle gelaterie volano palline di gelato di tutti i gusti, improvvisati giocolieri attraggono turisti e non, il tutto rigorosamente sottoposto a norme igieniche molto rigorose, che prevedono l’obbligo del copricapo, guanti, mascherina e divisa.
Singapore non è solo una metropoli finanziaria, ma una città in cui riecheggia un passato ben rappresentato dalla particolarità dei suoi quartieri che conservano la loro identità originaria.
Passeggiando nella Little India, è inevitabile entrare in un’atmosfera tutta particolare. Osservando i suoi abitanti e le loro dimore, semplici baracche, templi, mercati di fiori e di frutta, è facile inebriarsi dagli odori delle spezie.
Non meno particolare il quartiere arabo, nel quale donne coperte da veli e uomini in tunica incuranti dei turisti pregano davanti alla Grande Mosque.
Tutto ciò, mentre nel cuore di Singapore si espande la «piccola grande» Cina.
Chinatown, pittoresca e variopinta, in sintonia con i suoi residenti vestiti di abiti in luminosa seta colorata, che sorridono nella piazza addobbata a festa con strani amuleti, ombrelli e festoni, invasa da bancarelle stracolme di mercanzia di ogni genere, mentre ad ogni angolo sbucano grandi e piccole statue di Buddha.
L’attrattiva di Chinatown è il bellissimo tempio decorato con statuine indù.
All’interno, l’arredo prezioso, i profumi e l’incenso annunciano che si tratta del più antico luogo di culto di fede buddista.
A Singapore non si notano i grattacieli, perché è inserita nel verde, di palme giganti, di fiori di tutti i colori che trasformano la città in un giardino incantato. Molti sono i parchi urbani, il più prestigioso dei quali raccoglie più di tremila specie di orchidee.
Il territorio è costituito da riserve forestali naturali, paludi, mangrovie.
Il clima è equatoriale e la pioggia è protagonista giornaliera di tanta abbondanza terrena. Acquazzoni caldi improvvisi alimentano una natura rigogliosa e imponente, quasi a nascondere il cemento delle mega costruzioni e a evidenziare la pulizia e l’ordine della città.
I bidoni della spazzatura sono ben mimetizzati o racchiusi in opere d’arte. Inoltre, leggi molto severe proibiscono di fumare, di sporcare e persino di sputare gomma da masticare (le multe possono arrivare sino ai nostri 1.500 euro).
Tutto ciò ci rivela una città che impone divieti e rigore, non per niente Singapore è definita la «Svizzera d’Oriente».
Cultura, arte e scienza sono custodite in musei all’avanguardia che offrono ingressi liberi per ragazzi e famiglie.
E per completare l’avventura esplorativa a sud di Singapore, a solo mezzo chilometro di distanza, si trova l’isola di Sentosa. Circondata di sabbia bianca ed enormi palme, meta turistica per soggiorni balneari, è immersa nella foresta pluviale, habitat ideale per varani, pavoni, pappagalli e altri animali di origini autoctona.
Al suo interno un ampio parco di divertimenti, l’acquario e gli Universal Studios attirano visitatori da tutto il mondo.
La gente, ordinata, cordiale, corretta, sorridente e disponibile, corre freneticamente fra le vie dei suoi enormi edifici e grattacieli.
L’impressione è quella di lavoratori attenti, perfetti e instancabili all’interno di una metropoli moderna, ma al contempo antica, ambientalista, pittoresca, allegra, efficiente, ordinata: questa la principale sensazione percepita dal turista.
Un luogo dove noi tutti vorremmo vivere, ma dietro le quinte di questo incredibile scenario si muove una macchina politica di tutto rispetto, in grado di offrire al mondo uno stato da prendere come esempio per efficienza e qualità della vita.
Abbiamo scoperto infine un’ultima curiosità e cioè che nella zona residenziale a ovest di Singapore si trova la New Clementi, città che prende il nome dal suo governatore, Sir Clementi Smith, il quale fu il primo Alto Commissario britannico in Malesia.
Un cognome anche un po’… trentino? Beh, ha dato un po’ di lustro a una zona che, alla luce di quanto abbiamo appena descritto, sembra davvero il posto ideale in cui poter realizzare i propri sogni.
Concludo nella convinzione che Singapore sia un interessante luogo da visitare con i figli.
Non sappiamo se sia un vero modello di Stato da emulare in prospettiva di un futuro migliore. Per dirlo bisognerebbe viverci e conoscere l’altra faccia della medaglia.
Certo però, se volessimo pensare alla nostra città Utopia, diciamo che - vista così, in una settimana e da turisti - Singapore potrebbe andarci vicina.
Nadia Clementi