Storie di donne, letteratura di genere/ 21 – Di Luciana Grillo

Anna Maria Egidi, «Voci di Sardegna» – Dedicato alla letteratura e alla civiltà sarda

Titolo: Voci di Sardegna. La cultura e la società
Autrice: Egidi Anna Maria 
 
Editore: QuiEdit 2009
Pagine: 210 - Rilegato
 
Formato: 14x21
Prezzo di Copertina: € 15,50
 
Voci, Cultura, Società: è la vita della Sardegna, quella vera, autentica, espressa dai suoi figli più nobili, a partire da Grazia Deledda, Giuseppe Dessì, per citare nomi notissimi, fino a Gavino Ledda e Salvatore Niffoi.
Cosa pensiamo noi quando si parla di Sardegna?
Di solito, ci affidiamo a stereotipi: o evochiamo la Sardegna dei pastori, della Barbagia, povera e arretrata, primitiva e selvaggia, quell'isola che sembra lontana da noi anni luce, abitata da donne piccole e vestite di nero o da pastori armati a guardia di greggi e di uomini sottratti al mondo «civile»... o pensiamo alla Sardegna patinata, quella resa celebre dall'Aga Khan, abitata, per brevi periodi, da VIP e stelline in cerca di fama, il cui mare è solcato da yachts di lusso...
 
Ma quale Sardegna ci racconta Anna Maria Egidi, che in Sardegna ha abitato e che, soprattutto, da parecchi anni, divide la sua vita con un Sardo?
L’autrice vuole esaltare l’identità dei Sardi, vuole evidenziare quei valori in cui gli stessi Sardi si riconoscono, a partire dall’amore intenso per il proprio territorio.
L’Egidi affronta anche un problema, quello della lingua nella quale sicuramente hanno lasciato il segno, dopo i latini, i catalani, i castigliani, infine gli italiani.
Ma questo non è un discorso semplice o scontato, perché non esiste una sola lingua sarda, esistono invece il Sassarese e il Campidanese, il Gallurese e il Logudorese…quest’ultima in realtà viene considerata la lingua principale, quella regionale, perché utilizzata da poeti e scrittori.
Insomma, il Logudorese è analogicamente quella espressione linguistica che per l’italiano è stata il Toscano.
 
Altro problema affrontato, sia pure brevemente, da A.M. Egidi è la storia dell’isola, quel «travagliato percorso storico» che ha condizionato la vita, la cultura e naturalmente la lingua degli isolani.
Fatto ciò, l’autrice di questo interessante saggio ha scelto alcuni scrittori sardi che, a suo avviso, hanno meglio rappresentato quella «sarditudine» intelligente che spinge ad amare e descrivere la propria terra, in chiave ora sociologica, ora antropologica, ora storica, inserendola però in un ampio contesto nazionale.
Gli autori sono otto, si parte da Grazia Deledda e si arriva a Salvatore Niffoi; a tutti la Egidi dedica alcune interessanti pagine attraverso le quali leggiamo cenni biografici indispensabili per meglio comprenderne le opere.
 
Ma l’autrice non si limita all’elenco delle opere o a pochi dati relativi alla vita di ciascuno: con attenzione e competenza, ella parla del loro scrivere, del loro essere Sardi, in un mondo talvolta ancora agro-pastorale eppure teso verso il progresso, pronto ad accogliere macchine e tecnologie, anche a costo di una rottura traumatica con il passato.
E, una volta conosciuti gli autori, con utili citazioni e approfondimenti di alcuni scritti, nella seconda parte del libro A.M. Egidi ci propone una originale scelta antologica di brani tratti dalle opere dei «suoi» scrittori:
Grazia Deledda, Salvatore Satta, Giuseppe Dessì, Bachisio Zizi, Salvatore Mannuzzu, Gavino Ledda, Sergio Atzeni, Salvatore Niffoi.
 
Quale Sardegna si presenta a noi, attraverso gli autori che Anna Maria Egidi ci propone?
A Grazia Deledda va riconosciuto il merito di aver dato visibilità alla Sardegna scegliendo di scrivere in lingua italiana.
La sua isola è autentica, non immobile in una ingessata tradizionalità, anzi appare sensibile al vento della ribellione.
Salvatore Satta ci presenta la Nuoro che gli è rimasta nel cuore, nonostante da tanti anni  la sua vita si sia svolta in continente…sembra quasi che gli anni di lontananza siano stati per lui come un esilio
 
E quale Sardegna rimane nel cuore di chi parte, come Dessì, e sente di non avere più radici, e fa ricerche sul passato, rivivendo gli anni lontani nella casa del nonno?
Quali figure femminili emergono da questi scritti e questi autori?
chi è la misteriosa «femmina cieca , con i capelli lucidi come ali di corvo e i piedi scalzi» di Niffoi, scrittore pluripremiato?
E il disagio dei quarantenni, esplicitato da Atzeni, non è forse il disagio di tutti i giovani di oggi, anche trentenni, che avrebbero voluto cambiare il mondo e che non hanno invece alcun appiglio, punto di riferimento al quale agganciarsi?
 
Dunque, saggio ricco e attuale, da leggere e rileggere per meglio capire quanto la terra di Sardegna abbia dato ai suoi figli e quanto essi abbiano saputo comunicare a noi, attraverso le parole e le scelte oculate di A. M. Egidi.
 
Luciana Grillo