Storie di donne, letteratura di genere/ 207 – Di Luciana Grillo
Noemi Ulla, Anche pensare è un gioco e altri racconti – Questo breve libro ci fa esplorare con delicatezza il mondo ingenuo e colorato di una bambina
Titolo: Anche pensare è un gioco
Autrice: Noemi Ulla
Traduttore: L. Sessa
Editore: Oedipus 2012
Pagine: 80, Brossura
Prezzo di copertina: € 12
Noemi Ulla è una scrittrice e critica letteraria argentina (con nonni paterni italiani) che si è occupata dei maggiori autori argentini e uruguayani, ma anche del tango, della sua «cultura», delle tradizioni. Romanzi e racconti sono stati tradotti nelle principali lingue e accolti con attenzione dalla critica europea. Michel Lafon, ad esempio, ha definito Anche pensare è un gioco e altri racconti «un vero poema in prosa, uno dei testi più emozionanti mai letti, uno di quei testi che giustificano una vita dedicata alla scrittura».
In realtà, la Ulla, dopo poesie e saggi, ha rivelato di preferire come genere letterario il racconto, in cui spesso è l’io narrante a guidare il percorso.
Le si addice «il racconto, dove nulla deve neanche avvicinarsi al superfluo: Il racconto è una sfida continua».
La protagonista di questo libro è una bambina, Saturnina, che conosce ed ama i fiori, che vuole pensare in libertà, riflettere, meditare… ma «Se mi vedono seduta, mi danno subito qualche incarico… Si disperano se mi vedono pensare, secondo loro mi annoio…».
Saturnina ha una sua autonomia, le piace giocare, «ma non quando me lo ordinano…», guardare con curiosità l’armadio misterioso, dove si alternano cassetti in ordine e altri in disordine, maneggiare i vasi pieni di fiori, leggere «quando tutti dormono», immaginarsi adulta con figli «ormai grandi, in giro per il mondo».
Saturnina fantastica, viaggia nel tempo, ritorna bambina, si rivede con la mamma in cerca di una nuova casa e con le sorelle che la proteggono e la coccolano quando ha incubi notturni, ricorda quando si sedeva sulla sediolina in camera da letto «per guardarmi allo specchio e parlare con l’altra che appare, uguale a me, e mi segue…».
Un capitolo – Arcano – è dedicato al nonno italiano, ai genitori, alle fontane di Piazza Navona: il nonno, Eugenio, era stato un violinista che, dopo aver abbandonato per raggiunti limiti di età il suo lavoro nel teatro più importante della città, «faceva un lavoro di grande prestigio: metteva la musica nelle fontane, che erano infinite e richiedevano molta cura».
E una volta «volle che la fontana producesse la musica della parola amore»… parola di cui Saturnina naturalmente non conosceva il significato.
Quando lo capì, «si sentì felice, leggera… chiese ai suoi genitori il permesso di imparare la lingua italiana…».
Un altro capitolo ci presenta Saturnina e l’amichetta Milagros che fanno le lepri, l’ultimo invece racconta di un orologio disegnato…
In conclusione, questo breve libro ci fa esplorare con delicatezza il mondo ingenuo e colorato di una bambina e anche noi – adulti e adulte – quando smettiamo di leggere vorremmo correre lungo il fiume e disegnare lancette!
Luciana Grillo – [email protected]
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