Aspettative politiche delle nuove generazioni – Di Nadia Clementi

L’autonomia provinciale vista da un giovane consigliere provinciale: Luca Giuliani

 Chi è il dott. Luca Giuliani
Nato il 15 giugno 1974, il Dott. Luca Giuliani è sposato con due figli, vive ad Arco e più precisamente nel Romarzollo.
È dottore in economia e commercio, imprenditore e consulente sulla sicurezza del lavoro.
Ha tenuto una fitta serie di corsi formativi nel campo della prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro.
È socio amministratore e dirigente della G&P Servizi Snc, consigliere d'amministrazione e project manager della Bioanalisi Trentina Srl di Arco.
È stato consigliere comunale ad Arco con il Patt e assessore alla cultura, sport, bilancio e patrimonio della Comunità Alto Garda e Ledro, sempre nelle fila del Patt.
È stato tra i promotori della Federazione delle associazioni no profit dell'Alto Garda e Ledro, costituita nel 2012.
Con questa intervista apriamo una nuova rassegna in cui conosceremo i nuovi volti della politica trentina.
Il dott. Giuliani, come molti altri, rappresenta il nuovo che avanza.
Per questo abbiamo deciso di rivolgerci a lui per conoscere il pensiero delle nuove generazioni.

Dottor Giuliani, lei è uno dei nuovi eletti al Consiglio Provinciale di Trento. Le chiedo anzitutto come ha trovato il suo nuovo ambiente di lavoro.
«Un ambiente decisamente stimolante e molto ben organizzato. Premesse che mi hanno consentito da subito di svolgere quotidianamente il mio impegno politico con serenità, efficienza ed efficacia.» 
 
È quello che si aspettava?
«Me lo auspicavo e non ne sono rimasto deluso!».
 
Ha legato bene con i suoi colleghi, soprattutto con i veterani e quelli di Giunta?
«Ho instaurato rapporti cordiali con tutti e nel tempo, dopo un naturale periodo di conoscenza, anche d'amicizia e di collaborazione con alcuni.
«In quest'ambito mi definirei "un motore diesel": ho bisogno di conoscere approfonditamente le persone prima di riuscire ad individuare un buon metodo di lavoro e condivisione.» 
 
Con le opposizioni ha un buon rapporto dialettico o ha trovato un muro preconcetto?
«Nessun muro preconcetto, con i colleghi di opposizione ho instaurato rapporti garbati, con alcuni di loro ho persino riscontrato delle affinità! Ho sempre creduto nel potere dialogico.
«Il dibattito politico non dovrebbe mai degradare in scontro dialettico fine a se stesso, ma essere terreno fertile in cui la parola mantiene in sé il valore di riconoscimento della dignità del proprio interlocutore.
«Il perseguimento di un confronto pacato e costruttivo è un obiettivo che non si dovrebbe mai dimenticare, poiché rappresenta un segno distintivo di valori importanti, quali civiltà e rispetto.»
 
Quando ha svolto la sua campagna elettorale, lei aveva anticipato alcune cose che avrebbe fatto una volta eletto?
«Naturalmente sì! Sebbene la situazione economica attuale trentina non sia tra le più rosee e le risorse a disposizione della Provincia subiscano continue contrazioni imposte dalla spending review a livello nazionale, gli impegni presi in fase pre elettorale saranno mantenuti.
«Sono già stati completati i lavori di chiusura della bretella Riva-Arco e mi sto impegnando affinché la Giunta provinciale intervenga con gli stanziamenti necessari per la realizzazione del collegamento viario più atteso e più importante per il territorio gardesano, ossia la costruzione del tunnel Loppio - Alto Garda (più noto come la Loppio-Busa).
«Il tessuto socio economico del territorio, il comparto turistico e industriale-artigianale lo richiedono da troppi decenni. Lo sviluppo economico del territorio gardesano è legato, oltre che alla realizzazione di opere viabilistiche strategiche, alle scelte lungimiranti da operarsi in loco.
«Il comparto turistico dell’Alto Garda è uno dei più importanti a livello provinciale e pertanto deve essere riconosciuta tale eccellenza anche con i fatti: il lago di Garda e il suo entroterra devono avere un ruolo di primissimo piano nella promozione del Trentino e le annesse risorse.
«Da qualche decennio si dice che il polo fieristico del Trentino debba essere l’Alto Garda: l’indotto generato dalle fiere – unitamente a quello generato dai congressi – sono di vitale importanza per l’economia della zona. Mi sono attivato perché si dia finalmente avvio a questo anelato progetto di riqualificazione del polo fieristico gardesano.
«Altro tema delicato a cui ho rivolto la mia attenzione è poi la chiusura e la messa in sicurezza della discarica della Maza attraverso la sua bonifica, che, peraltro, come molti lettori sapranno, é già programmata.
Nel corso dell'ultima manovra di bilancio sono stati inoltre approvati unanimemente tre ordini del giorno a mia firma, i cui punti d'impegno in sintesi prevedono: la valorizzazione dei prodotti trentini attraverso un credito d'imposta per i ristoratori e le aziende che utilizzino prodotti a km 0 e il marchio Ecoristorazione; la valorizzazione della figura dell'infermiere e l'istituzione dell'infermiere a domicilio; aiuti economici tramite i contributi messi a disposizione dal Fondo sociale europeo per la formazione dei giovani professionisti; la rivisitazione di alcuni criteri per il calcolo ai fini Icef (ad esempio considerando nel calcolo dell'indicatore tutta la rata del mutuo) in modo da facilitare l'utenza trentina ad accedere ai servizi agevolati e alle misure della PAT legati a questo indicatore reddituale.
«A breve depositerò invece una proposta di disegno di legge sulla promozione della pratica sportiva e del mondo associazionistico che ruota attorno a questa realtà, importante sia ai fini economici sia educativi che sanitari. In pentola bollono molte altre proposte ed iniziative che presto vi svelerò!»
 
L’Autonomia sta subendo attacchi un po’ da tutto il Paese e c’è addirittura chi vuole togliere le autonomie speciali. Qual è il suo commento?
«Gli attacchi mediatici alla nostra autonomia speciale sono frutto di una distorta informazione e di luoghi comuni. Si dimenticano i sacrifici e le sofferenze della popolazione del Trentino e dell’Alto Adige e il lungo e difficile percorso compiuto per ottenere il riconoscimento dei diritti e delle prerogative, sancite dal patto Degasperi-Gruber il 5 settembre del 1946.
«Ma al di là delle considerazioni storiche l'autonomia ha rappresentato la leva morale che ha permesso a una delle popolazioni più povere d'Italia di divenire una delle più virtuose. E ciò è stato fatto non perché abbiamo goduto di privilegi finanziari e amministrativi, ma perché abbiamo gestito in maniera accorta le nostre risorse, mettendo sempre al centro l'interesse collettivo. L'autonomia significa innanzitutto assunzione di responsabilità. Il Trentino dovrebbe essere preso come esempio e non come oggetto di critica.»
 
Facciamo un esempio. Cosa risponderebbe al ministro Boschi che alla “Leopolda” ha detto che le autonomie vanno chiuse? E cosa direbbe a Chiamparino che per sostenere la Boschi ha aggiunto che “la guerra è finita da settant’anni”?
«Risponderei che le loro dichiarazioni ripropongono solo stanche litanie peraltro non veritiere. Che Il Trentino Alto Adige, proprio grazie all'Autonomia speciale, sta facendo uno sforzo enorme per dare una mano al Paese.
«Le loro dichiarazioni non fanno altro che alimentare luoghi comuni sui nostri presunti privilegi e mortificano chi, come la nostra comunità, non si è mai sottratta al proprio dovere.»
 
Le Province autonome si trovano per la prima volta a disporre di un bilancio molto meno ricco di quanto non lo sia stato in passato. Rossi ha anticipato che la manovra punterà allo sviluppo dell’economia trentina e al mantenimento dello Stato Sociale. Lei condivide?
«Condivido le scelte proposte dal Presidente Rossi: se vogliamo far ripartire l'economia dobbiamo iniziare proprio dal sostegno delle aziende, diminuendo il carico fiscale e riducendo la burocrazia.
«Il mantenimento dello stato sociale è imprescindibile dalle politiche, non può subire tagli ma nel caso rivisitazioni per spendere meno e meglio.»
 
Lei è un imprenditore edile. Ha suggerimenti da dare alla Giunta Provinciale per rilanciare almeno a livello locale l’edilizia privata?
«Tra le mie diverse attività svolgo anche quella di imprenditore edile, un settore in forte sofferenza anche in Trentino con una recessione che dura da ben 7 anni. Le prospettive per il futuro allo stato attuale non sono delle migliori: stiamo assistendo ad una lenta e continua emorragia di posti di lavoro, col rischio di ridimensionamento o perfino di chiusura di imprese, anche storiche. In questo contesto drammatico tutte le imprese trentine stanno comunque provando a reagire con lo spirito imprenditoriale delle quali sono capaci.
«Per uscire da questa situazione servono urgenti interventi strutturali dell'intero settore. Bisogna ripensare alla sua riorganizzazione, puntando sulla formazione e sulla riqualificazione delle professionalità esistenti, con l'obiettivo di preparare lavoratori e imprenditori alle innovazioni del futuro, quali ad esempio l'edilizia sostenibile in grado di coniugare aspetti ambientali, sociali ed economici e di assicurare ricadute positive sull'intera filiera, per così dire, "verticale" dell'edilizia.
«Da poco ho presentato al Presidente Rossi un progetto di sviluppo dell'edilizia in Trentino, che prevede la possibilità di riqualificare dal punto di vista energetico gli immobili, anche nel settore pubblico, attraverso le Energy Service Company (dette anche ESCO). Si tratta di società che effettuano interventi finalizzati a migliorare l'efficienza energetica, assumendo su di sé il rischio dell'iniziativa e liberando il cliente finale da ogni onere organizzativo e di investimento.
«I risparmi economici ottenuti vengono condivisi fra la ESCO e il Cliente finale con diverse tipologie di accordo commerciale.
«Grazie all’introduzione a livello nazionale e regionale di normative ad hoc e all’adeguamento dei regolamenti edilizi, oggi le case devono essere costruite rispondendo a determinati standard di efficienza. Tuttavia il patrimonio immobiliare costituito dall’esistente rappresenta un ambito rilevante nel determinare l’inefficienza energetica.
«In base alle statistiche relative al panorama edilizio italiano, e dunque anche trentino, emerge che oltre il 50% degli edifici sono stati costruiti tra il 1950 e il 1990, anni nei quali l’attenzione ai consumi e al contenimento energetico degli edifici non era tra le priorità.
«Pertanto attualmente un gran numero di edifici, sia pubblici sia privati, sono energeticamente inefficienti e necessitano di urgenti interventi di ristrutturazione e riqualificazione. Grazie al traino esercitato dalle domande di adeguamento degli edifici nuovi ed esistenti agli standard energetici richiesti, il settore delle costruzioni trarrà molti benefici.»
 
Per quanto riguarda i lavori pubblici, Rossi ha fatto capire che – a parte quelli già avviati che andranno comunque avanti – da oggi al 2018 si farà praticamente solo manutenzione. Lei è d’accordo?
«Purtroppo la situazione economica attuale non ci consente molte manovre, abbiamo poche alternative se non quelle già anticipate dal Presidente.» 
 
Lei crede che sia esportabile nel Paese l’esperienza delle autonomie speciali?
«Dipende da quali Regioni, se Lei mi parla del Trentino Alto Adige direi assolutamente sì e sarebbe auspicabile. Responsabilizzare maggiormente le Regioni è segno di grande lungimiranza.»
 
Trentino, Alto Adige e Tirolo stanno collaborando bene nell’Euregio. Secondo lei sarà possibile un giorno esprimere un deputato europeo eletto dall’euroregione transfrontaliera?
«È troppo presto poter esprimere un'opinione a riguardo, ma la speranza è l'ultima a morire.»
 
La Provincia di Trento sta discutendo per approvare a una legge che dovrebbe sancire i diritti di tutti e segnatamente la tolleranza di genere. Qual è il suo pensiero?
«Viviamo in una società liquida in continua e rapida evoluzione, che pone alla nostra attenzione nuove e delicate questioni da affrontare, non sempre di facile soluzione.
«L'argomento sulla tolleranza di genere ha dato vita in Aula a un dibattito dai toni sin troppo accesi.
«L'ostruzionismo delle minoranze ha costretto il rinvio a data da destinarsi dell'approvazione del testo del ddl in questione.
«La tolleranza e il rispetto delle scelte che attengono alla sfera più intima degli esseri umani rappresentano, comunque la si pensi, dei capisaldi imprescindibili.»
 
Sappiamo che Lei è particolarmente attento alle prospettive future in merito allo screening del tumore al seno, vuole spiegare ai nostri lettori in che cosa consiste la proposta alternativa offerta dal servizio delle Unità mobili in aree periferiche?
«La recente decisione della Giunta di accentrare negli ospedali di Trento e Rovereto l’attività di screening del tumore al seno, sostituendo i vecchi macchinari con strumentazioni tecnologicamente più avanzate, ma contemporaneamente cessando il servizio in tutti i presidi periferici di valle, non ha trovato tutti d’accordo.
«Alla luce degli ingenti tagli alla spesa sanitaria appare evidente l'impossibilità di dotare ogni ospedale del Trentino di mammografi nuovi e di ultima generazione. Ciò nonostante credo non si debba escludere la possibilità di investire in un progetto alternativo da affiancare a quello di iniziativa giuntale.
«La mia proposta (mozione) prevede di munire il territorio di un certo numero di unità mobili mammografiche all’avanguardia da stabilire nelle sedi opportune. Si tratta di camper allestiti per l’esecuzione di test mammografici con strumenti digitali sicuri e innovativi, il cui utilizzo ha già preso piede in molte province italiane da diverso tempo.
«Si tratta di unità capaci di raggiungere tutti i paesi che non dispongono di una sede mammografica nelle immediate vicinanze o che per particolari condizioni morfologiche del territorio sono meno serviti dai trasporti.
Tali unità mobili mammografiche sono dotate di una stazione di acquisizione di immagini digitali (tomografia computerizzata multistrato), che vengono trasmesse ad una stazione di refertazione di nuova concezione situata presso la sede ospedaliera principale, in modo da rendere ancor più efficace il lavoro di radiologi e dei tecnici.
«Permette, altresì, attraverso una connessione in rete, di effettuare confronti con altre mammografie, qualora se necessario. L’apparecchio, in virtù della sua innovativa concezione tecnologica, consente di avere un’immagine digitale eccezionalmente nitida con un contrasto migliore e più uniforme, riducendo contemporaneamente la diffusione di radiazioni per la paziente.
«L’attività di screening effettuata dalle unità mobili si affianca a quella effettuata negli ospedali della Provincia con l’obiettivo di andare incontro alle donne che risiedono in zone più periferiche del territorio, consentendo anche a costoro di effettuare un esame di elevata qualità vicino a casa, grazie agli alti standard tecnologici che è capace di esprimere.
«Le unità mobili di mammografia vengono gestite attraverso il loro posizionamento secondo un cronoprogramma in tutti i comuni della Provincia, offrendo alle donne, in maniera totalmente gratuita, la stessa possibilità di aderire al programma di prevenzione al tumore al seno prevista in ospedale.
«Il programma di screening mammografico in questa modalità ha dimostrato in molte regioni italiane molta efficacia nella diagnosi precoce di tumoreal seno, purtroppo molto diffuso anche nella nostra zona. L’adesione al controllo da parte delle donne è sempre maggiore negli anni in quanto ora sono facilitate a parteciparvi. Mi auguro che venga presto attivato anche nella nostra Provincia.» 
 
Quali sono le iniziative da Lei proposte per l’avvio di giovani professionisti ed imprenditori attraverso gli stanziamenti del Fondo Sociale Europeo?
«Come ho già accennato, è stata approvata la mia proposta d'ordine del giorno nel corso della recente manovra finanziaria.
È previsto che una quota dei 18 milioni di euro stanziati per il fondo sociale europeo venga destinata ai giovani professionisti ed imprenditori che vorranno specializzarsi tramite corsi di formazione, anche all'estero, e avviare la propria attività in Trentino.
Un importante obiettivo raggiunto, considerato che la nostra Provincia non aveva sino ad oggi previsto alcuna misura per questa categoria che, come molte altre, è in gravi difficoltà.»
 
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