Guerra russo-ucraina, day 7: aggiornamenti

I russi per ora sono entrati in una sola città, Kherson, ma hanno difficoltà a entrare in Kiev. Riprendono i negoziati

Oggi in Ucraina ha tuonato ancora il cannone, ma Kiev resiste. È caduta invece Kherson, lo ha annunciato il sindaco della città.
Comunque sia, l’operazione a tenaglia dei russi va a rilento. Evidentemente hanno trovato qualche ostacolo di più, dato che una grossa concentrazione di truppe corazzate è da giorni alle porte settentrionali della capitale ucraina.
Di certo qualcosa è andato storto, secondo gli osservatori è venuta meno la logistica. Avevano bisogno anche loro di un generale Figliuolo.
 
Il ministro russo alla difesa ha fatto giungere alle cancellerie europee un messaggio col quale minaccia ritorsioni a risposta delle sanzioni. Il che significa in buona sostanza che le sanzioni stanno facendo bene il loro lavoro.
Il patriarca e i vertici della chiesa cristiana ortodossa hanno diffidato Putin dalla distruzione della basilica di Santa Sofia a Kiev.
Nella notte riprendono i colloqui tra le delegazioni di Russia e Ucraina per il cessate il fuoco. Non sappiamo cosa pretendano i russi per porre fine ai combattimenti, ma secondo noi si dovrà fare il possibile per assecondarlo, nel limite del buonsenso.
Macron è sempre in contatto con Putin.
 
L’ONU calcola che i profughi potrebbero essere 5 milioni.
Ovviamente speriamo di no, ma di certo - come abbiamo scritto in un articolo dedicato - in Italia sono arrivati già i primi cittadini profughi E abbiamo dimostrato una sensibilità generalizzata in tutta Italia.
Il petrolio è ben oltre la soglia di 100 euro: 110 dollari. E il gas lo segue, con un aumento registrato di un +60%. L'oro si sta avvicinando ai 2.000 dollari per oncia.

Anche le materie prime stanno scarseggiando e le navi che dovrebbero portare le granaglie in Europa e segnatamente in Italia sono bloccate nei porti della Crimea.
Il Pastificio Felicetti, da noi interpellato, ha risposto che le loro materie prime sono soprattutto italiane e, in piccola parte, canadesi.
«Di certo – precisa l’azienda – sono aumentati i costi, ma noi riusciremo sempre a produrre la nostra pasta.»