IV congresso Flc del Trentino, precariato limite ad una scuola pubblica di qualità

La segretaria uscente Mazzacca: «Le sfide sono l’inclusione, la lotta alla dispersione scolastica e l’apprendimento permanente»

Le conquiste e le lotte sindacali per una scuola più uguale, per un sistema scolastico pubblico di qualità, cinquant’anni fa e oggi.
È da qui che è partito questa mattina il IV congresso della Flc del Trentino, mettendo al centro del dibattito tra i delegati e le delegate della Cgil scuola, ancora una volta il bisogno di inclusione e di uguaglianza per rendere effettivo il diritto allo studio.
Diritto - è stato evidente nelle parole della segretaria uscente Cinzia Mazzacca - che non può prescindere dal rispetto dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici che la scuola la fanno a tutti i livelli, tutti i giorni.
 
Nella sua relazione la segretaria provinciale ha posto l’accento sugli aspetti di maggiore criticità per il mondo della formazione trentina: le questioni del precariato, vero limite ad un effettivo godimento del diritto alla conoscenza e alla continuità didattica, fino al rinnovo contrattuale.
Ha rivendicato i successi ottenuti attraverso il confronto sindacale così come i nodi che restano ancora da sciogliere.
Sul precariato e la stabilizzazione Mazzacca ha chiarito che molte vertenze sono ancora aperte per la stabilizzazione del personale precario; ma ha altresì sottolineato l’importante risultato ottenuto sul piano sindacale con il Protocollo sottoscritto nel 2014 con la PAT.
 
«La copertura totale dell’organico di diritto è diventato da allora la regola, e questo ha portato ad un numero importante di assunzioni a tempo indeterminato in questi anni.»
La partita, però, non è ancora chiusa.
I posti «ballerini» dell’organico di fatto costituiscono un’anomalia a danno delle lavoratrici e dei lavoratori, perché comportano la continua reiterazione di contratti a tempo determinato, e creano un danno alla scuola nel suo complesso, impedendo la continuità didattica, con studenti e classi che ogni anno cambiano insegnanti; la continuità educativa nell’infanzia, sulle bambine, sui bambini e in generale nella scuola per le studentesse e gli studenti con bisogni educativi speciali; la stabilità del servizio per il personale ATA.
 
Altro tema cruciale per la categoria sono i rinnovi contrattuali.
«Abbiamo finalmente riconquistato uno strumento forte di tutela delle condizioni di lavoro, dopo anni di blocco delle retribuzioni e di riduzione degli spazi di partecipazione e di contrattazione.»
Ha ammesso, però, che non tutti gli obiettivi sono stati soddisfatti, pur rivendicando con soddisfazione i miglioramenti apportati sul piano economico e normativo.
Il confronto a questo punto ripartirà con il prossimo governo provinciale e nazionale per il rinnovo 2019-2021. Il primo banco di prova saranno le leggi di stabilità.
 
«Lì misureremo su fatti concreti se effettivamente gli investimenti nei sistemi della conoscenza saranno una delle priorità strategiche del nuovo governo nazionale e provinciale.»
Dunque Mazzacca si è soffermata sulla questione irrisolta della disdetta, da parte di Canossa e Veronesi, del contratto provinciale della formazione professionale, che nonostante i confronti e le mobilitazioni non è rientrata.
«È stato un grave errore della Provincia permettere che ciò accadesse e per noi continuerà ad essere una questione all’ordine del giorno, una battaglia che proseguiremo nei prossimi anni.»
 
Infine Mazzacca ha delineato le sfide futuro della categoria. A cominciare dalla necessità di investire sulla qualità degli apprendimenti.
«Ci sono giovani – ha ricordato senza nascondere l’amarezza – che non riescono ad acquisire le competenze minime per sopravvivere in una società complessa; restringere queste aree di disagio deve rimanere una priorità.»
Così come bisogna continuare a battersi contro la dispersione scolastica.
«Il sistema educativo non può più permettersi di perdere per strada centinaia di migliaia giovani; è necessario intervenire sull’apprendimento e sulla motivazione.»
 
E ancora il tema dell’inclusione che resta ancora il grande tema della scuola a tutti i livelli e che oggi passa anche da «una maggiore sensibilità delle politiche educative e delle pratiche didattiche quotidiane per i giovani con bisogni educativi speciali».
Infine la sfida dell’apprendimento permanente.
«Occorre investire maggiormente sull’attuazione di un sistema integrato per l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita (lifelong) e in ogni luogo (lifewide) – ha concluso la segretaria uscente, – basato sul riconoscimento, la promozione e l’accrescimento delle competenze.»
 
La prima parte della giornata si è conclusa con l’intervento del segretario generale della Cgil del Trentino, Franco Ianeselli.
Il congresso prosegue nel pomeriggio con la tavola rotonda su «La disabilità e la scuola tra studio e lavoro» e con l’elezione degli organi direttivi e del nuovo segretario provinciale  della categoria.