«Vivere» il diabete – Di Nadia Clementi

Ne parliamo con la Presidente dell'Associazione Trentina Diabetici Flavia Fontana

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Sono quasi 25 mila i malati di diabete in Trentino, una percentuale complessivamente inferiore alla media nazionale (4,8% contro 5,8%), ma ci sono anche 250 famiglie sono alle prese col diabete infantile.
Il diabete è una malattia che condiziona l’intera esistenza ma che, per fortuna, con il progredire della scienza oggi permette alle persone che ne sono affette di vivere una vita tutto sommato normale.
Esistono due i tipi di diabete: il «tipo 1», quello in costante aumento in Trentino, è di origine genetica, non è quindi dovuto alle abitudini alimentari e può manifestarsi anche in tarda età.
Il diabete di «tipo 2» è presente nel 90% delle diagnosi ed è anche quello che porta alla spesa sanitaria più significativa.
Il diabete di «tipo 1» è certamente quello che spaventa di più, soprattutto quando viene diagnosticato a un bambino. Si tratta infatti di una malattia autoimmune e che provoca una dipendenza da insulina, una sostanza che il pancreas del malato non produce più perché vengono distrutte le cellule beta deputate alla produzione di insulina che, pertanto, deve essere iniettata.
Il diabete di «tipo 2» insorge invece in età adulta ed è caratterizzato da un alto livello di zucchero nel sangue a causa di un meccanismo di insulino-resistenza. Pur essendo una tipologia di diabete che insorge in soggetti predisposti, la malattia può essere ritardata o addirittura evitata grazie all’esercizio fisico e a una modifica dell’alimentazione.
 

 
Si tratta comunque di una malattia complessa, che colpisce fasce d’età molto diverse ed è caratterizzata da trattamenti personalizzati, ma che da sempre è all’avanguardia nella prevenzione. Basti pensare che esistono addirittura dei cani, dovutamente addestrati, che riconoscono in anticipo nel paziente i sintomi di un attacco di ipoglicemia e portano alla persona il kit di automedicamento.
Fino a qualche anno fa questo tipo di malattia era ovviamente più debilitante, in particolare per quanto riguarda i bambini, e proprio per questo sono tante le associazioni di aiuto e sostegno a pazienti e familiari nate nel corso degli anni.
Tra queste c’è anche l’Associazione Trentina Diabetici (ATD), nata nel 1987 e attualmente impegnata su diversi fronti; tra questi la sensibilizzazione degli organi politici e sanitari, affinchè strutture, mezzi, personale medico e paramedico siano adeguati alle possibilità odierne di curare la malattia diabetica.
Inoltre essa ricopre un importante ruolo nella prevenzione e nella promozione di iniziative informative come l’assistenza ai malati e la lotta per la gratuità di tutte le prestazioni sanitarie connesse al diabete in quanto vera e propria malattia sociale.
Dell'importanza della prevenzione ne hanno parlato gli esperti medici al convegno «Vivere il diabete - alimentazione e movimento - due carte vincenti contro la malattia», organizzato dall'ATD presso la sala conferenze del FBK a Trento, sabato 21 maggio, alla presenza di un folto pubblico.
Il convegno è stato moderato dalla dott.ssa Vittoria Agostini specialista in malattie cardio-vascolari.
 

 
 Sono intervenuti in sintesi 
- Il dott. Marco Dauriz specialista in endocrinologia, diabetologia e malattie del matabolismo e dirigente medico presso l'Azienda Ospedaliera Universitaria di Verona.
Nel suo intervento ha spiegato il futuro della genetica, le applicazioni e le nuove prospettive illustrando la sua esperienza di ricerca al Massachusetts General Hospital – Harvard Medical School (Boston, Massachusetts, USA).
Quest'ultima prevalentemente focalizzata sullo studio dei determinanti genetici di diabete mellito, malattie cardiovascolari e fenotipi intermedi nel Framingham Heart Study, uno dei più importanti e prolifici progetti che dal secondo dopoguerra ad oggi ha prodotto risultati divenuti pratica clinica corrente per la quantificazione del rischio cardiovascolare.
Oggi la sua collaborazione con numerosi gruppi di ricerca internazionali ha permesso l'analisi e l'interpretazione dei dati genetici e clinici.
 

Il dott. Michele Pizzinini e il  dott. Marco Dauriz.
 
- A seguire, l'intervento del dott. Michele Pizzinini specialista in scienza dell'alimentazione e diabetologia. Nella sua attenta lezione di strategia alimentare per il controllo della glicemia, ha ribadito l'importanza di adottare quotidianamente delle piccole variazioni nelle abitudini alimentari che singolarmente appaiono insignificanti, ma che sortiscono un grande effetto.
Tra tante indicazioni fornite ai presenti citiamo la più semplice che è quella di iniziare ad acquistare il pane o la pasta integrali, più un cibo è grezzo e naturale, più si evitano i picchi glicemici.
 

Il dott. Massimo Orrasch.
 
- Successivamente è intervenuto il dott. Massimo Orrasch dirgente medico presso il Centro Diabetologia dell'Ospedale S.Chiara da anni impegnato nel promuovere l’uso della attività fisica come terapia nel diabete.
I suoi numerosi studi scientifici hanno evidenziato la possibilità di prevenire lo sviluppo del diabete in persone geneticamente predisposte e sempre più sono le pubblicazioni che dimostrano come l’attività fisica sia una cura anche per chi è già affetto da tale patologia.
Nel suo discorso si è soffermato anche sul nordic walking, l'innovativa e semplice attività motoria che aggiunge alla camminata l’uso dei bastoncini con funzione di spinta, uno sport dagli effetti positivi sui fattori metabolici e cardiovascolari legati alla sindrome metabolica del diabete.
 

 
- Infine sono intervenuti l'Assessore alla salute della Provincia Autonoma di Trento dott. Luca Zeni e il Sindaco di Trento dott. Alessandro Andreatta che hanno elogiato l'operato dell'Associazione Trentina Diabetici onlus, che rappresenta un fondamentale punto d'incontro sia per i malati che per le istituzioni.
 

L’ assessore provinciale alla Salute Luca Zeni con la sig.ra Flavia Fontana.
 
In chiusura, per approfondire ulteriormente l'argomento, abbiamo rivolto alcune domande alla promotrice del convegno la signora Flavia Fontana, da poco più di un anno presidentessa dell’ATD.
 
Signora Flavia Fontana ci riassuma brevemente la storia di ATD che da quasi trent’anni è al fianco dei malati di diabete.
«L'ATD è nata nel 1987 ed è divenuta Onlus dal 2003 con lo scopo di:
• svolgere un ruolo di informazione e formazione del diabetico rispetto alle tecniche di autogestione, alle novità terapeutiche e alle complicanze della patologia ed a fare opera di prevenzione della malattia;
• raccogliere le voci e i bisogni degli associati e trasferirli, sotto forma di proposte o di richieste, alle sedi di competenza;
• ottenere la gratuità di tutte le prestazioni sanitarie connesse al diabete, malattia sociale;
• sensibilizzare gli organi politici e sanitari affinché strutture e mezzi e personale medico e paramedico siano adeguati alle necessità.»
 
Attualmente qual è la situazione dei malati di diabete in Trentino? Quali sono i traguardi che ancora si devono raggiungere?
«In Trentino la percentuale totale di diabetici è poco inferiore rispetto a quella nazionale, su circa 24.000 persone, poco meno di 1.000 sono completamente carenti di insulina.
«Tuttavia si deve tener conto di chi non sa di esserlo, perché il diabete è una malattia subdola che per parecchio tempo non dà alcun sintomo: la glicemia alta è tossica e crea danni a diversi organi del nostro corpo e una diagnosi precoce sarebbe importante per aiutare ad allontanare le complicanze.»
 
Quali sono le sfide del futuro? E quali gli orizzonti per quanto riguarda lo studio delle cause di questa malattia?
«La ricerca negli ultimi 10 anni ha fatto molto e le stesse terapie sono state aggiornate e diversificate a seconda delle esigenze e necessità dei diabetici: per quelli di tipo 1 ora ci sono insuline diverse a seconda delle situazioni e per quelli di tipo 2 ora ci sono alcuni farmaci per stimolare il pancreas e altri che agiscono a livello dei reni per eliminarne gli zuccheri. Ciò significa che la ricerca ha permesso di direzionare i farmaci a seconda del bisogno.
«È importante quindi sapere che il diabete si può e si deve tenere sotto controllo.»
 
Per quanto riguarda il diabete di «tipo 2» quanto influisce lo stile di vita? Quanto invece una predisposizione genetica?
«La ricerca ha dimostrato che ha molta importanza il fattore genetico (ereditarietà) ma altrettanto influente è il fattore ambientale con un corretto stile di vita che riguarda sia l’alimentazione che il movimento.
«Questi due aspetti non solo possono ritardare la comparsa del diabete nei soggetti predisposti, ma in alcuni casi addirittura evitarla.»
 
Quali sono le buone prassi che tutti dovrebbero seguire per allentare il rischio di ammalarsi di diabete?
«E' importante non sottovalutare mai un’alterazione della glicemia affidandosi alle persone competenti per avere tempestivamente l’eventuale terapia.
«Inoltre attraverso un’alimentazione sana e un costante esercizio fisico si può contribuire a ridurre il rischio di diabete anche del 58-60%.»
 
Chi sono i vostri collaboratori e i principali finanziatori?
«La nostra Associazione è apolitica e apartitica e non ha scopi di lucro. Si appoggia a Medici e Paramedici per i contatti e per le conferenze sia a scopo di formazione che informazione.
«I nostri mezzi e risorse derivano dalle quote degli Associati, dai contributi degli enti Istituzionali, da privati e dal 5 per mille con la dichiarazione reddituale.»
 
Quali sono i prossimi appuntamenti in calendario e come è possibile mettersi in contatto con voi?
«Nei prossimi mesi faremo campagne di prevenzioni a tema che interesseranno non solo chi ha già il diabete e che verranno divulgate tramite le farmacie e i media.
«A settembre organizzeremo la biciclettata, manifestazione sempre molto apprezzata, e un campo scuola per adulti per imparare a gestire la malattia al meglio.
«Per ulteriori informazioni siamo disponibili tutti i martedì dalle 10 alle 12 siamo presenti nella sede in via Torrione 6, il nostro telefono è 0461-985795 e la e-mail [email protected]

Nadia Clementi - [email protected]