Mercedes Riuz: la tradizione del flamenco elevata a classicismo
La stella del flamenco mondiale si esibirà a Trento martedì 12 aprile
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Mercedes Ruiz, stella del flamenco mondiale, chiuderà martedì 12 aprile al Teatro Auditorium di Trento la Stagione InDanza 2015/2016 del Centro Servizi Culturali S. Chiara.
La one-woman-show di Jerez de la Frontera presenterà in prima ed esclusiva nazionale il suo ultimo lavoro «Déjame que te baile» accompagnata da sei straordinari musicisti.
Mercedes Ruiz, bailaora di Jerez ha più volte confermato la sua statura di stella del flamenco moderno.
Giovanissima, incassa il Premio Antonio Gades al XVI Concorso di Córdoba (2001), l’anno successivo il Primo Premio alla Biennale di Siviglia e nel 2003 il premio Rivelazione a Venencia Flamenco.
Travolta dalla passione del cante a soli quattro anni, a sei Mercedes scopre l’ebbrezza del palcoscenico con un ingaggio professionale nello spettacolo Semilla flamenca di Ana Maria Lopez; a sette è «tutto fare» nella Compagnia di Manuel Morao and Gitanos de Jerez in tournée a New York. Come a dire che il flamenco è nelle sue vene sin dalla più tenera età.
La formazione ufficiale avviene al Conservatorio di Siviglia, poi viaggia attraverso il mondo con Antonio El Pipa. Ma sempre, tra una tournée e l’altra, ritorna alla sua città, Jerez, per esibirsi nelle peñas e nei festival andalusi.
Fondamentali, per la sua carriera, gli ingaggi nella compagnia di Eva Yerbabuena con la quale danza nello spettacolo 5 Mujers 5 e quello con Andrés Marin per Más allá del tiempo.
Additata dalla critica sin dai primi anni duemila come «la miglior speranza della sua generazione», Ruiz comincia la carriera solistica distinguendosi per forza scenica e femminilità dirompente.
Nascono Dibujo en el aire (Disegno nell’aria) nel 2002 e Gestos de Mujer (Gesti di donna) nel 2005. Ma è con Juncá (Autentica, splendida), spettacolo Premio della critica al Festival di Jerez nel 2007, che il pubblico di tutta Europa la consacra.
Quello che affascina di Ruiz, oltre all’indiscutibile bravura, è la capacità dell’artista di rischiare sulla scena, la tensione interiore portata all’estremo, l’incandescenza di un movimento al tempo stesso tellurico e ieratico, sontuoso e spregiudicato.
Il suo universo creativo intreccia la più vivida tradizione del flamenco e le radici culturali della sua città natale con inediti guizzi.
Anima sensibile, Ruiz ha fatto del flamenco una sintesi perfetta di tecnica ed emozione.
Il nuovissimo Déjame que te baile (Permettimi di danzare) è uno spettacolo sensibilmente diverso dai due che l’hanno preceduto, più intimo e minimalista (Perspectivas, del 2011, un inno alla luce e alla vita dopo la sua maternità; Ella, del 2015, una risposta alle inquietudini personali).
In Déjame que te baile c’è un solo nutrimento per l’artista, la danza pura e la tradizione più vivida del flamenco, quella dell’Età dell’Oro e d’Argento rappresentato dai grandi cantanti e ballerine come Pepa de Oro, Chacón, Sernita de Jerez e Pastora Imperio.
Lo spettacolo è un dialogo con le voci dei 6 cantaores e musicisti che l’affiancano sulla scena.
Un’équipe eccezionale ed eclettica che aiuta a far scaturire dalla sua danza l’essenza più vera del flamenco.
Martedì 12 aprile i riflettori del Teatro Auditorium di Trento illumineranno il baile di Marcedes Ruiz a partire dalle 20.30.