Ecco la scuola afghana che porta la firma del Trentino
In un paese dove le donne non dovrebbero farsi un'istruzione i nostri alpini hanno ricostruito una scuola femminile
Il colonnello Pierluigi Scaratti ci
ha comunicato che la ricostruzione della scuola femminile,
effettuata con il finanziamento della Provincia autonoma di Trento,
è terminata.
Come affermano coloro che l'hanno vista di persona, la nuova
costruzione «spicca come una cattedrale nel deserto».
D'altronde, e si dà un'occhiata all'architettura dei villaggi
dell'Afghanistan, la scuola effettivamente avveniristica.
L'iniziativa era nata quando il presidente Dellai, nel corso di un
colloquio con il Colonnello Scaratti in procinto di partire per
l'Afghanistan, si era offerto di fare qualcosa di concreto per la
popolazione civile.
Scaratti aveva chiesto ai suoi comandanti di compagnia di avanzare
dei progetti.
Il primo a rispondere è stato il capitano operante nel turbolento
Gulistan, riferendosi ad una scuola femminile da ricostruire.
I talebani l'avevano distrutta perché non volevano che le femmine
si facessero un'istruzione.
Una volta cacciati, tuttavia, nessuno aveva pensato di finanziarne
la ricostruzione perché, alla fin dei conti, nelle tradizioni
locali la donna deve solo saper fare figli, fare da mangiare
governare la casa…
L'helder (il capo) del villaggio Qal'a-i-Kuhna, invece, aveva colto
l'occasione proprio perché nessuno l'avrebbe finanziata e lo chiese
ai nostri militari.
Non sarebbero stati necessari tanti soldi, in un paese dove il
reddito annuo medio non arriva ai mille dollari.
E difatti con 18.000 euro sono stati più che sufficienti.
Moltissimi gli operai locali interessati a trovare lavoro, per cui
il Genio non ha avuto problemi di manodopera.
Semmai c'era il problema della sicurezza, ma i nostri genieri sono
appunto anche dei militari e il lavoro, sia pure a spizzichi, alla
fine è stato completato.
Non è stato un investimento così impegnativo in termini finanziari
dunque, quando in termini organizzativi.
Ma i risultati, in termini di pace, sono enormi. La benevolenza
della popolazione farà sì che eventuali terroristi si terranno
lontani dal villaggio che ha imparato a conoscere il modus operandi
dei nostri militari.
Certamente non si tratta di un'opera importante come l'acquedotto
che stiamo per ricostruire nella stessa zona (servirò 8.000
persone), ma certamente profuma di buono.
Il un Paese dove il Natale non esiste né per motivi religiosi né
per motivi consumistici, fa tenere tutta per noi la gioia di aver
fatto qualcosa di buono. Ma è così che si deve fare.
Nelle foto che seguono, vediamo la nuova scuola che porta la firma
del Trentino e il marchio del 2° Genio guastatori di stanza a
Trento.
Il soggetto della prima foto non è Qal'a-i-Kuhna, è di un
altro villaggio ripreso per mostrare il contrasto le due diverse
architetture.
Nella foto a metà, una fase dei lavori di dipintura del'interno.
Nell'ultima foto, il colonnello Pierluigi Scaratti con, sullo
sfondo, la Bandiera di guerra del suo reggimento.