Storie di donne, letteratura di genere/ 335 – Di Luciana Grillo

Laura Baldo, «Qualunque sia il tuo nome» – L'autrice racconta con una scrittura controllata e scorrevole eventi drammatici che hanno sconvolto l’Europa

Titolo: Qualunque sia il tuo nome
Autrice: Laura Baldo
 
Editore: HarperCollins Italia 2020
Genere: Rosa, collana Harmony
 
Pagine: 204 brossura
Prezzo di copertina: € 6,90
 
Laura Baldo è una giovane scrittrice trentina, autrice di racconti premiati o segnalati e del reportage di un viaggio a Varsavia.
Ama la storia, si è documentata a lungo sulla seconda guerra mondiale e ha scritto un romanzo – vincitore di eLove Talent – davvero intenso e ricco di descrizioni che hanno il sapore dell’autenticità e che ci rendono possibile definire «Qualunque sia il tuo nome» un romanzo non solo d’amore, ma anche storico.
 
La protagonista è Anna, una ragazza polacca dalle trecce bionde, insegnante di lingua inglese in una terra in cui l’occupazione tedesca diventa sempre più pesante, mentre si organizzano gruppi di partigiani, pronti alle imboscate per eliminare i tedeschi e frenare la loro avanzata.
Anna si è rifugiata in campagna, in casa di una zia, mentre il cugino Jerzy, ancora adolescente, ospita in un piccolo casolare che «un tempo era l’officina in cui lo zio lavorava» un gruppo di compagni appartenenti all’Unione per la Lotta armata: a loro Anna porta del cibo, e qualcuno di loro la importuna pesantemente.
 
Escono soltanto di notte per non farsi vedere, «di solito per incontrarsi con altri gruppi stanziati nelle vicinanze o pianificare sabotaggi e attacchi alle pattuglie tedesche».
È proprio dopo uno di questi attacchi che Anna nel fienile scopre un giovane tedesco ferito: nonostante la diffidenza reciproca, Anna e Werner cominciano a conoscersi, e si innamorano.
Entrambi pensano che la loro storia non avrà futuro, ma a quel punto, «Non importa. – dice Anna – Ho appena deciso che non ha senso preoccuparsi del domani. Potremmo essere tutti morti domani, per quel che ne sappiamo. Prima, tanto vale vivere un po’».
 
Werner viene aiutato a fuggire, i compagni di Jerzy sembrano scomparire all’improvviso, un giovane partigiano tenta di uccidere Werner mentre è in viaggio, la fattoria viene sgombrata con la forza, Anna e la zia vengono divise. E la zia sarà uccisa.
Per Anna l’unico desiderio è entrare fra i partigiani, vendicare la morte della zia, liberare la sua terra dagli oppressori, convinta che sia stato proprio Werner a tradire la loro fiducia e a denunziarle.
Le vicende si accavallano, Anna ritrova la sua amica più cara, Zofia, tenta di ricominciare a insegnare, ma la polizia tedesca non le lascia scampo.
Werner è guardato con sospetto anche dai suoi colleghi: è l’unico sopravvissuto all’imboscata e ritorna in servizio, ma teme «che lo ritengano responsabile di quello che è successo, magari solo per il fatto di essere ancora vivo, anche se non era lui al comando».
 
Le descrizioni storiche sono molto accurate, sia per quanto riguarda i luoghi – si va da Wartheland a Varsavia a Poznam all’Ucraina - che i tempi - dal 1941 al 1948.
Terribile il bombardamento di Varsavia, estremamente realistiche le descrizioni dei soccorsi concitati ai feriti, pacificatrice la conclusione, anche se amara: «La fine della guerra per Anna, Jerzy e tutti gli altri polacchi non è una vittoria, nonostante fossero schierati dalla parte giusta>».
 
Laura Baldo ha saputo raccontare, con una scrittura controllata e scorrevole, eventi drammatici che hanno sconvolto l’Europa, rivelando una conoscenza approfondita dei fatti e dei luoghi.
Anna, con la sua determinazione, il suo coraggio, la sua generosità rimarrà in lettrici e lettori una figura femminile semplicemente esemplare.
 
Luciana Grillo – [email protected]
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