«Costruire ponti che uniscono, anziché scavare trincee»

Il messaggio di Arno Kompatscher, sul 24 maggio 1915: «I conflitti vanno superati con il dialogo e la trattativa» – Il nostro commento

Risolvere i conflitti con gli strumenti democratici del dialogo e della trattativa: è il messaggio a cui richiama il presidente della Provincia Arno Kompatscher in occasione del centenario dall’entrata in guerra dell’Italia il 23 maggio 1915. «Costruire ponti che uniscono, anziché scavare trincee.»
Il 23 maggio di 100 anni fa l'Italia dichiarava guerra all'Austria-Ungheria aprendo un nuovo fronte sud nel primo conflitto mondiale.
«Una decisione della politica di espansione dell'Italia con un significato e conseguenze particolari per il Tirolo di allora, – sottolinea il presidente Kompatscher. – Condusse infatti alla divisione traumatica del Tirolo e all'attribuzione della parte sud all'Italia, contro il volere della popolazione.
«Ma dietro questi fatti storici – aggiunge il Presidente – ci fu la sofferenza che la guerra comportò per tutte le popolazioni coinvolte, con la morte di centinaia di migliaia di persone nei terribili combattimenti in montagna.
«Le conseguenze furono distruzione e indigenza per tutti, perché la lotta per sopravvivere non riguardò solo i soldati.»
 
Da qui l'invito del presidente Kompatscher.
«Per tutti noi questo evento deve essere un monito ad evitare simili lutti e sofferenze, a spingerci a risolvere i conflitti non con le armi ma con gli strumenti democratici del dialogo e della trattativa. Costruire ponti che uniscono, anziché scavare trincee.»
L'Alto Adige oggi può essere indicato come un modello per la pacifica convivenza di gruppi linguistici diversi, e non solo in Europa.
«Uno stare assieme che vogliamo consolidare ulteriormente – dichiara Kompatscher – perché nella nuova Europa i territori che un tempo costituivano il Tirolo sono uniti nella casa comune dell'Euroregione, superando i confini provocati da quel 23 maggio 1915.»

Ovviamente apprezziamo lo spirito di Kompatscher, anche se a cent’anni di distanza è più facile pensarla come lui. Non ci pare tuttavia che l’Italia sia diversa dalle altre nazioni che avevano iniziato il conflitto quasi nove mesi prima.
Noi non siamo sicuri che l’intero Tirolo meridionale volesse restare con l’Austria o passare all’Italia, visto che Trento e Bolzano appartengono a etnie completamente diverse. Certamente il giusto confine avrebbe dovuto essere collocato a Salorno. Ma col senno di poi è sempre facile fare previsioni.
Quello che invece vogliamo ricordare noi è il grande passo avanti fatto proprio dalle province dell’Euregio. Si sentono ancora gli echi degli attentati degli anni Sessanta, ma sembrano appartenere ormai a un’altra epoca. Questo è stato il vero miracolo voluto da Trento e Bolzano: quando c’è la volontà di costruire la pace, i risultati vengono e solo mille volte migliori.