Un’Italia mai vista ai Mondiali Invernali per Trapiantati!
Ben 13 sono state le medaglie conquistate dai quattro atleti dell’associazione sportiva Transplant Sport Club Alto Adige
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Ben 13 sono state le medaglie conquistate dai quattro atleti dell’associazione sportiva Transplant Sport Club Alto Adige, componenti della Nazionale Italiana, ai recenti Mondiali Invernali per Trapiantati a Banff (Canada) svoltisi dal 23 al 28 febbraio.
Con umiltà, dedizione e passione oltre ogni più rosea aspettativa il solandro Marco Panizza, insegnante della scuola Alberghiera ENAIP di Ossana, il noneso Erminio Rigos e gli altoatesini Eugen Vikoler e Günther Folie hanno voluto lanciare alla comunità intera il messaggio che «il trapianto è vita» a suon di vittorie e podi.
Nello specifico, Marco ha conquistato ben 2 ori nello sci di fondo (5 km e 1h a tecnica classica) e due argenti nel biathlon e nella corsa con le «ciaspole».
L’amico e «fratello nel trapianto» Erminio Rigos, che lavora come barista nel paese della mitica «Ciaspolada», ha strabiliato sulle piste dell’Alberta in Canada ottenendo 2 ori nelle discipline a lui più care, slalom gigante e slalom parallelo, mentre nello speciale e nel supergigante si è accontentato, per così dire, di due terzi posti.
Il pusterese Eugen, alla sua prima esperienza, ascoltando i consigli dei due trentini non si è fatto certo intimidire ed ha così tagliato per primo il traguardo sia nella corsa con le ciaspole che nel biathlon.
Altri tre argenti sono stati conquistati nello sci di fondo e nel parallelo con lo snowboard.
L’atleta della Val Passiria, Günther, alla sua prima esperienza mondiale, pur non riuscendo a conquistare alcuna medaglia di valore, ha espresso sempre con la sua simpatia impegno, passione e un cuore grande, come il cuore che gli è stato trapiantato alcuni anni fa a Padova.
Dopo anni di sofferenza, causa continue dialisi, il loro impegno si è trasformato in azioni concrete volte alla promozione per la donazione di organi e tessuti.
Nonostante i grandi risultati, per i quattro atleti della nazionale trapiantati nella vita, come nello sport, non è importante il risultato finale, bensì il percorso di avvicinamento al traguardo; non è la meta che dà soddisfazione, bensì la strada percorsa insieme.
Oggi più che mai occorre agire, offrire un esempio e questo è quanto sono riusciti a dare.
«Quando mi trovo con i miei amici trapiantati – afferma Marco che da quattro anni è anche il vicepresidente dell’associazione sportiva Transplant Sport Club - quello che mi unisce a loro è un’amicizia fatta di entusiasmo generoso, di grande e disinteressata disponibilità, di appassionata condivisione, di serietà, di un affetto schietto e senza inutili fronzoli. Nelle serate in cui vengo invitato il mio intento è quello di testimoniare la gioia di vivere dopo aver ricevuto un grande dono. Per me oggi è fondamentale far capire quanto sia importante fare una scelta consapevole a favore della donazione di organi e tessuti. Praticare più attivamente lo sport e promuovere in più forme la donazione degli organi è pertanto il mio primo obiettivo.»
Viva il trapianto, viva la vita e viva lo sport!