Venerdì sciopero degli addetti alle mense
Lavoratrici e lavoratori protestano per il contratto scaduto da 32 mesi: presidio davanti alla mensa universitaria di via Tommaso Gar alle 12
Hanno un contratto scaduto da 32 mesi e una trattativa bloccata al palo.
Per questa ragione gli oltre 80mila lavoratori e lavoratrici della ristorazione collettiva, circa 2mila in Trentino, venerdì 5 febbraio, sciopereranno in tutta Italia per l'intero turno.
A Trento si terrà un presidio a partire dalle 12 davanti alla mensa universitaria di via Tommaso Gar.
I lavoratori saranno presenti dalle 10.30.
Una scelta non casuale, come spiegano i funzionari trentini di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs.
«Queste lavoratrici non solo sono senza contratto – dicono Paola Bassetti e Francesca Delai (Filcams del Trentino) con Stefano Picchetti (Uiltucs del Trentino) e Fabio Bertolissi (Fisascat del Trentino) -. Da tre anni la loro azienda fa ricorso alla cassa integrazione in deroga, lamentando un calo di fatturato. Di fatto la Sma, l'azienda che gestisce le mense universitarie, non ha un piano aziendale che salvaguardi pienamente i propri dipendenti.»
«Venerdì saranno garantiti i pasti minimi negli ospedali e nelle case di riposo, mentre nelle mense scolastiche e universitarie e in quelle aziendali e interaziendali non sono assicurati i pasti. Molti lavoratori non potranno partecipare alla protesta perché devono garantire i servizi essenziali – aggiungono i funzionari sindacali – il settore ha inoltre un altissimo livello di precariato dunque protestare non è facile.»
Le lavoratrici e i lavoratori della ristorazione collettiva sono per la maggior parte donne a part time con poche decine di ore alla settimana di lavoro e spesso con diversi mesi all’anno di sospensione lavorativa.
Fin dall’avvio delle trattative il settore della ristorazione collettiva ha scontato grandi difficoltà per la divisione delle compagini datoriali.
Nonostante ciò i sindacati di categoria hanno affrontato il negoziato con tutte le associazioni che rappresentano le imprese del settore, anche se non firmatarie dei contratti (Turismo parte speciale Ristorazione Collettiva), al fine di dare la massima copertura contrattuale agli addetti del settore.
E’ il caso di Angem e ACI Servizi ed Utilities, con le quali il confronto nel corso del tempo si è sviluppato per cercare di raggiungere un’intesa, fino all’interruzione della trattativa lo scorso 2 dicembre 2015.
Con le altre associazioni, già firmatarie del contratto nazionale le trattative si sono interrotte da molto tempo.
In tempi diversi, però, le parti datoriali, anche se divise tra loro, hanno avanzato le medesime richieste: una riduzione del costo del lavoro, la revisione in peggio della clausola sociale nei cambi di appalto, un abbassamento delle tutele collettive ed individuali, aumenti retributivi irrisori.
Proposte inaccettabili per le organizzazioni sindacali che porterebbero ad un arretramento della condizione delle lavoratrici e dei lavoratori, già fortemente colpiti dalle difficoltà degli ultimi anni.