Missione a Herat/ 20 – Altre donazioni ai civili

Dal ponte sul Rade al carcere femminile, alla donazione di Ragusa





Nelle foto sopra, il ponte sul fiume Rade (Zeerko Valley) e il guado utilizzato quando non c'era.

Oltre alla Provincia autonoma di Trento, un po' tutte le comunità presenti in Europa hanno dato qualcosa a favore delle popolazioni locali afghane.
Beh, dire «un po' tutte» è forse un'iperbole, dato che se è sempre in testa l'eccellenza, la mediocrità sta adeguatamente mimetizzata e distribuita uniformemente nei comodi siti dell'Antico Continente.
Merita tuttavia citare alcune iniziative che sono state presentate a noi giornalisti.

A Zeerko Valley mi è stato mostrato un ponte ricostruito dall'Italia sul fiume Harut dopo che era stato distrutto dai terroristi. Lo vediamo nelle foto sopra ed è un vanto per i nostri militari, perché da queste parti non hanno mai visto un ponte fatto così, neppure quando i Sovietici hanno costruito la Ring Road, l'unica vera strada in Afghanistan. I Russi hanno lasciasto anche alcune caserme, alcune scuole e una notevole quantità di campi minati (tutti monitorati dai nostri).

L'Europa invece ha costruito il carcere femminile di Herat. Cosa abbia spinto i nostri governanti comunitari a procedere ad una delle strutture che all'apparenza risultano essere tra le meno urgenti, è presto detto.
In quel carcere ci finiscono donne con i loro bambini. Oggi sono presenti più di 100 donne con almeno 60 bambini.
Tenendo conto che in questo Paese le donne finiscono in carcere o perché sono scappate di casa (commettendo un delitto contro il patrimonio, dato che sono state acquistate) o perché è stato ordinato loro di prendersi le colpe del marito, qualcuno a Bruxelles ha avuto un attimo di tenerezza verso il sesso debole.
Il nuovo carcere è bello e le donne ivi rinchiuse imparano una professione. E lavorano. Di ciò che producono, il 60% rimane a loro e il 40% va all'amministrazione carceraria. O almeno questo è quanto ci è stato assicurato, cosa sulla quale abbiamo i nostri riveriti dubbi [questa è un'opinione - NdR].
I bimbi sono stati visti all'ora d'aria nel cortine del carcere e vederli così ci stringe il cuore.
Non abbiamo visto neppure una femminuccia, probabilmente già segregata anche in quel posto.



La donazione che più ci ha colpito è stata quella fatta dal comune di Ragusa.
Il sindaco della città siciliana si è dato da fare per raccogliere medicinali e generi di prima necessità per i bambini di Herat. I militari delll'Aeronautica militare, dal canto loro, hanno fatto una colletta per aggiungere dei soldi alla donazione della città, raccogliendo la somma di € 950.

I generi di prima necessità, raccolti presso le aziende e le associazioni umanitarie di Ragusa, sono notevoli: 5 tonnellate.
Abbiamo assistito alla consegna di quattro pallet a coloro che ogni giorno assistono la popolazione locale anche con il nostro aiuto militare.

Erano visibilmente felici sia il colonnello Davide Re (che ha costituito l'interfaccia tra Ragusa e l'ospedale di Herat), che i civili stessi. Qui tutto è necessario e i bambini rappresentano il punto debole che tutti mettono in testa alle singole priorità.
Nelle foto sotto, la consegna ufficiale dell'assegno e dei generi di prima necessità da parte del colonnello Re, già comandante della base aerea di Herat.