Lancio di razzi sulla base italiana di Shindand, nessun ferito
Fine d’anno di massima allerta per i nostri ragazzi impegnati nella missione di pace in Afghanistan
I talebani hanno scelto, certamente non a caso, la notte di Natale e il Capodanno occidentale per effettuare piccole azioni di disturbo contro le nostre truppe dislocate in Afghanistan.
Difficilmente su Herat, troppo pericoloso per loro. Ma le basi decentrate sono state oggetto di attentati e di lanci di razzi.
Ieri in tarda serata, alle 19 ora locale, è scattato l’allarme di rocket-attak. Un razzo, lanciato da una distanza di 4-5 chilometri, è finito nell’area aeroportuale che fa parte della base, anche se quel tratto non è gestito dagli italiani.
Per fortuna la guardia non viene mai abbassata, per cui se sono riusciti tutti a mettersi al riparo nei bunker per tempo, anche la reazione è stata immediata.
Si sono alzati in volo gli elicotteri per localizzare la minaccia, mentre la forza di reazione si è portata rapidamente sul luogo dove il razzo è partito.
Come si sa, la reazione di fuoco di altri paesi sarebbe stata quasi automatica. Il codice militare in tempo di pace, invece, consente la reazione solo dopo aver preso visione che non c’è rischio di danni collaterali che coinvolgano persone civili.
Scrive lo stimato collega Vincenzo Rubano (nella foto), che era stato con noi in Libano e che ieri si trovava nella base al momento dell’attacco, racconta che stava già in mensa per poter poi uscire di pattuglia con i militari secondo un piano prestabilito.
Scattato l’allarme, sono corsi nei bunker e vi sono dovuti restare per 90 minuti.
Poi il cessato allarme con il rientro della forza di reazione.
La pattuglia non è più uscita e i ragazzi si sono messi il cuore in pace. Si fa per dire, ovviamente, ma il brindisi di mezzanotte non gliel'ha tolto nessuno.