«Ricordando la Prima Guerra Mondiale»
Domenica 15 giugno sul Nagià Grom a Mori la performance di Vittoria Chierici
Nel 2010 l’alpino moriano Francesco Silli fece scoprire all’artista bolognese Vittoria Chierici il caposaldo trincerato austro-ungarico del Nagià Grom, sopra Mori.
Trincee dove, per quattro anni, durante la Grande Guerra, hanno vissuto centinaia di soldati e che sono state recuperate grazie al lavoro di decine di volontari.
Da quella visita è nata l’idea per la produzione della performance «Ricordando la Prima guerra mondiale».
Vittoria Chierici ha realizzato una videoinstallazione nelle trincee, sintesi di immagini e suoni, in programma domenica 15 giugno, alle ore 15 sul posto.
In alcune parti del percorso saranno proiettate parti di Entrenched, film ideato dalla stessa Chierici con il regista americano Hall Powell e che consiste nell’elaborazione di immagini d’epoca.
Accompagneranno la proiezione le musiche del bolognese Marco Dalpane eseguite alla fisarmonica e che richiamano i suoni prodotti dalle armi impiegate. CAMstudio riprenderà la performance.
Il bolzanino Sergio Buono sarà il fotografo di scena.
«Il Nagià Grom – sottolinea Vittoria Chierici, che è presente con alcune sue opere nelle collezioni permanenti di importanti istituzioni culturali sia nazionali che estere (tra le quali il Mart e il Museo Storico Italiano della Guerra) – è un luogo commovente e ricco di pathos dove meditare sulle tracce fisiche e spirituali lasciate dalla guerra. Rispetto alla «terra di nessuno», di cui rappresentano una sospensione, le trincee hanno offerto ai soldati una dimensione «domestica» o un precario senso di salvezza. Nelle retrovie, per le famiglie di molti di loro – prosegue Chierici riflettendo sulla filosofia della performance - assistere alla proiezione di un film poteva rappresentare una fuga dall’ansietà della guerra. Entrambi (il cinema e le trincee) costituivano apparati per produrre una (falsa) sensazione di sicurezza.»
L’iniziativa di domenica 15 giugno è stata possibile grazie alla collaborazione del Gruppo Ana di Mori, dell’associazione «Un territorio due fronti» e del Museo della Guerra di Rovereto.