I 30 anni dell’Agenzia del Lavoro a Trento

Presentato il 28° Report sull’occupazione: nel 2012 la disoccupazione è al 6,1% (10,7 la media nazionale) e tiene l’occupazione (65,5%)

Il 2012 è stato un anno difficile per il mercato del lavoro trentino. La nostra provincia si conferma però tra le aree italiane che meglio hanno saputo affrontare la crisi economica con delle politiche del lavoro adeguate.
Lo scorso anno la disoccupazione è cresciuta di 4.300 unità, fino a superare le 15.000 per numero di persone alla ricerca di un lavoro.
Il tasso di disoccupazione a distanza di un anno è cresciuto di 1,6 punti percentuali, passando dal 4,5% al 6,1%: il Trentino si posiziona meglio del Nord Est che fa registrare 6,7% e del resto d’Italia dove i senza lavoro sono il 10,7% della popolazione.
 
Il dato positivo arriva dalla sostanziale tenuta sul fronte dell’occupazione che è passata dal 66,1% al 65,5% con la perdita di 400 unità.
I dati del primo semestre 2013 confermano che, nonostante l’acuirsi della crisi economica, non emergono evidenti segni di ulteriore flessione del mercato del lavoro.
La presentazione del 28° Rapporto sull'occupazione è stata oggi l'occasione per riflettere sull'evoluzione delle politiche del lavoro in Trentino con l'istituzione di Agenzia del lavoro, che quest’anno festeggia i 30 anni di attività.
 
Il vicepresidente e assessore al lavoro Alessandro Olivi, ha dettato l'agenda delle priorità in tema di lavoro e sviluppo in Trentino per i prossimi anni, rilanciando alle parti sociali la proposta di un Patto per lo sviluppo e per il lavoro.
Tre i messaggi lanciati da Olivi. In primo luogo, la politica rivendica la prerogativa di definire un Piano del lavoro che identifichi strategie e obiettivi, mentre alle strutture come Agenzia del Lavoro viene richiesto di mettere in campo le competenze adeguate per poter tradurre questi obiettivi in strumenti di intervento rapidi ed efficaci.
 
In secondo luogo, i nuovi ammortizzatori sociali: il vicepresidente ha detto che è giunto il momento passare «da una logica di tipo meramente risarcitorio ad una logica di tipo proattivo, basata sul principio della condizionalità».
«In particolare, non è sufficiente solo sussidiare il non-lavoro ma bisogna anche accompagnare la transizione da un lavoro a un altro lavoro.»
 
Infine, la concertazione.
L'Agenzia del Lavoro si conferma un caposaldo delle politiche provinciali di settore in quanto luogo in cui si deve sperimentare una ancora più forte corresponsabilità delle parti sociali, chiamate a condividere gli interventi da mettere in campo.