La Corte dei Conti chiede 234 miliardi a «Standard & Poor’s»

Fantastico: Sarebbe il corrispettivo dei danni provocati dal declassamento fatto dall’agenzia di rating «senza tener conto del patrimonio artistico e culturale dell’Italia»

Una notizia del genere, comunque la si voglia vedere, è sbalorditiva.
La Corte dei Conti chiede all’agenzia «Standard & Poor’s» il risarcimento dei danni provocati dal declassamento del Rating, fatto senza tener conto del patrimonio artistico e culturale del paese.
Il corrispettivo richiesto è certamente da guiness: 234 miliardi di Euro. Più del 10% del debito pubblico...
La Corte dei Conti ritiene che non l’aver considerato il valore accumulato nei secoli dal patrimonio artistico sia stato un errore grossolano.
 
Non si parla tanto di beni materiali, praticamente invendibili come la Divina Commedia (che è già di tutta l’umanità), o della Cappella Sistina (che è della Città del Vaticano), o di film come La Dolce Vita, che ha chiuso il ciclo economico.
Si parla proprio di patrimonio immateriale che di per sé è una garanzia che vale mille volte di più di un patrimonio reale.
Infatti, uno stato non venderebbe comunque mai i propri beni per far fronte ai propri debiti. 
Mentre la credibilità è fondamentale per il sostegno di un credito. 
 
La notizia è stata ripresa dal Finalcial Times ed è stata criticata non solo da S&P ma anche da Moody’s, che definiscono l’istanza «priva di merito».
Fitch, anche se contraria alla Corte dei Conti, si è dichiarata disposta a parlarne.
Insomma, nessuno ha idea quanto sia fondata la richiesta della Corte dei Conti. 
Certo è che è stato fatto il punto della situazione. Anche uno stato è come un qualsiasi debitore: il suo credito vale esattamente quanto la sua credibilità.