Il «il Romanzo d’infanzia» di Abbondanza e Bertoni a Cavalese

E' dedicato al teatro/danza il secondo appuntamento della «Stagione di Danza», che proseguirà a Tesero e Predazzo

Creato nel 1997 su un testo di Bruno Stori che ne ha realizzato anche la drammaturgia e ne ha curato la regia assieme a Letizia Quintavalla, «ROMANZO D'INFANZIA» è stato tradotto in quattro lingue e rappresentato in tutto il mondo con più di seicento repliche.
Sarà in scena martedì 5 novembre al Pala Fiemme  di Cavalese nell'ambito della Stagione di Danza organizzata dal Centro Servizi Culturali S. Chiara e dai Comuni di Cavalese, Tesero e Predazzo.
 
Nato esplicitamente per un pubblico giovane, è stato costruito sulle musiche originali di Alessandro Nidi e coreografato da Michele Abbondanza e Antonella Bertoni che ne sono anche gli interpreti in palcoscenico e che definiscono ROMANZO D'INFANZIA uno spettacolo dedicato a tutti coloro che non possono fare a meno dell’amore, che danza e parla della relazione tra genitori e figli. Che commuove gli adulti e fa ridere i bambini.
 
«Romanzo d’infanzia – scrivono Letizia Quintavalla, Antonella Bertoni, Michele Abbondanza e Bruno Stori – è uno spettacolo in cui il linguaggio del teatro-danza, normalmente riservato ad un pubblico non di giovanissimi, si propone in una formula più narrativa e immediata in modo da renderlo fruibile anche dai bambini. L’infanzia è il diamante della nostra vita, è grezza e abbagliante. 
«Si può scheggiarlo e offuscare la potenza della sua luce. E questo è male? Non so, ma fa male, molto male. Se è vero che d’amore si può impazzire è ancor più vero che senza amore si diventa matti e infelici. E che disastro i bambini senza amore o con troppo amore. Tra gli eterni deboli ci sono i bambini.  
«Crediamo che la diversità sia un diritto che va ribadito in ogni epoca e in ogni paese. Insomma è sempre tempo di trovarsi dalla parte di chi perde, di chi è più debole. Da questi presupposti deriva un metodo di lavoro che influenza e definisce soprattutto la drammaturgia e il lavoro con i danzatori-attori, considerati più importanti del personaggio, del testo e portatori di materiale umano prezioso e vivo.  
«Questo lavoro parla del disagio infantile all’interno dei rapporti primari-affettivi, della violenza fisica e psicologica che l’infanzia subisce a casa o nelle istituzioni, del delitto di non ascoltare i propri figli, di colpe senza colpevoli. In scena due danzatori che si alternano tra essere genitori e figli e poi di nuovo padre e figlio e madre e figlia e poi fratelli, sì, soprattutto fratelli, e alternano il subire e il ribellarsi e fuggire e difendere e proteggersi e scappare e tornare e farsi rapire per sempre senza ritorni: insomma vivere. Una dedica a tutti coloro che non possono fare a meno dell’amore.»
 
La parte testuale dello spettacolo è affidata alla voce fuori campo di Silvano Pantesco; il disegno delle luci è di Lucio Diana, le elaborazioni sonore di Mauro Casappa e i costumi di Evelina Barilli.
Co-prodotto da «Teatro Testoni Ragazzi» e spettacolo cult della Compagnia Abbondanza/Bertoni, è vincitore di numerosi premi, fra cui il Premio «Stregagatto» 1997/98.
 
Di ROMANZO D'INFANZIA scriveva qualche anno fa Mafra Gagliardi su Liber.
«Il Teatro/Ragazzi, si sa, corteggia spesso il mito e la fiaba. E produce spettacoli con esiti diversi, spesso interessanti e di buon livello estetico. Qualche volta, poi, succede che gli archetipi fiabeschi si traducano sulla scena in immagini, parole e suoni che rendono fortemente percepibile, per così dire, il loro senso segreto, la loro energia. E allora la paura e il desiderio, il gioco e la fuga, la morte e il riso, l'amore e la rabbia, tutto è lì sulla scena e dentro lo spettatore e risveglia echi dentro di lui, perché lo riconduce alla vita fermentante e profonda dell'immaginario. E' quanto accade, per esempio, in ROMANZO D'INFANZIA ... »
 
Martedì 5 novembre i riflettori del Pala Fiemme di Cavalese si accenderanno su «Romanzo d'infanzia» alle ore 20,30.