Il Concorso letterario Salvatore Quasimodo premia Massimo Parolini
Il riconoscimento alla poesia «Aylan, si chiamava… Non ha più nome, è basso sulle ali» A Dicembre il poeta trentino era stato premiato per la raccolta «La via cava»
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I nostri lettori ricorderanno la poesia che Massimo Parolini ci aveva inviato lo scorso 3 settembre, nel primo anniversario della morte del piccolo Aylan, la cui vita era terminata su una spiaggia greca al termine di uno sfortunato tentativo di fuga verso l’Europa.
Si intitolava «Aylan, si chiamava… Non ha più nome, è basso sulle ali».
È di oggi la notizia che per quella poesia Massimo Parolini ha ricevuto il secondo premio della sezione poesia adulti del Concorso letterario Salvatore Quasimodo (dell'associazione Quasimodo di Palazzago- Bergamo).
La cosa ovviamente rende felice l’autore, ma riempie di soddisfazione anche noi perché ci sentiamo privilegiati per aver potuto pubblicare l’espressione poetica della sensibilizzazione di quel dramma assoluto che comprende migliaia di disperati in fuga.
Sempre a Massimo Parolini era stato assegnato lo scorso dicembre il primo premio per la raccolta «La via cava» del Concorso internazionale «Nestore».
Anche a questa raccolta l’Adigetto.it aveva dato spazio col servizio a firma di Daniela Larentis che si può leggere a questo link.
All’autore, che spesso collabora con il nostro giornale, vanno i complimenti della nostra redazione.
Di seguito riproponiamo la poesia «Aylan, si chiamava… Non ha più nome, è basso sulle ali».
L'ennesimo caduto bocconi su una spiaggia qualunque...
cancella anche quello
nel vomito del mare
l’occidente baumaniano
nelle sue liquidità…
Rimane, ma per poco, una nuova
icona pop, virale in poche
ore, sui social coi mi piace…
Ei fu… Siccome immobile
la spoglia immemore
la terra attonita
al video sta…
Here lies one
whose name was writ in water*
Dormi, Aylan
con tuo fratello Galip, con tua madre Rihan...
non dare ascolto,
allegro bimbo curdo
di Kobane, su quella spiaggia
a tutti i senza terra che
neanche il mare sa accettare…
un dio, impietosito,
ti avrebbe mutato in corpo astrale:
oggi, invece, ti rendiamo
-virtualmente- speciale…
All’ombra del verde melograno
fra un pianto antico ed un i like nuovo
rispuntano i fiori del dolore,
corolle oscure di un atro fondo
che nessun dio vuol più spiegare,
che nessun mondo -dietro al mondo-
potrà con un guizzo
giallo illuminare…
*iscrizione funebre di John Keats