Storie di donne, letteratura di genere/ 138 – Di Luciana Grillo

Sandra Puccini e Marcello Arduini, «Dal locale al globale» – – Nonostante il sottotitolo, non esaltazione del passato, né previsioni, ma riflessioni sagge e articolate

Titolo: Dal locale al globale. Prospettive antropologiche tra passato, presente e futuro
 
Autori: Puccini Sandra; Arduini Marcello
Editore: Sette Città 2016 (collana Biblioteca)
 
Pagine: 290, illustrate, brossura.
Prezzo di copertina: € 12

Scritto a due mani, questo è un saggio estremamente interessante sul mondo dal quale veniamo, su ciò che stiamo vivendo oggi, su quello che si pensa possa essere il futuro anche molto vicino.
Dunque, non esaltazione del passato, né previsioni, ma riflessioni sagge e articolate.
Dato che questa «Storie di donne/Letteratura di genere» è una rubrica che si occupa del mondo femminile, prenderò in considerazione gli scritti della Puccini, docente di Antropologia culturale presso l’Università della Tuscia: opponendosi al concetto che considera inutili le prospettive e i saperi umanistici, l’autrice sostiene che non basta, per vivere in una cultura globale, fermarsi alla tecnologia e alle nuove forme di comunicazione, così come è indispensabile la permanenza, nel nostro sistema scolastico, del Liceo Classico di cui spesso si pensa di poter fare a meno.
 
«Sono profondamente convinta del fatto che soltanto la conoscenza del passato permette di comprendere il presente e che, senza sapere da dove veniamo, è impossibile capire dove stiamo andando. Perché il passato illumina il presente.»
E dunque, la Puccini analizza alcuni aspetti del nostro mondo, ad esempio del linguaggio e dei vantaggi della parola: «Il linguaggio articolato ci ha reso capaci non solo di riflettere sulla vita e sulla morte, ma anche di creare e raccontare storie, di progettare il futuro… di organizzare il mondo e la società, di determinare regole, valori e sistemi di comportamento… di inventare nuove forme di comunicazione… Infine il linguaggio… ci consente di trasmettere la memoria del passato e l’insieme delle nostre conoscenze alle giovani generazioni…».
 
Ma non può, la nostra autrice, non sottolineare che «paradossalmente il progresso tecnico contemporaneo ha rinnovato e riportato alla ribalta in modo vistoso l’oralità… oggi, con la radio e la televisione, siamo diventati ascoltatori o spettatori passivi…».
C’è poi un immancabile riferimento ai social e alla «condivisione»: il «mi piace» può sembrare una semplificazione oppure è un’adesione alla comunità, un sentirsi parte di un organismo.
Certo, scrivere «tvb» o aggiungere una faccina è «manifestare sentimenti in modo icastico…quelle faccine…non solo sostituiscono le parole ma annullano il tempo…sprofondiamo in un eterno e immobile presente…».
 
Altro capitolo interessante è quello dedicato alla «Fenomenologia del cucinare mediatico», a quel continuo parlare di cibo, alle tante trasmissioni/gare/descrizioni di ricette e di diete ecc. che oggi affollano le reti televisive.
La Puccini ci ricorda che comunque, «malgrado la verosimiglianza siamo… dentro una fiction… nella quale ognuno recita una parte…», e gli attori sono prevalentemente uomini.
Molto interessanti sono le considerazioni dell’autrice sul cibo che si vede e raramente si mangia e sulla fame di tanti che sembra lontana da noi anni luce, e invece è dietro la porta della nostra casa.
 
E il passo per arrivare all’argomento «altri, migranti, stranieri, extracomunitari» è breve, così come il concetto di «italiani brava gente»(?) e di razzismo. Puccini parte da lontano, dall’unità d’Italia e dai primi stereotipi negativi che colpirono i meridionali e che Edmondo De Amicis, nel «Libro Cuore», cercò di superare, delineando «una composita identità nazionale», per passare poi all’acerbo femminismo dei primi anni del ’900, senza dimenticare che Lombroso e Sergi sancirono l’inferiorità naturale delle donne.
Molto interessante è anche il saggio su «Uva, vino e altro ancora», con interessanti e curiosi riferimenti alla mitologia e con un affascinante apparato iconografico.
 
A chi vorrà avvicinarsi a questo testo, ricordo che anche gli scritti di Arduini sono estremamente interessanti e stimolanti
 
Luciana Grillo
(Recensioni precedenti)