Storie di donne, letteratura di genere/ 91 – Di Luciana Grillo

Luisa Gretter Adamoli, «Affinché ognuno sappia» – È una ristampa: bella sorpresa ritrovare in libreria un romanzo breve e avvincente che si sviluppa in Trentino

Titolo: Affinché ognuno sappia
Passioni, dolori e morte di una famiglia trentina
 
Autrice: Gretter Adamoli Luisa
Editore: Curcu & Genovese, 1998-2015
 
Pagine: 160
Prezzo di copertina: € 14
 
Bella sorpresa ritrovare dopo alcuni anni in libreria un romanzo breve e avvincente, ricco di riferimenti a luoghi, persone e fatti del Trentino, che dopo una fugace apparizione in libreria era andato velocemente esaurito.
La ristampa è indicativa del fatto che venisse inutilmente richiesto…
L’autrice, esperta studiosa di storie e Storia, racconta in modo semplice, ma assai ben articolato, le vicende di una famiglia, quella dei nobili de Zambelli, che cresce in ricchezze e proprietà a partire dal 1785 e si estingue «nella quarta generazione».
Fin dalle prime pagine, si comprende che in questa estinzione, in tante morti quasi inspiegabili, sicuramente premature, c’è qualcosa di strano… un filo giallo percorre tutta la storia.
 
La scrittrice ci guida in un ambiente che conosce bene e che le ricorda la sua infanzia; descrive le piante, i fiori, le scale, gli ambienti con mano sicura: è qui che si muovono il Cavaliere del Sacro Romano Impero Giacomo Zambelli, le sue mogli, i figli, i nipoti: «anche se ha potuto dedicare loro solo una minima parte del suo tempo, li ha visti crescere con orgoglio e trepidazione e li ama tutti, indistintamente.»
Il primo a morire, «in circostanze mai chiarite… trovato col viso riverso nel verde dell’erba…» è Giacomo Antonio, figlio avuto dalla seconda moglie, già sposato e padre di due bambini.
Il patriarca Giacomo «da quel giorno si porta dentro una ferita che non si rimarginerà più».
Su questa morte aleggiano «uno sconosciuto a cavallo, avvolto in un mantello nero» e «sempre più spesso insistenti e minacciose tre parole, nitide, chiare, pronunziate da una voce rauca ed affannosa: «Affinché ognuno sappia…»
 
Ai dolori si alternano momenti di gioia e di serenità, come in tutte le famiglie: Gio Batta è il figlio prediletto, quello al quale il padre affida il governo della famiglia e delle proprietà, quello che deve aiutare la giovane vedova di Giacomo Antonio e sorvegliare Ignazio, il fratello che «ha tutto ciò che un uomo può desiderare: è bello, forte, affascinante, corteggiato dalle donne, ricco senza far nulla e sembra incredibilmente felice», tanto quanto solido, razionale, mai appagato è lo stesso Gio Batta al quale è negato anche un amore.
Alle vicende della famiglia si sovrappongono eventi che movimentano la vita della città, come la sosta di Cagliostro a Trento, nuove attività commerciali, come la coltivazione del gelso per l’allevamento dei bachi da seta, e l’arrivo improvviso di truppe tedesche e napoletane prima, napoleoniche dopo.
Di tutto, la Gretter offre testimonianze precise che fanno pensare ad accurate ricerche in archivi e biblioteche, senza mai trascurare le vicende della famiglia, gli screzi che nascono tra Gio Batta e Ignazio, le morti premature dei nipoti, la costruzione della villa di Romagnano, le devastazioni che subiscono case e campagne in seguito al passaggio delle varie truppe, l’arrivo dei francesi, i palazzi requisiti… Leggendo, si ha l’impressione di vedere un film, tanto vive sono le descrizioni di uomini e donne in fuga, di corpi crivellati abbandonati in strada «per dissuadere chiunque dall’impugnare un’arma contro i Francesi», di «un’ombra scura…una figura strana…un uomo vestito di nero…».
Affinché ognuno sappia…
 
La saga familiare continua, dopo la morte di Gio Batta è la volta di Ernesto, figlio di Ignazio, amorevolmente allevato dalla zia, contessa Lucia Saracini, sposo e padre sereno, ma anche su di lui sembra gravare un maleficio: muore a 45 anni, improvvisamente. Il cavaliere nero è tornato!
Poi, è il 1836, un grande evento mondano vivacizza la vita della città e della vedova de Zambelli: il re di Napoli Ferdinando II di Borbone, rimasto vedovo, sposa Maria Teresa d’Austria e il matrimonio viene celebrato a Trento, nella bella e ospitale casa di Margherita de Zambelli, il Palazzo Galasso.
Dunque, la vita va avanti, Margherita si risposa, mette al mondo altri figli, mentre un dolore sordo misto a rancore attanaglia il cuore del piccolo Ernesto «che vede il posto del padre usurpato da uno sconosciuto».
Intanto il tricolore si affaccia in Trentino, le proprietà della famiglia vengono vendute e all’erede Ernesto, che pensava di morire giovane come suo padre, tocca invece invecchiare da solo, senza affetti.
La storia procede, il Trentino affronta la guerra – è il 1914 – e gli ultimi eredi, Ernesto e Giovanni de Peisser, simpatizzano, come la madre Ersilia, «per quei movimenti e quelle persone che da tempo caldeggiavano la separazione del Trentino dal Tirolo e la sua annessione al Regno d’Italia».
 
Così va la storia, questa è la vita.
 
Luciana Grillo
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