I simboli del Natale – Di Giuseppe Maiolo, psicanalista

«Il Natale è forse la festa dell'anno più ricca di contenuti sia religiosi che simbolici»

Il Natale è la festa dell'anno forse più ricca di contenuti sia religiosi che simbolici.
Ad esempio l'albero, ovvero l'abete che in occidente è il simbolo più significativo e più rappresentato a Natale.
Per le sue dimensioni e la sua maestosità, allude all'albero cosmico, cioè all'Albero della Vita che già compare nell'Apocalisse di Giovanni e appartiene ad un corpo mitologico antico.
Simbolo del «centro», ovvero il punto da cui nascono tutte le cose, rappresenta l'inizio o l'«assoluto» da cui emersero le energie nascoste del sacro.  L'albero infatti con il suo asse verticale è, in fondo, l'asse del mondo che nel centro dell'universo occupa e attraversa tutte le zone cosmiche: il cielo, la terra e lo spazio sotterraneo.
 
Così quell'abete che entra in tutte le case, adorna piazze e giardini e raduna attorno a sé grandi e piccini, invita simbolicamente a raccogliere i doni, ovvero i segni visibili della ricchezza dei suoi frutti che l'albero ciclicamente ci offre.
Esso rappresenta il ciclo vitale che in senso dinamico ricorda la nascita, la morte e la rinascita e con la sua verticalità allude al nostro bisogno di avvicinarci al divino, ma anche al divino che si avvicina a noi e porta luce nel buio.  Infatti benché provenga dalla tradizione pagana l'albero di natale nello stesso tempo ha forti connotazioni cristiane.
L'usanza ad esempio di coprire l'albero di lampadine è un modo per affermare l'importanza della luce dopo la lunga notte invernale.
 
Una luce che viene dispensata per illuminare la conoscenza e sconfiggere le tenebre e le oscurità dell'inconscio.
Il Cristo nascente è di per sé portatore di luce e non a caso il Natale si festeggia il 25 dicembre, quando da pochi giorni è passato il solstizio d'inverno che corrisponde alla comparsa sull'orizzonte del «nuovo sole».
In effetti nelle antiche religioni «solari» si festeggiava la nascita del dio-sole che corrispondeva all'inizio di una nuova fase.  
Poi ci sono altri simboli che ritroviamo puntualmente nella tradizione del presepe. 
 
Figure come il bue, l'asino, la grotta i pastori, i Magi, non solo ri-narrano la storia della nascita di Gesù, ma sono metafore antiche.
I due animali presenti accanto alla mangiatoia alludono non solo alle forze benefiche e malefiche che il Cristo dominerà, ma anche agli aspetti animali e istintuali che si integrano e trovano spazio nella grotta. Questa è un altro simbolo potente perché allude al crogiuolo alchemico dove si sviluppa la vita.
In effetti è proprio nella grotta-caverna, come utero che genera, che si combinano le forze interiori dell'inconscio con le energie della coscienza e da questa integrazione si realizza il passaggio, la nascita e la ri-generazione.  
 
Giuseppe Maiolo – [email protected]
 
Prof. Giuseppe Maiolo, psicoanalista
Docente di Educazione alla sessualità all'Università di Bolzano Facoltà di Scienze della Formazione.