Uccise 28 persone in Kenia perché non sapevano il Corano

È ora che la comunità islamica prenda le distanze da questi delitti, prima di finire in una nuova guerra di civiltà

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Un commando di criminali islamici ha fermato un autobus a caso, ha fatto scendere i passeggeri per rivolgere loro delle domande dalle cui risposte si poteva capire se conoscessero o meno il Corano
E 28 di loro, che evidentemente non lo conoscevano, sono stati uccisi a freddo a colpi di mitra.
È accaduto in Kenia, uno dei paesi più civili e democratici dell’Africa nera, non lontano dal confine con la Somalia, uno dei paesi più barbari e turbolenti del Corno d’Africa.
C’è poco da dire a commento di questo ennesimo fatto di sangue che va a ledere uno dei principali diritti dell’essere umano, la libertà di culto.
C’è invece da fare una domanda all’Islam sano, o che si ritiene tale: è ora che prenda nettamente le distanze da questi episodi di criminale intolleranza. Ed è bene che lo faccia prima che scoppi una nuova guerra di civiltà.
Il nostro giornale si dichiara disponibile a pubblicare dichiarazioni su questo tema da qualsiasi parte vengano.