Tassullo, accordo sui licenziamenti: gli esuberi calano da 32 a 27

I sindacati: «Riduzioni inevitabili per portare avanti l'esercizio provvisorio. E' urgente che si faccia avanti un nuovo acquirente per scongiurare la fine»

Si riducono da 32 a 27 i licenziamenti alla Tassullo Materiali. E' questo l'esito dell'accordo trovato tra Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil e il curatore fallimentare, Alberto Bombardelli.
L'intesa, siglata nei giorni scorsi, ratifica nei fatti un monito del Tribunale che ha permesso la continuazione dell'attività della società, dichiarata fallita a luglio, per consentire una migliore collocazione sul mercato degli assets, ma imponendo una riduzione dei costi.
Da qui la scelta obbligata di tagliare i posti di lavoro non indispensabili al mantenimento della ridotta attività svolta adesso.
I tagli previsti riguardano 19 impiegati e 8 operai; 19 esuberi (15 impiegati e 4 operai) sono negli stabilimenti di Tassullo e Mollaro, 8 nello stabilimento di Solferino, in provincia di Mantova, che verrà chiuso. I licenziamenti scatteranno da dicembre.
«E' una decisione triste ma di fronte alla quale non c'erano alternative – ammettono i segretari Maurizio Zabbeni, Fabrizio Bignotti e Gianni Tomasi -. Siamo comunque riusciti a limare gli esuberi previsti, riducendoli da 32 a 27 e abbiamo ottenuto l'impegno, scritto nell'accordo, che in caso di acquisizione del gruppo e dunque pieno ripristino dell'attività, questo personale possa essere riassunto prioritariamente.»
 
Il nodo è che fino a questo momento non si è ancora fatto avanti nessuno e il tempo, come fanno notare i sindacati preoccupati, è ormai poco.
Nonostante le sollecitazioni della Provincia – i sindacati hanno incontrato anche nelle scorse settimane l'assessore competente - non si è andati oltre a qualche manifestazione informale di interesse.
«E' sconfortante e anche allarmante che nessuna cordata imprenditoriale trentina si sia fatta avanti per rilevare gli assets della Tassullo Materiali – accusano Zabbeni, Bignotti e Tomasi -. Noi stiamo facendo tutto il possibile per mantenere in piedi questa realtà, ma è assolutamente necessario che il tessuto imprenditoriale batta un colpo e che anche la Provincia imprima, per quanto possibile, un'accelerazione. Se non si arriverà in tempi ragionevolmente rapidi ad un subentro, si arriverà alla chiusura definitiva.»
Per i sindacati è necessario trovare una via d'uscita, dunque un acquirente, entro la fine di novembre per evitare i licenziamenti e poter contare ancora su un ulteriore anno di cassa integrazione.