La Cassa Rurale di Trento e la crisi: bilancio soddisfacente
Fracalossi: «Rigore e prudenza per garantire stabilità» – Sartori: «Abbiamo razionalizzato i costi e diversificato i crediti. Così la Cassa è più forte»
Pur in un contesto di grave crisi, il bilancio della Cassa Rurale di Trento che oggi è stato sottoposto all’approvazione dei soci esprime un risultato di esercizio finale positivo, seppure in calo rispetto all’esercizio precedente.
L’utile netto ammonta a 4,1 milioni di euro (-18,5% rispetto al 2011).
Il margine di interesse (differenza tra interessi attivi e passivi) esprime un risultato positivo di 31,6 milioni (+9,5%).
Un risultato cui hanno contribuito l’aumento delle masse intermediate e il margine sulle operazioni di rifinanziamento della Bce, che hanno fornito provvista a basso costo generando così un apporto economico stimato in circa 1,6 milioni di euro.
Le commissioni nette hanno segnato un incremento del 2,7%, e il margine di intermediazione, pari a 43,3 milioni, ha registrato un incremento del 14,6%.
Dati che dimostrano la buona salute della Rurale, seppure la situazione economica desti più di una preoccupazione.
La raccolta complessiva è calata da un miliardo e 764 milioni a un miliardo e 752 milioni, così come i prestiti sono passati da un miliardo e 22 milioni del 2011 a un miliardo e 5 milioni. Il rapporto tra impieghi e depositi è dell’80%.
I crediti deteriorati hanno suggerito cautelativamente di aumentare significativamente le svalutazioni rispetto all’anno precedente, per un ammontare totale di 11,4 milioni.
Tuttavia la Cassa Rurale ha continuato ad erogare credito.
Sono aumentati del 4,6% i clienti finanziati tra gli artigiani, famiglie produttrici e piccole imprese, passati da 1645 a 1720, per un totale di 156,88 milioni di crediti erogati (+1,6%).
I mutui prima casa tornano sui livelli di poco superiori al 2010: 309 nuovi mutui nel 2012 contro i 304 del 2010 e i 380 del 2011.
Gli importi sono passati nel triennio da 34,8 milioni nel 2010 a 49,2 l’anno successivo per ripiegare nel 2012 a 38,9 milioni.
«Abbiamo perseguito una politica di rigore e prudenza per garantire stabilità», – commenta il presidente Giorgio Fracalossi.
«Questo bilancio – spiega il direttore Michele Sartori – ha beneficiato di strategie che la cassa ha portato avanti negli ultimi anni: in primo luogo la riduzione della concentrazione di credito, con la diminuzione dei grandi rischi e creazione di disponibilità finanziarie per fare credito alla piccola e media impresa.»
Mentre in generale la domanda di credito cala, alla cassa Rurale di Trento aumentano in controtendenza gli artigiani e le piccole imprese.
Un trend che è proseguito anche nel primo trimestre di quest’anno.
Sono state razionalizzate le filiali, privilegiando il servizio e un corretto rapporto tra costi e benefici.
Infine la relazione.
«Abbiamo mantenuto gli interventi sul territorio: ben 597 per un totale di quasi 2,5 milioni di euro, – ha precisato Sartori. – Abbiamo puntato sempre sul rapporto con i nostri clienti e soci. E questo ha pagato in termini di aumento della raccolta diretta, tanto per fare un esempio, e di fedeltà.»
Ottantacinque clienti hanno aderito al patto intergenerazionale di «Diamoci un futuro», l’iniziativa che destina ad un fondo di garanzia per iniziative di nuova imprenditorialità giovanile la metà degli interessi sui conti correnti di chi volontariamente vi aderisce.
In soli tre mesi di promozione l’importo dei conti vincolati a tale progetto ammonta a 1.885.000 euro.
Finora sono stati finanziati tre progetti imprenditoriali, e altrettanti sono sotto osservazione. Quelli pronti a partire riguardano un imprenditore agricolo, una donna imprenditrice nel campo della manutenzione stradale e un gruppo di ragazzi nel campo della tecnologia per tablet.
L’iniziativa si avvale della collaborazione della società Scouting, specializzata nel valutare i progetti sotto il profilo della loro realizzabilità.
Più di 35 colloqui di elevata qualità hanno messo in luce una realtà molto viva tra i giovani, fatta non solo di sogni ma di iniziative concrete.
Il rinnovo del consiglio di amministrazione
Prosegue il programma di «dimagrimento» del Consiglio, varato dall’assemblea lo scorso anno, che porterà il numero dei membri da 14 a 10 entro il 2014, più il presidente.
Sono in scadenza 5 amministratori, ne saranno eletti tre quest’anno: gli uscenti Giulia Degasperi, Franco Gozzer, Matteo Tapparelli e Massimo Occello si ricandidano, Roberto Postal no. Ai candidati “interni” si aggiungono due nuovi nomi: Marcello Paiar e David Pellegrini.