Il catasto dei vini cru «teresiani» – Di Giuseppe Casagrande
Nel 1787 l'imperatrice Maria Teresa d'Austria classificò (prima al mondo) i vigneti della Contea asburgica di Gorizia – Il successo di un'asta benefica a Castagnevizza
L'imperatrice Maria Teresa d'Austria, Vienna 1717- 1780.
Il collega giornalista e storico goriziano Stefano Cosma me ne aveva parlato tempo addietro durante le pause di uno dei tanti concorsi enologici che ci vedono impegnati come commissari in Italia e in Europa.
Un'asta benefica degli storici vini della Contea di Gorizia che già nel 1787 l'imperatrice Maria Teresa d'Austria aveva classificato (prima al mondo) riordinando le mappe del Catasto Tavolare asburgico.
Il ricavato - mi disse - sarebbe stato devoluto al Monastero francescano di Castagnevizza (Kostanjevica) di Nova Gorica che sorge proprio al confine tra l'Italia e la Slovenia per il restauro degli affreschi della Chiesa dell'Annunciazione e della cripta dove sono sepolti Carlo X, il conte di Chambord e altri membri della famiglia reale francese.
Il Monastero francescano di Castagnevizza Kostanjevica di Nova Gorica.
L'asta: 18 barrique contese da italiani, sloveni, francesi e giapponesi
Quel suo sogno, ricordando la famosissima asta benefica degli Hospices di Beaune (Borgogna) è diventato realtà poco prima di Natale.
L’«Associazione dei Cavalieri della Classificazione dei Cru dell’Imperatrice Regina Maria Theresa», nei giorni scorsi ha promosso la prima asta dei Grandi Vini della Contea a favore del Monastero di Castagnevizza.
L'evento, curato nei minimi dettagli dalla Casa d'aste parigina Artcurial, ha avuto quale suggestivo palcoscenico le cantine dell'antico monastero.
Diciotto le barrique donate dai produttori italiani e sloveni dei vini di Maria Teresa d’Austria, provenienti da varietà pregiate di uve bianche (Chardonnay, Ribolla Gialla, Friulano/Jakot, Malvasia d’Istria) e rosse: Pinot Nero, Refosco e Merlot.
Dei 18 lotti in asta, contesi da collezionisti italiani, sloveni, francesi e giapponesi, ne sono stati aggiudicati 14. La base d’asta era di 3 mila euro.
La splendida Villa Russiz a Capriva del Friuli Gorizia.
Il ricavato per il restauro degli affreschi del monastero di Castagnevizza
Al termine dell'asta è stata raccolta la cifra di 62.400 euro che consentirà di dare inizio ad un primo ciclo di lavori di restauro degli affreschi del monastero. Da ogni barrique sono state ricavate 300 bottiglie borgognotte, numerate e personalizzate con il nome del proprietario scritto a mano.
Battuta da Stéphane Aubert, direttore della Casa d'aste Artcurial e presieduta da Fra’ Niko Žvokelj, Padre Superiore dell'antico monastero che quest'anno celebrerà 400 anni di storia, l’asta sarà replicata sempre per beneficenza il prossimo autunno, il 27 e 28 ottobre 2023, ha annunciato Charles-Louis de Noüe, fondatore dell'Associazione transfrontaliera.
«Per beneficenza, ma anche per promuovere l’altissima qualità dei vini di questo territorio» – ha aggiunto Riccardo Illy, console onorario di Francia a Trieste, nume tutelare del progetto, presente con il Polo del Gusto e con alcuni personaggi Vip sloveni, italiani e giapponesi.
Tra gli altri Silvio Jermann e Koichi Sakaguchi, uno dei maggiori buyer giapponesi.
Riccardo Illy con il priore del monastero di Castagnevizza Niko Žvokelj.
La lungimiranza dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria
Era dal lontano 1787 che i vignaioli d’Italia e Slovenia non si incontravano ufficialmente per promuovere con unità d'intenti il territorio dell'antica Contea e per fare del vino uno strumento di solidarietà.
Riuniti per la prima volta da quando l’Imperatrice Maria Teresa d’Austria 235 anni fa ebbe l'intuizione, lungimirante per l'epoca, di classificare come «Cru» i vigneti più pregiati.
Quella pubblicata nel 1787 fu, infatti, la più antica classificazione al mondo (quella dei vini di Bordeaux è del 1855) e fu redatta seguendo il sistema asburgico del Catasto Tavolare.
Stefano Cosma con Loretto Pali, proprietario del Castello di Spessa.
A destra l'enologo trentino Enrico Paternoster.
La classificazione teresiana dei vigneti più pregiati della Contea
Il merito di aver riportato alla luce gli statuti teresiani con la classificazione dei vigneti più pregiati di quella che in passato era la storica Contea di Gorizia e Gradisca è del giornalista e storico goriziano Stefano Cosma.
«Un evento importante – ha dichiarato – per la valorizzazione di un territorio eccezionale, grazie anche alla mitica ponca (un impasto di argille calcaree e arenaria stratificatesi nel corso dei millenni) posto a cavallo tra Italia e Slovenia.
«Sono gli odierni vigneti del Collio goriziano e sloveno (la Brda), dei Colli Orientali, della Valle dell’Isonzo, di Aquileia, del Carso e della Vipava.»
Stéphane Aubert, direttore della casa d'aste francese Artcurial.
I Cavalieri della Classificazione dei Cru dell’imperatrice Maria Theresa
Sedici sono i «Cavalieri della Classificazione dei Cru dell'imperatrice Regina Maria Theresa» che hanno aderito all'associazione che ha come finalità la valorizzazione di un territorio per secoli teatro di guerre e oggi diventato simbolo di pace grazie al vino.
Eccoli: Rocca Bernarda (Premariacco, Udine) di proprietà del Sovrano Militare Ordine di Malta, Domaine Marjan Sim?i? (Dobrovo, Goriška Brda, Collio sloveno), Lucio Bernot Casa delle Rose (Dolegna del Collio), Domaine Vicomte de Noüe-Marini? (Goriška Brda, Collio sloveno), Carolina Jakoncic Winery (Dobrovo, Goriška Brda, Collio sloveno), la Tenuta Monastero di Aquileia del barone Ritter De Zahony (Aquileia, Udine), Fabian Korsic (San Floriano del Collio, Gorizia), Nebo Winery (Dobrovo, Goriška Brda, Collio sloveno), Kmetija Prin?i? di Tomaz Princic (Dobrovo, Goriška Brda, Collio sloveno), Valter Sirk (Dobrovo, Goriška Brda, Collio sloveno), Andrej Nando Kristan?i? (Dobrovo, Goriška Brda, Collio sloveno), Vina Borut Leban (Vipava, Slovenia), Kmetija Jure Štekar (Snežatno, Koisko, Slovenia), Peršolja Zarova (Gonja?e, Kojsko, Slovenia), Rokovi Vinogradi Andrej Sirk (Dobrovo Brdih, Slovenia), Klet Brda (Dobrovo Brdih, Slovenia).
Charles-Louis de Noüe durante gli assaggi nelle cantine del monastero.
Per secoli teatro di guerre, ora grazie al vino è diventato simbolo di pace
Grazie a questa scoperta, è nata l’«Associazione dei Cavalieri della Classificazione dei Crus dell’Imperatrice-Regina Maria Theresa», voluta da Charles-Louis de Noüe, rappresentante di una delle più importanti famiglie del vino di Borgogna (con Domaine Leflaive) e da Alis Marini?, erede di una mitica famiglia di produttori nel Collio sloveno che, insieme, hanno fondato la tenuta Domaine Vicomte de Noüe-Marini?.
Un connubio affascinante il cui valore va ben oltre la bottiglia, poiché racconta un territorio che ha segnato la storia d’Europa, per secoli teatro di guerre nel triangolo tra l’Austria, la Slovenia e l’Italia, dove ora il vino è un simbolo e un laboratorio di pace.
L'imperatrice Maria Teresa d'Austria, Vienna, 1717 – 1780.
Maria Teresa d'Asburgo fu una delle figure storiche più importanti
Maria Teresa d'Asburgo (Vienna, 13 maggio 1717 - Vienna, 29 novembre 1780) fu una delle figure più importanti della storia. Arciduchessa regnante d’Austria, Regina apostolica d’Ungheria, Regina regnante di Boemia, Croazia e Slavonia, Duchessa regnante di Parma e Piacenza, Duchessa regnante di Milano e Mantova.
E ancora: Granduchessa consorte di Toscana e Imperatrice consorte del Sacro Romano Impero in quanto moglie di Francesco I di Lorena, fondatrice con il marito del casato degli Asburgo-Lorena, e madre degli Imperatori Giuseppe II e Leopoldo II, nonché di Maria Antonietta, Regina di Francia, e Maria Carolina, Regina di Napoli e Sicilia.
Il vignaiolo sloveno Alis Marini? e il visconte francese Charles-Louis de Noüe.
L'antica Contea di Gorizia e Gradisca territorio vocato ai grandi vini
L'antica Contea principesca di Gorizia e Gradisca, territorio da sempre vocato ai grandi vini, apparteneva alla monarchia asburgica assieme al litorale austriaco.
Oggi si trova al confine tra Italia e Slovenia e si estende dalla costa adriatica alle Alpi Orientali.
Deve il suo nome alle due città più importanti: Gorizia e Gradisca d’Isonzo.
Ed è a Gorizia che il 17 marzo 1787 fu promulgato un decreto della «Cesarea regia superiore commissione» contenente la «Classificazione dei vini prodotti nella Contea di Gorizia e Gradisca in riguardo alla loro bontà».
La particolarità della Classificazione dei Cru di Maria Teresa d’Austria sta anche nel fatto che non fu redatta in tedesco, lingua madre dell’Imperatrice, o in francese, la più diffusa dell’epoca, ma fu scritta in italiano, la lingua dell’opera lirica, legata al mondo delle arti nel quale in questo modo rientrava anche il vino.
I legami con la Francia di Gorizia e Nova Gorica, capitali europee della Cultura
Gorizia e Nova Gorica, capitali europee della Cultura nel 2025, hanno un legame fortissimo con la Francia, il cui ultimo Re Borbone, Carlo X (Versailles, 9 ottobre 1757 - Gorizia, 6 novembre 1836), fratello minore del Re Luigi XVI, ghigliottinato durante la Rivoluzione Francese con la moglie Maria Antonietta, scelse la città per il suo esilio chiedendo di essere sepolto nel seicentesco Monastero francescano di Castagnevizza, a Nova Gorica, unico monarca la cui tomba si trova lontana dalla Francia.
Ma i francesi hanno sempre amato questa terra, da Elisa Baciocchi, sorella di Napoleone, al Conte de Chambord, seppellito con il Re ed altri membri della casa di Borbone di Francia nello stesso Monastero.
Per non parlare del Conte de La Tour che nel 1868 sposa la nobildonna goriziana Elvina Ritter de Zahony e costruisce una residenza degna delle più prestigiose dimore nobiliari francesi: Villa Russiz.
Ha radici antiche l’amore dei francesi per il Collio goriziano e i suoi vini
L’amore dei francesi per il Collio goriziano e per i suoi vini, quand’era tutt’uno con la Goriska Brda, ha radici antiche.
Forse nasce dalla voglia di accomunare due territori, come riteneva Lodovico Bertoli nel volume «Le vigne e il vino di Borgogna in Friuli» (1747) sottolineando che il Pinot Nero altro non fosse che il Refosco.
Nel 1881 il Console del Portogallo scrive persino che il Prosecco spumante della costiera triestina avesse una qualche analogia con lo Champagne!
Ma è con la Rivoluzione francese che arrivano i primi esuli, come Albert-François de Moré, Conte de Pontgibaud, che nel 1791 si stabilisce a Trieste con lo pseudonimo di Giuseppe Labrosse e acquisterà poi vaste proprietà agrarie nella Contea di Gorizia, vicino a Ronchi.
Quindi sarà la sorella di Napoleone, Elisa Baciocchi, a possedere una tenuta a Villa Vicentina, dove tuttora si produce vino, e a Canale (oggi Kanal in Slovenia) vicino a Gorizia.
Tenuta quest’ultima che sarà acquistata dal Duca de Blacas d’Aulps (1771-1839), gentiluomo di camera di Carlo X, giunto a Gorizia nel 1836 e sepolto assieme a lui nella cripta del Monastero di Castagnevizza: la cosiddetta «Saint-Denis de l’exil».
Il conte Theodor de La Tour en Voivré e la splendida Villa Russiz
Il figlio, Louis di Blacas, per decenni si prenderà cura di un’azienda vinicola a Castel San Mauro, a Oslavia, con i vigneti che si affacciano sull’Isonzo.
Ma certamente il più noto e più citato vignaiolo francese trapiantato nel Collio è il conte Theodor Karl Leopold Anton de La Tour en Voivré che nel 1868 sposa la goriziana Elvina Ritter de Zahony e costruisce quella che conosciamo oggi come «Villa Russiz», azienda vinicola (superficie 100 ettari, di cui 45 vitati, produzione annua 220 mila bottiglie) gestita da una Fondazione che accoglie i minori in difficoltà.
Sarà il conte de La Tour a portare i vitigni francesi in Friuli grazie ai quali colleziona premi, diplomi e medaglie con i suoi vini.
Nel 1888, ad una fiera internazionale porta in assaggio Riesling, Traminer, Franconia, Borgogna rosso, Bordeaux rosso e Carmener. Un trionfo.
Oggi è un altro personaggio francese, il giovane visconte Charles-Louis de Noüe, a essersi innamorato della Goriška Brda, in particolare di quell'angolo di paradiso, poco distante dal castello di Dobrovo, che è Vedrijan, località storica inserita fin dai tempi di Maria Teresa tra i migliori «cru» del Collio per la sua straordinaria vocazione vitivinicola.
Qui già nel 1880 la famiglia del vignaiolo sloveno Alis Marini? produceva vini bio e le preziose bottiglie uscivano con l'etichetta di Château Dobra.
Oggi sono tre i vini che affrontano la sfida del mercato: tre «cru» di Chardonnay affinati per 12 mesi in barrique esauste della Borgogna e 12 mesi in contenitori di acciaio prima dell'imbottigliamento.
Tre vini eleganti che al naso ricordano la pesca, gli agrumi, il litchi con una spiccata mineralità in bocca e una lunga persistenza.
Tre autentici gioielli firmati «Domaine Vicomte de Noüe-Marini?».
In alto i calici. Prosit!
Giuseppe Casagrande – [email protected]
Fonte: Catalogo d'Asta Artcurial «Grands Vin de la Conte pour la Paix».