I missionari di «Sulle rotte del mondo» presentano i risultati
Salute, giovani, promozione della donna, dialogo con culture e religioni, economia e pastorale sono i sei temi discussi in questi giorni
In una conferenza stampa tenutasi
questa mattina presso il Centro di formazione per la solidarietà
internazionale i missionari trentini in Africa hanno presentato in
una conferenza stampa i risultati dei lavori dei gruppi costituiti
questi giorni presso la «casa-base» della manifestazione, nell'ex
convento degli Agostiniani di Trento, che hanno riflettuto su temi
specifici.
All'incontro hanno partecipato Lia Giovanazzi
Beltrami, assessore provinciale alla solidarietà
internazionale e alla convivenza, con i dirigenti e i tecnici del
settore, e monsignor Luigi Bressan, arcivescovo di Trento.
«In questi giorni - ha introdotto l'assessore Beltrami - abbiamo
registrato una partecipazione di pubblico straordinaria ai vari
eventi della manifestazione. Per noi è stata la riscoperta di una
realtà sempre più forte e presente, che potremmo definire
cooperazione di comunità.»
L'assessore ha ricordato anche alcuni dati molto positivi relativi
agli accessi al sito della
manifestazione (175.000 contatti registrati fin'ora e
8.000 solo nella scorsa giornata) e ha lanciato l'appuntamento per
l'anno prossimo.
«Dal 27 settembre al 2 ottobre 2010 ospiteremo Sulle rotte del
mondo - Asia».
La parola è passata poi ai coordinatori dei gruppi tematici. Sono
emerse dunque considerazioni sulla situazione africana, ma anche
consigli, suggerimenti che il Continente nero può dare al Trentino
in particolare e all'intero mondo sviluppato in generale.
Padre Giorgio Abram del gruppo «salute» ha
riassunto i lavori svolti in due punti: l'importanza per l'Africa e
per gli stessi missionari di non creare pericolose dipendenze e la
rinuncia a dedicarsi «monumenti», elogi autoreferenziali del
proprio operato.
Per il gruppo «giovani» ha parlato padre Luigi
Moser.
«Il nostro è un lavoro fatto più di speranze che di realtà, - ha
detto, - però ognuno di noi ha portato esempi di esperienze molto
belle. C'è nel luoghi in cui operiamo un forte movimento di
animazione missionaria, ci sono gruppi giovanili emergenti e ci
sono strumenti che possiamo utilizzare sempre di più, come il
canto, la musica, i media.»
Molti i consigli ai giovani trentini, prima di tutto quello di
aprirsi al Sud del mondo e a dialogare con le persone provenienti
da ogni angolo del pianeta. Un invito accorato anche ai media.
«In Inghilterra, negli Stati Uniti ma anche in altri paesi ci sono
notiziari quotidiani su ciò che succede nelle aree più
svantaggiate, da noi questo al momento non esiste ma sarebbe
davvero un arricchimento fondamentale.»
Suor Maria Martinelli ha presentato i lavori del
gruppo sulla promozione della donna.
«Abbiamo riflettuto sulle cose belle che ci colpiscono delle donne
africane, sulle loro difficoltà e sul messaggio che possiamo
lasciare ai trentini.» - ha detto.
Tra le cose positive annovera moltissime qualità: il coraggio, la
gioiosa accoglienza della vita, il senso di responsabilità. Molte
anche le difficoltà, tra cui spiccano la disuguaglianza tra i sessi
in materia di educazione e occupazione, la piaga dell'Aids,
l'orrore della tratta delle donne.
«Ai trentini chiediamo - conclude - di saper cogliere con gioia le
possibilità che hanno a disposizione qui e di avere un profondo
rispetto per chi questa fortuna non ha; chiediamo anche un impegno
forte contro la tratta e per la creazione, attraverso progetti di
cooperazione allo sviluppo specifici, di posti di lavoro nonché
occasioni di formazione dedicati in particolare alle donne
africane.»
Per il gruppo «dialogo con culture e religioni» ha preso la parola
Nicoletta Gatti, portando le conclusioni di una
articolata riflessione sull'attitudine al dialogo; un'attitudine
che parta dalla conoscenza, dall'ascolto e dalla valorizzazione
dell'altro.
«In parole bibliche - dice Nicoletta Gatti che da anni insegna
assieme a docenti mussulmani in due università del Ghana - dovremmo
diminuire perché l'altro possa crescere.»
Il gruppo ha riflettuto anche sugli ostacoli al dialogo; ostacoli
che derivano in particolare da blocchi e dighe interiori derivanti
da una visione etnocentrica del mondo.
Infine un invito a tutti e ai media in particolare. «Il dialogo è
possibile, è il futuro della nostra missione, del nostro Trentino e
della nostra famiglia; un dovere essenziale lo hanno i media e
internet, il dovere cioè di sviluppare un'attenzione non solo
quantitativa ma anche qualitativa a questi temi.»
Padre Franco Cellana del gruppo «economia» ha
iniziato il suo intervento con una stimolante nota critica.
«Nel nostro gruppo ci sono mancate le donne e questa non è cosa da
poco, perché l'economia africana va avanti grazie alle donne.»
La riflessione è ruotata attorno all'importanza di creare in Africa
comunità responsabili dal punto di vista economico e non
dipendenti.
«Le priorità - afferma padre Franco - sono senza dubbio lo sviluppo
di un'agricoltura utile per le popolazioni più che per le
esportazioni e la creazione di cooperative.»
Ha concluso le presentazioni, padre Oscar Girardi
coordinatore dei missionari che hanno riflettuto sui temi legati
alla pastorale. Il suo intervento si è incentrato su ciò che la
Chiesa africana può insegnare a quella trentina: il ruolo del
catechista quale animatore delle società e il dialogo con le
piccole comunità, le altre religioni e le etnie diverse.
La conferenza si è chiusa con un intervento di monsignor Bressan
sul prossimo Sinodo Africano, che si aprirà a Roma il 5 di ottobre.
L'Arcivescovo di Trento ha sottolineato come il Sinodo avrà come
tema la riconciliazione, intesa come comunione con le culture, con
i popoli, con tutta la comunità.