Nel 2018 erano 9 le vittime, nel 2019 sono già 25

In Trentino Alto Adige le morti sul lavoro sono praticamente triplicate. Il rischio di mortalità è quasi il doppio della media nazionale

A Bolzano 14 i decessi rilevati, a Trento 11. Due infortuni mortali hanno coinvolto 2 giovani tra i 15 e i 19 anni e altri cinque tra i 30 e i 34 anni.
«Mentre in Italia le morti sul lavoro diminuiscono, il Trentino Alto Adige fa registrare addirittura un incremento drammatico della mortalità rispetto allo scorso anno. Gli infortuni mortali della regione sono quasi triplicati, passando dai 9 del 2018 ai 25 del 2019.»
Una proiezione davvero preoccupante per l’ingegnere Mauro Rossato - Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre - quella realizzata dal suo team di esperti sulla base dei più recenti dati Inail.
E, del resto, questo è purtroppo il racconto dell’emergenza attraverso elaborazioni statistiche relative ai primi nove mesi del 2019.
 
Numeri che non lasciano dubbi sulla tragicità di una situazione in cui si contano 21 vittime in occasione di lavoro e 4 in itinere. Due le donne che hanno perso la vita sul lavoro nel 2019.
«Questa è certamente una delle istantanee più sconfortanti del Paese nell’esplorazione dell’emergenza morti bianche, – sottolinea Rossato. – E, non solo sul fronte “numerico” del dramma o dell’incremento registrato, ma anche e soprattutto nella valutazione del maggior rischio di mortalità sul lavoro rispetto ad altre regioni.»
Il Trentino Alto Adige, infatti, è al terzo posto in Italia per incidenza della mortalità calcolata sulla popolazione lavorativa.
Il valore rilevato in regione è «43», cioè quasi due volte quello della media nazionale (24).
 
Ciò significa che il rischio di morire sul lavoro in Trentino Alto Adige è quasi doppio rispetto alla media del Paese.
Come se non bastassero queste maglie nere, poi, tra le vittime dei primi nove mesi del 2019 in Trentino Alto Adige, si contano anche 2 giovani tra i 15 e i 19 anni (9 in tutto il Paese) e 5 tra i 30 e i 34 anni (47 in Italia).
Al fine di promuovere e diffondere la Cultura della Sicurezza sul Lavoro, ci auguriamo che il comunicato non solo sia un utile strumento di lavoro per Voi ma anche una fonte di riflessione e di analisi di fronte alla grave situazione che colpisce la nostra Penisola.