È andato in scena a Trento «Paolo Borsellino: Essendo Stato»
Dorigatti: «Quando avremo recuperato la capacità di indignarci, allora Borsellino non morirà ancora»
«Paolo Borsellino: Essendo Stato», è questo il titolo del toccante spettacolo andato in scena oggi pomeriggio al teatro Cuminetti di Trento, grazie alla collaudata collaborazione tra l’Associazione nazionale magistrati di Pasquale Profiti e la Presidenza del Consiglio provinciale presieduta da Bruno Dorigatti.
«Uno spettacolo che, – ha osservato Dorigatti, – si pone l’ambizioso obiettivo di far riflettere, nel delicato momento di crisi economica e di valori che stiamo attraversando, sulla necessità di costruire una coscienza collettiva capace di indignarsi di fronte all’ingiustizia, capace di reagire di fronte all’apatia dilagante, capace di assumersi le proprie responsabilità.»
«Solo così – ha continuato il Presidente, – prendendoci ciascuno la sua parte di quotidiana responsabilità, potremo attuare il cambiamento necessario a questo paese per essere considerato un paese normale.»
«Solo così – ha concluso Dorigatti strappando un commosso applauso, – eviteremo che Paolo Borsellino muoia una seconda volta.»
Lo spettacolo di Ruggero Cappuccio, regia di Oscar Magi, con musiche da Mozart, Scarlatti e Balistreri è interpretato quasi interamente da magistrati del Tribunale di Milano: oltre al regista Oscar Magi, Lucio Nardi, Ilio Mannucci Piacini, Monica Cavassa, Luciana Greco, Maria Bambino, Barbara Medagliani, Marika Orlandi.
Alle 16.58 del 19 luglio 1992, con l’omicidio di Paolo Borsellino e dei suoi agenti di scorta in via d’Amelio a Palermo si compie la «condanna bifronte» di Stato e Mafia contro la giustizia, contro la libertà, contro la lealtà di un uomo e la sua amata terra.
Un’esplosione assordante lascia il posto ad un silenzio altrettanto denso e assordante, quello degli ultimi istanti di vita del giudice del quartiere della Calsa.
È lo stesso Paolo Borsellino a parlare, a scandire i secondi, gli ultimi attimi della propria esistenza e ricomporre, nella sinfonia dei rumori della vita e della morte, il senso della propria battaglia, insieme ai martiri che l’hanno popolata e che ora abitano lo stesso Palazzo che ospita i morti a causa della Giustizia.
È lo stesso Paolo Borsellino, l’Eroe Paolo Borsellino, a ricondurci infine al silenzio, al silenzio della propria madre ed insieme della propria terra, ma anche e soprattutto al silenzio della solitudine e dell’abbandono nel quale fu lasciato dallo Stato nel proprio impegno in nome della giustizia.
«Lo Stato è troppo spesso dove l’uomo muore solo, solo per lo Stato. Ho amato così, essendo stato Paolo Borsellino.»
È intervenuto Pasquale Profiti, ringraziando I colleghi per l’impegno e il Presidente del Consiglio provinciale per la collaborazione. Hanno preso parte il consigliereprovinciale dell’IdV Bruno Firmani e il questore Giorgio Iaocobone.