Fugatti: Ecco come è nata l'idea di portare Vasco a Trento
Il futuro della Trentino Music Arena? «Va concordato con il sindaco Ianeselli. Quando si tratta del bene della città ci troviamo sulla stessa linea»
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Signor presidente, come è nata l’idea di organizzare un concerto megagalattico in Trentino? Qual è stato l’incipit?
«Qualcuno mi aveva suggerito di valutare il terreno delle Casote a Mori per vedere se fosse possibile farne la base per accogliere concerti di una certa importanza. E l’idea di utilizzare terreni difficili da recuperare mi piaceva.
«Poi però ho fatto un sopralluogo con il prefetto Lombardi e il questore Garramone, i quali hanno escluso che si potesse fare.»
Però è andato avanti con l’idea.
«Sì, qui a Trento c’era l’area S. Vincenzo. Improduttiva, con la necessità di metterci mano perché conteneva detriti delle gallerie di Moena. E qui i pareri delle autorità sono stati favorevoli.»
Come le è venuta in mente l’idea di Vasco Rossi?
«Beh, era il massimo. Ed è una garanzia. Se Vasco dice che porta 100.000 spettatori, ne porta centomila.»
Poi, come è avvenuto il contatto con Vasco?
«Si sapeva che volevamo partire col botto, con Vasco. E ad un certo punto si è fatto vivo l’avvocato Costa, che segue gli interessi di Vasco (e non solo) e ha chiesto di incontrarmi.
«È stato concreto, credibile. Aveva le idee chiare e in breve l’idea divenne un progetto.»
Immagino che non fosse una cosa da poco rispondere alle loro necessità.
«A Costa piaceva l’idea di partire con il primo concerto di Vasco post pandemia in un nuovo spazio creato apposta per lui.
«Era evidente che da parte nostra ci sarebbe stata una montagna di lavori da fare, ma per i Trentini sarebbe stato un passo avanti enorme. Noi non sappiamo organizzare un concerto del genere, ma di certo eravamo in grado di preparare l’area.»
A quel punto avete dato il via ai lavori per rendere l’area accessibile. Spianare, attrezzare con canali di cablaggio, inerbare… Quando è costato?
«Un paio di milioni.»
E questi fanno parte del patrimonio Trentino, in quanto in conto capitale. Ma i costi di gestione? Le spese corrrenti sostenute? Perché non le abbiamo divise con l’organizzazione di Vasco?
«Perché eravamo noi a volere Vasco. Prendere o lasciare.
«Ma l’operazione offriva i vantaggi di spiegare al mondo che il Trentino poteva ospitare anche il primo concerto di Vasco. È stato un po’ come ospitare gli europei di ciclismo. E in più avremmo attivato il business generato da 120.000 – diciamo – turisti. Con i 9 decimi del valore aggiunto generato da costoro ci saremmo ripagati gli investimenti.
«Ma soprattutto, senza Vasco non avremmo mai costruito una Trentino Music Arena.»
Perché avete escluso il S. Chiara dall’affare Vasco?
«Ha fatto tutto l’organizzazione di Vasco. Dalla vendita dei biglietti a tutti i supporti che servivano. Onestamente, sapevamo che la loro organizzazione avrebbe funzionato bene.»
Adesso che ne facciamo della Trentino Music Arena? La diamo in gestione al S. Chiara?
«Ci pensiamo. L’esperienza fatta ci suggerisce alcune migliorie. Per esempio possiamo ridurre la capienza a 100.000 persone (un’enormità comunque) e costruire posteggi per auto e pullman nella parte nord.»
E un allungamento della ferrovia della Valsugana fino a Mattarello con fermata a S. Vincenzo quando ci sono i concerti?
«Magari. Ma son tutti progetti che vanno concordati con il comune di Trento.»
In che rapporti siete voi e il sindaco Ianeselli, che è dall’altra parte della barricata?
«Apparteniamo a due partiti diversi, ma ho visto che quando c’è di mezzo l’interesse per la città, non ci sono colori: usiamo il buonsenso.
«Con Ianeselli si possono fare un sacco di cose. La funivia per il Bondone, per citare la più importante…»
Il centro fieristico di Piedicastello?
«Ci sono molti interessi da raccordare. Si farà, ma quando tutti avremo le idee sulla stessa lunghezza d’onda.»
Che ne facciamo adesso della Trentino Music Arena?
«Anche qui lo decideremo con il comune di Trento. Qualcuno pensa a costruirvi il nuovo stadio, altri vorrebbero lì il nuovo ospedale.
«La nostra idea è che Vasco ha funzionato e che possiamo continuare su quella strada.
«Possiamo attrezzare l’area per favorire i piccoli complessi trentini, una palazzina per le prove, uno spazio per spettacoli.»
La Provincia ne organizzerà altri di spettacoli?
«La Provincia non ha organizzato lo spettacolo di Vasco. Noi abbiamo fatto la struttura. Adesso si facciano avanti gli impresari.»
Se qualcuno volesse portare i Rolling Stones o i Pink Floyd, a chi deve fare la domanda?
«A noi, ovviamente. Anche perché quando si parla di decine di migliaia di persone vanno garantiti tutti i servizi necessari collegati, coinvolgendo le forze dell’ordine, il comune, i volontari quant’altro.
«Non sarà un giochetto da bambini, ma la strada è stata segnata.»
Il Santa Chiara verrà coinvolto?
«Molto probabilmente sì. Intanto però la manutenzione dell’Arena la facciamo noi.»
Guido de Mozzi – [email protected]