Storie di donne, letteratura di genere/ 92 – Di Luciana Grillo

Loretta Zanella, Pere di marzo – Con questo romanzo, breve, agile e avvincente, l'autrice dimostra di aver conquistato una matura consapevolezza espositiva

Titolo: Pere di marzo
Autrice: Zanella Loretta
 
Editore: Ibiskos Editrice Risolo 2015 (collana Ibiskos gold)
Pagine: 176, brossura
 
Curatore: Ferrai L.
Prezzo di copertina: € 15,00
 
Loretta Zanella, dopo aver pubblicato «Ritorno al padre» nel 2011, ha deciso di raccontare, in forma di diario, la storia di Amalia che da adolescente diventa donna e che riesce nella maturità a trovare un suo equilibrio e a vivere con una certa serenità.
Ciò che le permette di affrontare e superare infinite difficoltà è la sua capacità di sognare, di guardare oltre l’oggi con la speranza che – dopo la tempesta – tornerà il sereno.
Ma non basta il sogno… Amalia è capace di apprezzare ogni piccola cosa («La felicità ci appartiene solo a momenti, per questo è importante riconoscerli e viverli appieno»), dalle rose gialle che si arrampicano lungo una parete ai libri che le regalano i suoi datori di lavoro a Natale, dai sorrisi scontrosi di Eligio alle brevi visite della zia Olga.
Certamente ad Amalia sono mancati l’amore dei suoi, i sorrisi del papà, le tenerezze della mamma.
 
Non può non sottolineare che «le nostre lettere finivano sempre con un “arrivederci”, mai con un abbraccio o un bacio… Anche quando ero piccola non c’erano effusioni tra noi, solo qualche raro abbraccio da parte di mia madre».
Né le è stato consentito di studiare: «Sempre più, capivo che mi era stata negata, dalla mia famiglia, una grande possibilità non avendomi lasciato continuare gli studi… la mia famiglia mi aveva tolto ogni illusione, mandandomi a servizio».
È il suo bambino, la sua «piuma», che le permette di andare avanti, nonostante tutto; è il suo Michele, che Pietro non perde occasione di chiamare «bastardo».
Solo zia Olga e Michele sanno lenire le sue ferite, sanno ridarle quella dignità tante volte con crudeltà calpestata e derisa.
 
E benché un grande dolore continui a segnarla – il rifiuto dell’altro figlio, quello legittimo, Marco, a rispettarla e amarla – Amalia  trova in sé la forza di «ricomporre i cocci della mia vita, per asciugare il danno compiuto sulla mia pelle che, talvolta, bruciava ancora…
E continuo a stupirmi ed entusiasmarmi… Continuo ad aspettare di abbracciare mio figlio, a sperare di guardare, ancora a lungo, il blu del cielo e il verde della primavera, a soffermarmi lungo un fiume… Vorrei pensare che non tutto debba finire, e se tutto finisse, non sarei ancora pronta.»
Con questo romanzo, breve, agile e avvincente, Loretta Zanella dimostra di aver conquistato una matura consapevolezza espositiva, evidente in un linguaggio sempre controllato ed efficace.
 
Luciana Grillo
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