Nasce sul Garda la barca con chiglia volante «Chamber Pot Gold»
I progetti della chiglia volante oceanica partono dal Garda – In corso le trattative per ospitare la base dei tests – Coinvolte varie Università di Australia e Inghilterra
Parte dal Garda il nuovo progetto di barca con chiglia volante.
Così dopo l'arrivo della australiana «Q», diventata «Q Team Lake Garda», i test in regata di Stravaganza di Jo Richards, il Garda si candida ad ospitare questo nuovo progetto.
Dopo gli studi, i test ci sarà anche la prima regata la «Chamber Pot Gold Cup» in programma ad inizio aprile 2014.
Tra immaginazione e realtà (del resto, chi si aspettava la Coppa America con i catamarani volanti?) la vela guarda al futuro senza porsi limiti… Ecco l’ultima pazza idea.
Un Moth gigante per volare anche in oceano. Con foil a prua e a poppa, chiglia su anello ruotante anche fuori dall'acqua, regolata da due algoritmi…
State calmi, ripensate alla vostra ultima uscita con un po' di venticello fresco invernale, l'odore del mare calmo al mattino e la vostra barca da crociera che scivola via, appena spento il motore siete già in un'altra dimensione...
Ripensate, rivivetela e, ogni volta che potete, scappate! Per il futuro, che incombe, e per la vela iper-tecnologica che insegue record e trofei (e chissà mai se e quando darà spunti all'industria e alle barche di tutti i giorni), si prepara di sicuro qualcosa di nuovo.
Immaginate una barca a vela volante (alzata con tutto lo scafo fuori dalle onde) che corre in oceano.
Troppo? Ma non era forse troppo immaginare i catamarani volanti AC72 sfidarsi a colpi di foiling-jibe a 40 nodi per l’America’s Cup?
Eppure è stata la realtà, sotto gli occhi di tutti. La palla di vetro non ce l’ha nessuno, e il futuro si creerà da solo, ma forse un po’ di immaginazione può aiutare.
Questo è quello che devono aver pensato alla SpeedDream. E allora sono arrivate domande e risposte: nel futuro le barche a vela voleranno?
Se sì, saranno in grado di farlo anche attraverso un oceano?
Se sì, in quanto tempo ciò sarà possibile: 5 anni, 10?
E perché aspettare il futuro, e non immaginare invece qualcosa che ci piacerebbe e che potrebbe trasformarsi in realtà molto prima?
Alla SpeedDream (un vero e proprio think-thank di progettisti visionari e neanche troppo, con progetti su carta e non solo, che unisce designer, esperti di marketing e skipper come Cam Lewis) hanno pensato di dare corpo al sogno che c’è nel nome stesso della società, e il risultato è questo progetto preliminare, anticipato da Sailing Anarchy, di un monoscafo volante dotato di foil e kanting keel che ruota fino a uscire fuori dall’acqua (una soluzione vista sul «mostro» australiano che ha fatto la Centomiglia del Garda), pensato per lunghe navigazioni: non un record di velocità in acque chiuse, ma perché no, anche una traversata oceanica!
MOURKINOV, IL GURU CHE VENNE DAL FREDDO
Come far decollare fuori dall’acqua un mostro simile, e soprattutto dare continuità al foiling? Vlad Murnikov (ricordate Fazisi, la sfidsa russa alla vela oceanica al tempo della Perestroika di Gorbaciov? Lui ne fu l'artefice), designer e guru della SpeedDream, prova a spiegarla così.
«Bisogna pensare a un Moth ingrandito, chiamiamolo Ocean Moth. Lo immagino equipaggiato di foil anteriore e posteriore, non laterale.
«I foil davanti e dietro dovrebbero dare alla barca un volo più stabile, che stia sulla stessa onda, evitando le insidiose cadute che ha sperimentato ad esempio l’Hydroptere con le sue ali separate e lontane.
«Il foil serve solo per far alzare lo scafo, mentre alla stabilità provvede la nostra chiglia già sperimentata chiamara Flying Keel, che lavora ottimamente.
«Una volta che la barca è fuori dall’acqua non conta che essa sia un monoscafo o un multi, questa discussione è ormai superata.
«La differenza la fa il posizionamento dei foil e non il numero di scafi.»
«Credo che possiamo fare molto più che far volare una barca – continua Murnikov – Per esempio una chiglia che ruoti oltre i 90 gradi. Possibile?
«La immaginiamo collegata a un anello che gira tutto intorno allo scafo, come un anello che gira intorno al dito.»
«L’abbiamo registrata con il nome Magic Ring Keel. C’è un motore interno che consente all’equipaggio di ruotare l’anello e sistemare la chiglia all’angolo preferito: 90 gradi, 120 gradi, quello che ti serve.