Mezzo secolo di storia del vino trentino: «Cinquant’anni di vitienologia trentina. Le etichette raccontano»
Presentata a Palazzo Roccabruna la pubblicazione realizzata in occasione dell'inaugurazione dell'Enoteca provinciale del Trentino
L'Enoteca provinciale del Trentino,
inaugurata ieri a Palazzo Roccabruna, non si propone solo come
occasione per una scoperta del patrimonio vitivinicolo locale
all'insegna del gusto, ma anche come un momento di crescita
culturale per l'intero territorio. Per questo l'attività della
struttura sarà affiancata nel tempo da una collana di studi ed
approfondimenti dal titolo «I quaderni dell'Enoteca», il cui primo
volume è stato presentato stamattina.
«Cinquant'anni di vitienologia trentina. Le
etichette raccontano» questo il titolo dell'opera che
ripercorre l'ultimo mezzo secolo di storia vitivinicola provinciale
eviden-ziando i momenti più significativi di un cammino orientato
all'alta qualità.
Hanno presentato il volume Mauro Leveghi, vice segretario generale
della C.C.I.A.A. di Trento e Francesco Spagnolli, enologo, già
dirigente della scuola dell'Istituto agrario di San Michele
all'Adige.
Dopo una rapida illustrazione degli aspetti che caratterizzano
l'attività dell'Enoteca (Collezione storica, Cantina storica,
degustazioni e laboratori enogastronomici) e dopo aver ribadito
l'importanza istituzionale della struttura come punto di
riferimento per la conoscenza del patrimonio vitivinicolo locale,
Leveghi ha sottolineato come il Trentino sia stato rispetto ad
altri territori italiani favorito in termini pedoclimatici e
culturali (Istituto agrario di San Michele all'Adige) nella nascita
e nello sviluppo di una viticoltura innovativa e decisamente
improntata alla qualità.
Francesco Spagnoli ha illustrato la filosofia che sta alla base dei
diversi contributi che costituiscono l'opera: un viaggio attraverso
il territorio e i suoi vitigni più rappresentativi sulla traccia
della memoria attraverso le testimonianze di chi in prima persona
ha vissuto quella storia. A questo proposito e con particolare
riferimento alla questione delle denominazioni di origine,
Spagnolli ha ricordato come il Trentino abbia seguito una via
intermedia rispetto a quella tedesca che privilegia in etichetta il
nome del vitigno e quella francese che dichiara prioritariamente il
nome del luogo).
Su questa strada, nata in Italia come forma di autodisciplina dei
produttori sotto la regia delle Camere di Commercio, tenutarie
dell'anagrafe dei vigneti, il Trentino ha poi compiuto passi
importanti che col tempo lo hanno portato ad individuare
particolari sottozone geografiche che per le loro caratteristiche
di particolare vocazionalità, hanno richiesto l'introduzione di
ulteriori specifiche, come «la Doc Superiore».
Attraverso i contributi degli autori del volume (Francesco
Spagnolli, Sandra Tafner, Nereo Pederzolli, Erman Bona, Enzo Merz,
Umberto Benetti, Italo Roncador e Mauro Leveghi) ha commentato
Spagnoli «Ciò che emerge è che solo un'attenta conoscenza del vino,
basata sulla sua storia, sulle sue tradizioni, sulla passione di
chi lo produce, può promuovere un approccio intelligente ed
equilibrato al suo consumo.»