«Integrazione dei migranti, Trento virtuosa»
Precisazioni dopo i risultati dello studio della Fondazione Leone Moressa
Trento si distingue positivamente fra i capoluoghi di Regioni e Province autonome sul piano dell'integrazione dei cittadini di origine immigrata.
Ad affermarlo sono i risultati del costante monitoraggio del fenomeno a cura del Cinformi, ma la positiva inclusione degli stranieri (sull'intero territorio provinciale) è fotografata anche dagli studi divulgati in questo campo dal Cnel, il Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro, che mettono sotto la lente il Trentino in raffronto al resto del Paese.
In seguito all'esito della ricerca realizzata dalla Fondazione Leone Moressa sulla precarietà sociale nelle città italiane (di cui ha dato notizia ieri il “Corriere della Sera”), che pone Trento al terzo posto nella classifica dei comuni con maggiori problemi di integrazione dei migranti, il Cinformi ha interpellato il professor Maurizio Ambrosini dell'Università di Milano, fra i curatori del Rapporto sull'immigrazione in Trentino.
«Credo che la ricerca, di cui non conosciamo i dettagli – afferma il professor Ambrosini, – assemblando dati molto diversi giunga almeno nel caso di Trento a conclusioni fuorvianti: per esempio, l'alto tasso di immigrati occupati con contratti di lavoro stagionali può essere letto come un indicatore di precarietà, mentre in realtà si tratta di occupazione aggiuntiva, da parte di persone che poi rientrano in patria, e qui contribuiscono alla prosperità dell'agricoltura e dell'industria alberghiera. È ovvio che versano un’Irpef molto inferiore a quella degli italiani.
«Se guardiamo poi – aggiunge il professor Ambrosini – ai dati delle sanatorie, scopriamo che Trento ha dovuto prosciugare bacini di occupazione irregolare molto più piccoli di province con dimensioni analoghe. Se guardiamo alla scuola, i tassi di accoglienza di figli di immigrati, i progetti mirati e la qualità complessiva del servizio sono tra i migliori d'Italia.
«È vero infine che i tassi di carcerazione sono alti, ma il carcere di Trento accoglie parecchi detenuti da fuori provincia. La criminalità degli immigrati è relativamente elevata, ma s'inserisce in un quadro di sicurezza del territorio complessivamente soddisfacente: la provincia di Trento resta una delle più sicure d'Italia.»
Sin qui alcune riflessioni del professor Maurizio Ambrosini, curatore, assieme ai sociologi Paolo Boccagni e Serena Piovesan, del Rapporto annuale sull'immigrazione in Trentino del Centro informativo per l'immigrazione.
Allargando lo sguardo all'intero territorio provinciale va peraltro ricordato, prendendo in esame altri studi che analizzano il potenziale di integrazione dei diversi territori, che il Trentino risulta al primo posto nella classifica stilata dal Cnel relativa all’indice di inserimento sociale dei cittadini immigrati.
Tale indice concorre a determinare, assieme all’indice di inserimento occupazionale, la speciale graduatoria generale sul potenziale di integrazione dei territori italiani nel 2011 elaborata dal Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro.
Il rapporto, diffuso nel 2013, conferma peraltro nella sostanza quanto già affermato dal Cnel analizzando i dati 2004: il Trentino è la realtà in cui gli immigrati si possono integrare meglio.
Link per approfondimenti sul Rapporto immigrazione in Trentino.