La scomparsa di Diego Moltrer ha anche fatto felice qualcuno

Un certo Enrico Rizzi, «segretario nazionale presso il Partito Animalista Europeo» si è dichiarato felicissimo della morte di Diego Moltrer perché era un cacciatore

Francamente non credevamo che si potesse arrivare a tanto.
Quando una persona muore, la pietas latina vuole che si ricordino i momenti belli della persona e si lascino da parte eventuali mancanze della persona morte.
Non è un luogo comune, anche se in gergo giornalistico si dice «coccodrillo» l’articolo che parla della vita di una persona scomparsa, proprio con riferimento alle lacrime di coccodrillo.
Non è un luogo comune, dicevamo, perché di fronte alla morte ci si accorge come tutti gli aspetti critici che conoscevamo di una persona, scompaiano con la sua dipartita dalla scena terrena. La nuova dimensione della persona che ha lasciato la vita su questa terra appartiene a un mondo dove non ci sono più apologi o detrattori.
Nel caso di Diego Moltrer, abbiamo ricevuto molti comunicati a suo favore e ne abbiamo pubblicato i più significativi. I suoi oppositori si sono limitati a non inviare comunicati di sorta. Non al nostro giornale almeno.
 
Poi, d’improvviso ci accordiamo che qualcuno si è preso la briga di pubblicare sul suo profilo di Facebook una frase a dir poco irriverente.
L’autore è un certo Enrico Rizzi, che si indica «segretario nazionale presso il Partito Animalista Europeo», il quale scrive:
«Il Presidente del Consiglio Regionale del Trentino Alto Adige è morto questa mattina durante una battuta di caccia. [seguono sette quadrattini].
«Infame – prosegue nel suo post, – adesso sai cosa vuol dire morire… [segue il simbolo della risata] felicissimo.»
Sotto il post seguono i «mi piace» di 178 persone, 124 condivisioni e un certo numero di commenti.
Il link è questo: https://www.facebook.com/#!/enrico.rizzi.16?fref=ts
Lo screen-shot lo vediamo a pié di pagina.
 
In questa sede non vogliamo parlare né a favore né contro la caccia.
Qui vogliamo solo mettere in evidenza, a puro titolo di cronaca, come ci sia qualcuno che ha usato un social network per offendere un defunto solo perché la pensava in modo diverso da lui.