HoPe, i senza dimora in prima linea contro l'emarginazione

Il Comune di Trento promuove il Progetto «Fareassieme» – Scadenza domande il 14 novembre

Il bando, sostenuto con un contributo di 90mila euro, avrà durata triennale da gennaio 2024 a fine 2026 e coinvolgerà gli utenti in prima.
Scadenza domande il 14 novembre.

È stato approvato dalla Giunta il bando che disciplina la realizzazione del progetto «Fareassieme», nato per favorire l'inclusione sociale delle persone in grave stato di marginalità grazie al coinvolgimento attivo degli Homeless Peer, anche detti «HoPe», utenti esperti senza fissa dimora che attraversano o che hanno vissuto la condizione di persona in stato di grave emarginazione.
 
Il progetto, per cui è previsto un contributo totale di 90 mila euro pari al 90 per cento della spesa sostenuta, avrà durata triennale dal 1 gennaio 2024 al 31 dicembre 2026 e interesserà il territorio Val d’Adige con interventi di mediazione al conflitto e comunicazione nei luoghi in cui sono presenti persone ad alta marginalità sociale, oltre a garantire agli HoPe supporto nell'acquisizione di una maggiore consapevolezza di sé e delle proprie potenzialità.
 
Possono partecipare gli enti del terzo settore e i soggetti privati non a scopo di lucro che operano nel territorio Val d'Adige nell'ambito dei servizi socio-assistenziali e che, coerentemente con quanto espresso nel proprio Statuto, perseguono scopi solidaristici e di cooperazione sociale, svolgendo attività per il miglioramento delle condizioni di vita e il contrasto all'emarginazione.
 
La domanda va presentata tramite posta certificata a [email protected] entro le ore 12 di martedì 14 novembre 2023 (oggetto della mail: selezione progetto Fareassieme).
Per il bando completo consultare il link: www.comune.trento.it/Aree-tematiche/Politiche-sociali-e-abitative/Affidamenti-finanziamenti-servizi-socio-assistenziali/Bando-per-progetto-nell-ambito-del-Fareassieme-per-il-coinvolgimento-attivo-degli-Homeless-Peer.
 
La filosofia alla base del progetto «Fareassieme» pone al centro la persona, valorizzando le esperienze degli HoPe che, una volta iniziato il processo di rielaborazione del proprio vissuto, mostrano buone capacità relazionali e mettono a disposizione il loro sapere esperienziale al fianco degli operatori sociali.
Il loro ruolo assume sempre maggiore importanza nella rete di interventi sostenuti dall'Amministrazione per contrastare la grave emarginazione adulta e migliorare così il benessere di ciascuno.
 
Gli HoPe possono esercitare il proprio ruolo in relazione a progetti sociali individuali o di gruppo rivolti alla comunità, diventando protagonisti attivi nella progettazione e nella realizzazione degli interventi.
L’approccio adottato con «Fareassieme» permette infatti di valorizzare l’esperienza di tutti gli attori coinvolti in un lavoro congiunto e alla pari, ispirandosi ai principi della peer education, del welfare generativo che utilizza al meglio le risorse a disposizione, dell'empowerment che stimola le capacità di autorealizzazione e della partecipazione.
 
L'efficacia del metodo si basa sul legame di similarità percepito dalle persone coinvolte.
Sentire di avere qualcosa in comune favorisce infatti la credibilità, l'efficacia della comunicazione e facilita la relazione di fiducia.
Le persone verso cui è indirizzato il servizio trovano maggiore comprensione, ascolto, responsabilità ed energia verso il proprio percorso di vita, mentre gli HoPe registrano un aumento della propria realizzazione personale e l’operatore raggiunge migliori livelli di comprensione ed empatia verso l’utenza, offrendo attività sempre più personalizzate.
 
Per queste ragioni, le sperimentazioni avviate sin dai primi anni duemila sono state riconosciute come buone pratiche e in particolar modo la metodologia del «Fareassieme» è stata più volte presa come riferim
nento per la progettazione di interventi di inclusione e di integrazione sociale.
Dal 2007 è inoltre attivo sul territorio provinciale il «Tavolo per l’inclusione sociale», gruppo di lavoro permanente sulla problematica delle persone senza dimora in condizione di emarginazione.
 
Il Tavolo, coordinato dalla Provincia Autonoma di Trento e composto da soggetti del privato sociale ed enti locali, ha il compito di rilevare le criticità, individuare le aree scoperte e formulare proposte progettuali, valutando i servizi di accoglienza e promuovendo eventuali modelli alternativi.
Anche su impulso del Tavolo, a partire dal 2011 l’Area Inclusione Sociale ha sostenuto e sviluppato attività coordinate che nell’ottica del Fareassieme coinvolgono insieme agli operatori sociali utenti ed ex utenti.