Lavoro in Trentino: Salgono gli occupati, +3mila in un anno

Ianeselli (Cgil): «Positivo il dato sulla ripresa dell'occupazione. Continuare a investire sulle politiche attive del lavoro, valorizzare al meglio gli ammortizzatori sociali»

Nuovo incremento del tasso di disoccupazione in Trentino: tra giugno di quest'anno e lo stesso mese del 2014 l'Istat certifica che le persone rimaste senza lavoro in provincia sono il 7,2% del totale, pari a 18mila disoccupati.
Però al dato negativo sulla disoccupazione fa fronte un dato positivo sull'occupazione: nel secondo trimestre dell'anno le persone con un lavoro sono cresciute di 3mila unità.

Le forze di lavoro superano oggi le 252.000 unità, con un aumento di circa il 2% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, con un incremento significativo delle donne: +5,0%. Lo scrive l'ISTAT nella sua rilevazione trimestrale sulle forze di lavoro in Italia.
In termini assoluti, l'Istat precisa che le persone in cerca di lavoro in Trentino passano dalle 17mila del secondo trimestre 2014 a 18mila dello stesso periodo di quest'anno.
Complessivamente il dato della disoccupazione nella nostra Provincia resta tra i migliori in Italia.
Fanno meglio solo l'Alto Adige dove a giugno i disoccupati scendono al 3,6% e il Veneto con un tasso di persone in cerca di occupazione che si ferma al 6,6%.
Il dato trentino non è ancora in linea, però, con la tendenza registrata nel nordest: qui la disoccupazione è rimasta stabile in un anno al 7,1%. Da segnalare comunque un primo timido segnale positivo: negli ultimi tre mesi la disoccupazione in provincia è calata, passando dallo 8,1% di marzo al 7,2% di giugno.
 
«I dati sulla disoccupazione destano ancora preoccupazione – commenta Franco Ianeselli, segretario della Cgil del Trentino. – È la dimostrazione che il mercato fa ancora fatica ad assorbire tutti coloro che sono rimasti senza occupazione.
«C'è di positivo, però, l'incremento del numero di occupati, un segnale che il mercato del lavoro in provincia è comunque dinamico, e nonostante le difficoltà a trovare una nuova collocazione le persone sono alla ricerca attiva di un lavoro.»
A giugno di quest'anno, infatti, i cittadini con un lavoro in Trentino erano 234mila, 3mila in più rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso e un tasso di occupazione 66%.
Rispetto al trimestre precedente la rivelazione Istat segnala un incremento di 7mila occupati in provincia.
Positivo anche la dinamica del tasso di attività, cioè il numero di persone che lavorano o cercano un'occupazione, che sale dal 70,5% del giugno 2014 al 71,3% del giugno di quest'anno.
 
«Queste cifre testimoniano la validità delle politiche attive del lavoro attuate fino ad oggi, – prosegue Ianeselli. – È indubbio, però, che questa tendenza va ancora sostenuta da politiche industriali e politiche attive del lavoro sempre più efficaci.
«Oggi chi perde il lavoro può contare sul reddito di attivazione e, spero a breve, sul fondo di solidarietà territoriale, due importanti tasselli del welfare locale che rendono migliore il nostro sistema di tutele rispetto al  resto d'Italia.
«È necessario però che la Provincia autonoma di Trento continui ad investire a sostegno della qualificazione e al ricollocamento dei lavoratori.»
 
«Un segnale di fiducia, che dimostra la reattività e la dinamicità del mercato del lavoro trentino, capace di creare nuove opportunità, con un aumento degli occupati ed una diminuzione, di circa 2000 unità rispetto all'ultimo semestre, di coloro che invece cercano lavoro.» – Scrivono in un comunicato congiunto il presidente della Provincia Ugo Rossi ed il vicepresidente Alessandro Olivi.
«In Trentino ci sono più persone che lavorano – spiega Olivi – infatti gli occupati crescono, su base annua, di circa il 2%. Migliorano tutti gli indicatori e frena la disoccupazione, nel senso che, sempre su base annua, aumenta meno rispetto al solito.
«Anzi – chiarisce Olivi – se si confrontano i dati del secondo trimestre 2015 con quelli degli ultimi sei mesi scopriamo che i disoccupati in Trentino scendono da 20.000 a 18.000 unità.
«Inoltre, va sottolineato che, per la maggior parte, i disoccupati non sono lavoratori espulsi, ma persone che cercano lavoro, come giovani o donne, rientrando nel mercato del lavoro dall'inattività.
 
«Ed è proprio su questo punto – aggiunge l’assessore alle attività economiche – che dobbiamo impegnarci, perché la crisi ha creato nuovi bisogni di lavoro in strati della popolazione che non avevano lavorato prima.
«Una parte di questa richiesta è stata assorbita già dal mercato del lavoro, come dimostra l’aumento dell’occupazione, soprattutto fra le donne, ma dobbiamo impegnarci per ridurre ulteriormente questo gap,
«Anche da questi dati – conclude Olivi – risulta che tendenzialmente le imprese trentine sono impegnate nel trattenere la loro forza lavoro e che probabilmente attendono una fase di migliore crescita per dare all'occupazione le risposte che siamo tutti impegnati a fornire.»