Corea del Nord: i tanti soggetti potenzialmente coinvolti in una impossibile guerra termonucleare
Israele in due situazioni aveva evitato la proliferazione nucleare a differenza delle grandi potenze mondiali. - Di M. Soliani
Francamente avevamo ormai archiviato l'eventualità che potesse scoppiare una guerra atomica, perché ormai sanno tutti che non ne uscirebbe un vincitore, mentre i perdenti sarebbero tutti gli esseri umani.
Ma tant'è, sembra che il war-game attiri ancora i bambini cattivi.
Le recenti tensioni internazionali che interessano la Corea del Nord e tutto il mondo potevano essere evitate se solo una simile Nazione si sarebbe collocata in un’area geografica diversa rispetto a quella asiatica.
I vari regimi mediorientali durante gli scorsi decenni avevano, al pari della Nazione coreana, tentato di sviluppare tecnologie nucleari, ma sempre erano state bloccate da iniziative d’elite israeliane.
In due operazioni fu scongiurata la proliferazione di tali armi: l’operazione Babilonia e l’operazione Orchard.
La prima ebbe come obiettivo l’Iraq di Saddam Hussein, era il 1981 e un’operazione aerea aveva risolto ogni possibile rischio di guerra termonucleare.
Le perdite furono di solo 11 uomini.
Stessa cosa riguardò l’operazione Orchard che ebbe invece come obiettivo la Siria dove anche lì si stava avviando un programma nucleare militare.
Quanto fatto da Israele invece non è avvenuto per la Corea del Nord che indisturbata ha continuato a sviluppare questi ordigni.
A riguardo, è utile anche ricordare che lo scenario geopolitico è totalmente diverso: vicino si trova «l’amica» Cina, che difficilmente avrebbe accettato una simile operazione da parte delle potenze occidentali o da parte di paesi schierati con gli USA.
Resta comunque il frutto di un errore di calcolo da parte dei soggetti coinvolti in questi giorni di tensione.
Innanzitutto il grosso errore cinese, il quale ha sottovalutato il vero potenziale di simili armi nelle mani di gente irresponsabile, che potrebbero essere in qualsiasi momento dispiegate anche contro la stessa Pechino.
La Cina poteva, visti la sua vicinanza geografica e il suo ruolo di protettrice, in qualsiasi momento intervenire a supporto dei nordcoreani come del resto aveva anche fatto nella Guerra di Corea.
La Cina dispone di armi nucleari ma il rischio del Doomsday, ovvero del giorno del giudizio causato da un’ecatombe nucleare, era di gran lunga inferiore rispetto a quello attuale.
Errore scusabile è quello russo che è giustificato anche da uno scarso interesse verso quell’area geografica dove padroneggia il Paese del dragone e questo del resto riguarda anche la Corea del Sud che non è nella posizione di attuare politiche simili a quelle perpetuate da Israele.
Restano invece i grossi errori compiuti dai principali «nemici imperialisti» di Pyongyang ovvero Giappone e USA.
Sebbene intimoriti dal colosso Cinese, il solo condannare non ha impedito a questo piccolo paese di dotarsi di armi di distruzione di massa.
Si sono svolte durante lo scorso decennio due grossi conflitti in Medio oriente di cui uno era atto a bloccare l’uso di armi di distruzione di massa e con modalità differenti si poteva fare lo stesso anche nel paese asiatico.
Un esempio è quanto, come sopra riportato, è stato fatto da Israele.
Ci sarà la guerra termonucleare? Difficile da pronosticare anche se da quanto viene riportato dai giornali è possibile.
Il regime nordcoreano ha visto la salita al potere di un giovane ragazzo, troppo giovane e forse anche mal consigliato, per prendere una decisione così gravosa per il destino dell’umanità.