Abdu: «Mai avrei immaginato un Egitto così»
Il commento desolato di un giovane egiziano che studia all’università di Trento
Mai avrei immaginato un Egitto così, mai avrei immaginato la terra della pace e dei profeti arrivare fino a questo punto… Mai avrei immaginato di vedere che si spara contro il popolo e che si vede cadere l’uno dopo l’altro come uccelli cacciati.
E mai avrei immaginato che una persona che ha un cuore possa bruciare gli altri cosi.
Adesso non è la guerra tra fratelli musulmani e polizia o esercito, è una guerra contro tutta l’umanita, contro chiunque con un cuore che batte.
Putroppo adesso una parte degli egiziani è contenta della polizia e dell’esercito che ha mandato via in questo modo la gente dalla piazza.
Il governo egiziano ha dichiarato che è una guerra contro i terroristi in Egitto, ma al terrorismo non si può rispondere con un altro terrorismo… e non si insegna la democrazia con la violenza.
Bruciare le chiese è una politica riconosciuta tra i governi egiziani. In passato i processi hanno dimostrato che l’ex capo della polizia Hbib el Adly, adesso in prigione, ha dato una mano nell’attentato della chiesa di Alessandria nel Gennaio 2011.
Cosi si aumentano le tensioni tra cristiani e musulmani e ovviamente fanno vedere che la polizia sta con i cristiani contro terroristi.
Io personalmente penso che la polizia stia dietro le chiese che si bruciano adesso. È per dire al mondo «Guardate cosa fanno i terroristi, e noi combattiamo contro di loro».
Mi ha stupito l'immagine dei musulmani che pregavano il venerdi scorso davanti alla chiesa e la proteggevano.
Un grande problema dell’Egitto, e penso anche dell’Italia, sono i mezzi di comunicazione che non dicono mai come stanno le cose.
Guardate ad esempio le immagini qui sopra. La TV egiziana nell’immagine di sinistra dice «Fratelli musulmani terroristi con armi sopra le case in Egitto». Invece l’immagine intera a destra fa vedere che davanti a questi due c’è un poliziotto, armato anche lui. Quindi ovvio che gli altri due fanno parte della polizia anche se sono senza divisa.
L'anziana donna della foto sotto il titolo non si sta nascondendo dall’esercito israeliano in Palestina, come siamo abituati a vedere.
Ma è una mamma egiziana che si nasconde, cosi non viene colpita dai suoi figli egiziani
Speranza
Io come giovane egiziano, spero che dopo la notte più buia venga il sole più bello e più luminoso. Stiamo adesso vivendo le notti più buie dell’Egitto. Speriamo che venga al più presto anche il sole.
Ogni volta che vedo un giovane universitario morto, penso che nascono dopo di lui 25 giovani univesitari per costruire l'Egitto.
Io e mia moglie abbiamo anche un bel sogno per l’Egitto nuovo, anche se lei non è egiziana. Abbiamo tanta speranza nelle nuove generazioni.
L’Egitto adesso è ammalato gravemente, ma non morirà. Insegneremo al mondo la pace dopo questa violenza.
Io sogno di costruire un museo per i futuri egiziani, un museo che raccolga tutto: immagini, video e qualsiasi traccia di questa rivoluzione lunga, perché saranno loro a raccogliere i frutti.
Abdu, studente Unitn.