Verso le elezioni del 20/21 settembre 2020 – Di Paolo Farinati

Ultima parte dell’intervista al candidato sindaco di Rovereto, Marco Zenatti, sostenuto dalla Lista Civica di destra

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Proseguiamo la serie di interviste ai candidati sindaco della Città della Quercia, concludendo quella con Marco Zenatti, la cui parte precedente è raggiungibile tramite questo link.

Dottor Zenatti, l'Università, più sogno che realtà finora per Rovereto. Lei crede in una Rovereto Città Universitaria? E come la costruirebbe nei prossimi anni?
«Sì. Credo fermamente che Rovereto possa essere sede universitaria, in collaborazione e non in contrapposizione con Trento e Verona. Noi abbiamo i luoghi, gli spazi e la storia da mettere in gioco. Sta a chi amministra trovare le sinergie credibili per coniugare i reciproci interessi legati naturalmente all’indotto. Ma credo che una città come Rovereto, per la sua conformazione, collocazione geografica e strutturazione, possa attrarre uno sviluppo concreto di un modello universitario particolare, specifico e molto qualificato.
«Sono convinto che uno dei traini fondamentali per la Città sia il mondo universitario, e penso che il suo sviluppo ed ampliamento sia fondamentale, prevedendo di affiancare a quelle attuali (Facoltà di scienze cognitive, CIMEC, CERIN, NEUROSCIENZE, CEBISM,) anche altri corsi, comunque Facoltà che anche numericamente siano di concreto riferimento. I campi del turismo, della cultura e dell’arte, devono essere prioritari nell’individuazione delle Facoltà preferibili.
«Ma non si devono dimenticare nemmeno due campi di indagine:
1 – quello filosofico, vista la possente immagine del nostro illustre concittadino Antonio Rosmini, con la sua preziosissima biblioteca che credo debba essere resa usufruibile sia per gli studiosi che per il pubblico in generale;
2 – quello archeologico, considerati i nostri celebri archeologi: Orsi, Halbherr e Gerola, ma anche, vista la ricchezza data dal sedime delle orme dei dinosauri, si potrebbe pensare, mediante rapporti di interazione e collaborazione con una Facoltà che si occupa anche di archeologia, di ampliare l’area di ricerca di ulteriori orme.»
 
Rovereto quale città della cultura e, quindi, anche potenzialmente città turistica. Cosa ne pensa e cosa propone in merito?
«Come già richiamato, Rovereto è una Città della Cultura a vocazione fortemente turistica, purché ci si creda. La cultura in sé, genera un indotto turistico che va canalizzato, ma oltre a questo crediamo che Rovereto, come porta verso gli altipiani cimbri, il lago di Garda, il lago di Cei e Bordala, il monte Baldo ma anche imbuto nord/sud, possa avere il suo ruolo che deve attuarsi attraverso un piano di marketing puntuale, preciso e mirato che metta in evidenza la proposta turistica roveretana per turisti e residenti.
«Questo con il massimo coinvolgimento delle categorie, ma con un PRG conseguente e dedicato, senza il quale, ogni parola e impegno, sono vani.
«Valorizzando anche il turismo industriale che in molte città è fiorente, con l’effetto di una fidelizzazione dei clienti, ma anche delle aziende al territorio.
«Pensiamo a proporci come capitale cicloamatoriale, ma anche luogo in cui le famiglie possano trovare una base in piena sicurezza e proprio per qualificare tale proposta, passando attraverso il PRG, trovare spazio adeguato anche per un camping stellato, per attrarre quel target, oggi diversamente attratto.
«Una Città potenzialmente turistica, che ha in sé tutte le caratteristiche di uno sviluppo rapido, in collaborazione con i comuni limitrofi.
«Dal Mart alla Casa del mago, dal Museo civico alla biblioteca di Rosmini, dalla musica alla pinacoteca civica, dai Palazzi Storici fino ad arrivare alla Campana dei Caduti e al Sacrario di Castel Dante, per poca lungimiranza, scarsità intellettuale e pressapochismo politico, hanno portato in un trentennio Rovereto ad una fase di stasi.
«Nessuno ha mai concentrato l’attenzione su queste ricchezze, ma piani urbanistici totalmente settoriali, creati a senso unico, basati solamente sullo sviluppo edilizio senza interconnettersi con le altre realtà territoriali, hanno creato delle isole di ostentazione quasi private non comunicanti tra loro, con il risultato di non essere utili né a se stesse né agli altri, oasi non produttive sia economicamente che socialmente.
«La loro gestione nettamente in controtendenza a quello che succede appena fuori dai confini roveretani, è settaristica, mentre il mondo sia scientifico che culturale si orienta verso alleanze coincidenti, mettendo in movimento tutto quello che è statico alleandosi principalmente con il mondo mediatico.
«Non abbiamo solamente i contesti panoramici, abbiamo quelli storici, culturali, della biodiversità e sportivi, ed è essenziale creare dei percorsi guidati e logici, non lasciati alla libera fruizione, ma accompagnati con dovizia di descrizioni storiche, e qui mi soffermo sulla grossa utilità che i nostri istituti scolastici possono avere, coinvolgendo gli studenti, formandoli e soprattutto facendoli sentire importanti e necessari per lo sviluppo della loro città.»
 
Rovereto e Trento, una lunga storia di rapporti non sempre proficui. Che politica si propone di mettere in campo su questo versante?
«Finta la campagna elettorale, Rovereto e Trento, chiunque governi, devono vivere la declinazione di una Provincia Autonoma che trova proprio nelle specificità territoriali, la ragion d’essere. Non contrapposizioni elettorali, dunque, ma confronti seri e mirati allo sviluppo, alla sostenibilità, alla sicurezza e a quella collaborazione auspicabile, in modo orizzontale, con tutte le comunità limitrofe.
«Non ci sono tante parole da spendere, Rovereto deve interfacciarsi con Trento e viceversa, il Trentino non può dimenticarsi di Rovereto e della Vallagarina, deve crederci, investire nelle sue infrastrutture che ormai da anni nelle altre realtà sono state create.
«Non possiamo dimenticarci che Rovereto è la seconda città del Trentino, ed è il biglietto da visita di benvenuto, da Sud, per tutti quelli che decidono di trascorrere le loro vacanze ed il loro tempo libero nella nostra regione.
«Perché per Rovereto non è immaginabile avere un ruolo strategico riferito solo alla Vallagarina. La rinascita roveretana passa attraverso la ripresa del suo protagonismo geopolitico. Rovereto è troppo piccola per emarginarsi nell’autoreferenzialità del presente e troppo grande per non assumere un ruolo da protagonista dentro le strategie territoriali della Vallagarina, ma anche del Basso Trentino, dentro il divenire del quadro dell’Autonomia trentina.
«Rovereto, non da sola, deve rappresentare gli interessi di una vasta area del Basso Trentino punto d’incontro fra gli assi strategici che transitano lungo il Brennero, la Lombardia, il Veneto, il Garda, le Dolomiti. Una città a forte vocazione produttiva con la sua grande area industriale ed un indotto di piccole e medie imprese che rendono questa realtà l’unico e vero distretto del Trentino.»
 
Completamento verso il Trentino dell'Autostrada A31 della Valdastico: qual è il suo pensiero?
«Fermo e preciso. A31, da sempre chiamata PI-RU-BI, è una proposta di fine anni ’60, primi anni ’70. Ora, 50 anni dopo ci sembra decisamente una forzatura, conseguenza di spinte e di interessi diversi da quelli legittimi della Vallagarina. Ecco perché l’intendimento preciso è la contrarietà allo sbocco dell’A 31 a Rovereto Sud e precisamente a Marco. Le ragioni sono ambientali, tecniche e di salvaguardia della preziosa sorgente dello Spino che alimenta il nostro acquedotto.
«Di seguito riporto la delibera del Consiglio comunale di Rovereto, n. 37 del 23 luglio 2019, approvata con un solo voto contrario. Questo atto, composto e approvato anche da me, rappresenta con completezza le motivazioni della posizione esposta.»

Nella premessa si argomentava quanto segue:
L’ipotesi di completamento della Valdastico e di un suo innesto con la A22 a sud di Rovereto è stata presentata dal Presidente della Giunta provinciale ai rappresentanti delle Comunità locali, indicando un tracciato senza, allo stato, adeguati dati, studi e analisi puntuali.
A tal proposito preme qui ricordare che: l’art. 3-quater del TUA, Testo Unico dell’Ambiente, titolato “Principio dello sviluppo sostenibile” prevede che “Ogni attività umana giuridicamente rilevante ai sensi del presente codice deve conformarsi al principio di sviluppo sostenibile, al fine di garantire che il soddisfacimento dei bisogni delle generazioni attuali non possa compromettere la qualità della vita e le possibilità delle generazioni future; l’art. 4 dello stesso TUA prevede che la prioritaria valutazione ambientale delle possibili iniziative fortemente impattanti sui territori ha la finalità di proteggere la salute umana, contribuire con un miglior ambiente alla qualità della vita, provvedere al mantenimento delle specie e conservare la capacità di riproduzione degli ecosistemi in quanto risorse essenziali per la vita".
Tale finalità di salvaguardia assume di giorno in giorno il carattere di urgenza, atteso il cambiamento climatico e dell’intero ecosistema oggi in atto. Le motivazioni che sostengono l’utilità del sopracitato collegamento stradale sono state individuate, anche in questo caso in maniera non soddisfacente, nella crescita e nello sviluppo dei territori coinvolti.
Viceversa Amministratori, tecnici ed esperti concordano sull’esistenza di rischi altissimi e danni irreparabili che potrebbero derivare dalla realizzazione del tracciato indicato. Senza considerare che tale idea di sviluppo del territorio, risulta ormai superata da un nuovo modello di promozione del paesaggio che le Comunità in questi anni hanno voluto darsi. I temi che meritano attenzione sono sostanzialmente due: la sostenibilità ambientale e lo sviluppo del territorio.
Entrambi portano a esprimere contrarietà all’ipotesi individuata dalla Provincia, in quanto ciò porterebbe a mettere in discussione:
a) l’integrità della sorgente dello Spino sul territorio del Comune di Rovereto che garantisce l’approvvigionamento idrico della Città e l’integrità della sorgente “Acque Nere” sul territorio del Comune di Terragnolo, che garantisce l’approvvigionamento idrico di Terragnolo, Folgaria, Luserna e Lavarone;
b) l’integrità di un versante montano assolutamente friabile e franoso che non è certo conciliabile con un intervento invasivo quale quello della realizzazione di un viadotto autostradale;
c) l’integrità di un contesto paesaggistico/ambientale unico nel suo genere, che verrebbe inevitabilmente devastato da un intervento di tale portata;
d) l’integrità di un percorso di sviluppo territoriale che ha trovato negli anni la propria ragione d’essere, in eventi di promozione turistica legati alla bellezza del paesaggio e all’armonia tra uomo e natura;
e) la razionalità del tracciato per tortuosità, lunghezza e dislivello.
 
Il dispositivo della delibera era perciò il seguente:
• di giudicare l’innesto ipotizzato dell’A31 a Rovereto Sud, al di là del progetto di fattibilità previsto per il prossimo settembre, non supportato da uno studio multidisciplinare che ne certifichi la fattibilità nel rigoroso rispetto della tutela ambientale e lo configuri efficace per un concreto sviluppo socio economico della nostra comunità;
• di invitare il Presidente della Giunta autonoma di Trento a desistere dall’ipotesi di tracciato viabilistico individuata e a rivedere le linee guida del programma dello sviluppo provinciale della XVI legislatura sul tema in questione;
• di impegnare il Sindaco e la Giunta comunale a proseguire nell’opera di condivisione di qualsiasi informazione nei confronti del Consiglio Comunale e della città intera riguardante possibili evoluzioni, nonché di condivisione preventiva di ogni decisione, parere e quant’altro riguardanti un eventuale ipotetico progetto, nonché di promuovere la posizione del Consiglio comunale presso tutti i comuni della Vallagarina;
• di impegnare il Sindaco a trasmettere l’ordine del giorno odierno alla Comunità di Valle, al Consiglio Provinciale di Trento e al Ministero dell’Ambiente.

Infine, Le chiediamo il suo slogan elettorale. Un suo breve messaggio agli elettori di Rovereto.
«Sui nostri manifesti compare il messaggio: Competenze e concretezza. Rovereto cambia passo! Due indicazioni semplici e importanti contemporaneamente. È nostra precisa convinzione, infatti, che per governare bene siano indispensabili: amministratori competenti, con provata esperienza, e un programma, condiviso prima delle elezioni, che affronti in maniera chiara i problemi di Rovereto, indicando soluzioni concrete e realizzabili in temi certi.
«Quindi Rovereto deve cambiare passo, non perdere più tempo. Il Sindaco deve essere tale per tutti i roveretani e saper raccogliere le idee migliori, indipendentemente da chi le propone, anzi, sollecitando e favorendo la collaborazione di tutti coloro, singoli e associazioni, che saranno disponibili a lavorare per il bene e lo sviluppo di Rovereto.
«Questo è l’impegno che ci assumiamo pubblicamente e per questo chiediamo l’appoggio di tutti coloro che lo condividono.»

Paolo Farinati – [email protected]