Storie di donne, letteratura di genere/ 221 – Di Luciana Grillo
Margarita Drago, Con la memoria stretta in gola – L’autrice sembra ricomporre la sua identità infranta, ritrovare se stessa, recuperare i suoi ricordi…
Titolo: Con la memoria stretta in gola
Autrice: Margarita Drago
Editore: Associazione Culturale Agape 2018
Genere: biografie
Pagine: 124, Brossura
Prezzo di copertina: € 13
Margarita Drago, argentina, poetessa e narratrice, ha al suo attivo numerose pubblicazioni. Questa è la prima bilingue, ispano-italiana, con testo a fronte.
Come si ricorda nella prefazione, curata da Rosa Maria Grillo, la Storia «è stata fatta e scritta da uomini» e solo dopo venti anni dalla fine delle dittature sudamericane le donne cominciano a parlare e a scrivere; le loro parole diventano testimonianze di anni dolorosi, trascorsi in carceri o in centri clandestini di detenzione.
Quando, come nel caso di Margarita Drago, le testimonianze sono in versi, sembrano «emergere, superando il nodo in gola, quasi a singhiozzi, in maniera necessariamente frammentata, i ricordi e gli oblii…»
In realtà è la stessa Drago a confessare: «Scrivo per guarire, per trasformare la rabbia, la impotenza e il dolore serbato per anni; ma scrivo anche perché mi anima un profondo e onesto desiderio di rendere omaggio alle donne con cui ho condiviso il sogno di costruire una Argentina libera, indipendente, giusta».
Tutto ciò – sentimenti di dolore rabbia nostalgia – emerge chiaramente dalla lettura delle sue poesie, tradotte da Brigidina Gentile «tessitrice di sogni, scrittrice e traduttrice» (e qui vorrei aprire una parentesi sul problema della traduzione: vedi nostro servizio).
Drago, «Equilibrista sul filo del tempo/cammino sopra le sabbie mobili», racconta il vuoto, il passato, l’assenza e scrive: «Desiderò recuperare la memoria ma le rispose/ un silenzio lungo e nero», rivede Casa Nostra che «…si riempì di ragnatele/ da quel fatidico giorno/ in cui uomini armati/ v’irruppero…/ Recisero le radici/ del roseto, della pergola, del limone/ e con essi,/ i sogni di mio padre,/ i miei giochi e i miei canti infantili…».
Margarita Drago sembra però ricomporre la sua identità infranta, ritrovare se stessa, recuperare i suoi ricordi: «E sempre, / sogno e memoria mi hanno restituito/ il tuo sguardo e il tuo sorriso» e infine sembra promettere a sé e ai suoi: «Attraverserò il cuore dell’albero./ Berrò la sua linfa fino a saziarmi./ Riposerò nel suo calice./ Mi alzerò in volo.»… e finalmente libera, troverà pace.
Luciana Grillo – [email protected]
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