Storie di donne, letteratura di genere/ 55 – Di Luciana Grillo

Edith Wharton, L’età dell’innocenza – La prima edizione è stata pubblicata per la prima volta nel 1920, in tempi ormai lontani dai nostri. Eppure...

Titolo: L' età dell'innocenza
Autrice: Wharton Edith
 
Traduttore: Ceni A.
Editore: BUR - Biblioteca Universale Rizzoli 2008
 
Pagine: 323, brossura
Prezzo di copertina: € 9
 
Questo è un romanzo pubblicato per la prima volta nel 1920, in tempi ormai lontani dai nostri. L’indicazione di data e di prezzo sono relativi all’edizione più recente.
Descrive con garbata ironia la società altoborghese, chiusa, retrograda, ipocrita di New York che, considerata la capitale morale del nuovo mondo, in realtà perpetua vecchie consuetudini colorate di perbenismo, nascondendo, per così dire, sotto un tappeto, ciò che tutti sanno ma che nessuno vuole vedere.
La vita di donne e uomini ricchi e viziati è scandita da incontri abitudinari; per gli uomini ci sono qualche volta il lavoro, le serate fra amici in fumoirs riservati e spesso avventure extraconiugali che tutti conoscono e che anche le mogli in qualche modo tollerano.
Per le donne, ricami, chiacchiere, pettegolezzi sussurrati a mezza voce, sguardi di approvazione disapprovazione o rimprovero, abiti che arrivano quasi sempre dalle grandi case di moda parigine e che le signore non indossano subito, ma dopo qualche tempo perché – dicono – chi veste all’ultima moda non è veramente elegante.
 
«Era considerato volgare vestire all’ultima moda…a Boston si usava metter via per due anni i vestiti che si ricevevano da Parigi…una signora fa sempre bene a metter da parte i vestiti francesi almeno per una stagione…
La signora Archer, vedova da molto tempo, ad esempio, viveva con i due figli nella Ventottesima Strada.
Uno dei piani superiori era riservato a Newland e le due donne si erano ritirate in un appartamento più piccolo, al piano di sotto.
In un’armonia totale di gusti e di interessi, coltivavano felci in cassettine di vetro, facevano del pizzo macramé e ricami in lana sulla biancheria, raccoglievano maioliche smaltate originali, erano abbonate a “Good Words” e leggevano i romanzi della Ouida per amore dell’atmosfera italiana…Parlavano severamente d Dickens che “non aveva mai descritto un gentiluomo»…
 
Sono le donne le protagoniste vincenti di questo romanzo, la tenera e ingenua May che sposa l’uomo dei suoi sogni, pur sospettando che egli abbia altri interessi sentimentali, e la contessa Ellen Olenska, giovane bella e ardita che si separa dal marito e, dopo vicende poco note e molto discusse, torna a New York e viene accolta con qualche perplessità non solo dalla buona società, ma anche dai suoi parenti. 
«New York era stata unanime nel suo verdetto: la contessa Olenska non era più bella come una volta
 
Newland Archer, precipitoso fidanzato ufficiale di May, schiacciato dalla madre tradizionalista e petulante, incuriosito dalla bella Ellen, tormentato dal dubbio (che è quasi una certezza) che la sua futura moglie diventerà come la sua futura suocera, non ha il coraggio di affrontare chiacchiere e scandali.
E dunque, se da un lato vorrebbe mandare tutto all’aria per vivere con Ellen, dall’altro teme le conseguenze di una iniziativa ribelle.
Così sposa May ed Ellen torna da sola in Europa.
La prima costruisce una famiglia tranquilla, ha tre figli che educa secondo la migliore tradizione, un marito passivamente presente, un retroterra familiare che la sostiene e la apprezza.
La seconda rifiuta le offerte, pur convenienti, dell’ex marito; ad una vita di coppia non soddisfacente, in qualche modo «recuperata», preferisce l’indipendenza e la libertà da ogni vecchio schema.
Il buon Newland, che si è adagiato in una pacifica e forse noiosa routine, rimasto vedovo avrebbe l’occasione di ritrovare Ellen, ma anche questa volta non ha coraggio…e rimane solo per il resto dei suoi anni.
 
L’autrice probabilmente si riconosce in Ellen, anche lei vittima coraggiosa di un amore impossibile.
Vissuta tra il 1862 e il 1937, prima a New York e a Boston, poi in Europa, ha saputo raccontare nei suoi romanzi storie di donne e uomini del suo tempo, condizionati dalla mentalità e dagli obblighi imposti da una società strutturata rigidamente, che impone comportamenti e decisioni, a prescindere dai sentimenti e dalla personalità di chi in questo meccanismo perverso viene imprigionato.
Sebbene datato, questo è un romanzo che fa riflettere sia su una società assai diversa dalla nostra, sia sulle scelte che tutti noi ci troviamo ad affrontare, che richiedono tenacia ed equilibrio e che presuppongono sempre il rispetto di se stessi e degli altri.
 
Luciana Grillo
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