Fillea: edilizia trentina, situazione ancora drammatica

Zabbeni: «Non si ferma l'emorragia di posti di lavoro e il calo di commesse e la rigidità dell'Inps provinciale rendono la situazione ancora più complessa»

L'edilizia trentina è ancora in una situazione di profonda crisi.
E non si ferma l'emorragia di posti di lavoro: da fine 2007 ad oggi il comparto ha perso quasi la metà degli addetti e le ore lavorate sono passate da 20 milioni a meno di 10 milioni.
Per questa ragione il segretario generale di Fillea del Trentino, Maurizio Zabbeni, condivide in toto le preoccupazioni espresse sulla stampa dalla presidente del Consorzio Estrattivo trentino, Flavia Angeli.
«Il suo è un vero e proprio grido di allarme - dice Zabbeni. - Le costruzioni trentine sono ancora in piena recessione e il settore è abbandonato a se stesso.»
 
Nel resto d'Italia si registra qualche segnale di ripresa, niente di tutto ciò in Trentino, nonostante le misure messe in campo sotto forma di incentivi per ristrutturazioni per far ripartire gli investimenti tra i privati e con appalti pubblici ancora ai minimi termini.
Di fatto il mercato è quasi fermo e le conseguenze sono pesanti sul piano dell'occupazione.
«Ad aggravare ulteriormente una situazione già drammatica c'è la rigidità con cui l'Inps provinciale interpreta le norme introdotte dal Job act, che nei fatti non dà alle aziende altra alternativa ai licenziamenti. Pur non condividendo queste decisioni, che pesano sui lavoratori e sulle loro famiglie, non possiamo non constatare che il poco lavoro e le regole assurde per la concessione della cassa integrazione portano a questo dramma sociale.»