«NEVE»... Scenderà al Portland di Trento il 15 febbraio

Spettacolo finalista Premio In-Box 2018 di Siena – Selezione Premio «L'Italia dei Visionari», Kilowatt Festival 2018 di Sansepolcro (AR)

Nell'insensata tragicità della guerra, un uomo, poi dato per disperso, fa la sua scelta fra la vita e la morte.
Basta dolore cattivo. Ci vuole un dolore buono.
«Abbi cura del tuo dolore. Sennò si trasmette. La morte, vera o presunta che sia, non può togliere vita.»

 Presentazione spettacolo 
21 gennaio 1943. Ritirata di Russia. Neve. Tanta.
Nell'insensata tragicità della guerra, un uomo, poi dato per disperso, fa la sua scelta fra la vita e la morte. Ma la sua scelta segnerà il destino di molti.
Quest'uomo in qualche maniera ritorna a farsi «vivo», come un fantasma portato dal vento del tempo.
Ma quella scelta primigenia fra vita e morte travolge prima una moglie, poi una figlia, poi un nipote. E il nipote, oggi, esige risposte. Perché ha ereditato un dolore che nessuno ha saputo trattare.
E allora il nipote non ci sta. Basta dolore cattivo. Ci vuole un dolore buono. Per ritualizzare il passaggio ma, soprattutto, il commiato amorevole.
 
Ecco quindi che il nonno parla.
Un monologo/dialogo che spoglia la guerra della sua storicità, per farne invece un paradigma della condizione umana, fragile e illusoria.
Ma anche una voce alta, che tutti noi, in qualche modo nipoti, non vogliamo dimenticare. Perché la morte, vera o presunta che sia, non può togliere vita.
Per questo si alza questa voce. Una voce che grida l'attaccamento alla vita, istintivo, viscerale e che ci invita a gioire, ad amare e a inseguire il nostro essere di felicità.
Per scioglierla la neve. Tutta.

 NEVE 
Di e con Giovanni Betto
Regia Mirko Artuso
Costruzione scene e progetto luci Pierpaolo Pilla
Video di scena Raffaella Rivi
Foto di Raffaella Vismara.