Cristina Moggio, «Pittrice Ecologista» – Di Daniela Larentis
Prende il via la seconda mostra estiva del Centro d’Arte La Fonte dedicata all’artista – Curata da Waimer Perinelli sarà inaugurata il 2 agosto a Caldonazzo
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È Cristina Moggio la protagonista della seconda mostra estiva del Centro d'Arte La Fonte di Caldonazzo, curata dallo stimato giornalista e critico d’arte Waimer Perinelli.
L'artista espone nella Casa della Cultura di viale Stazione 6, dal 2 all'11 agosto 2019 nel seguente orario di apertura: tutti i giorni dalle 16 alle 19.
Ed è proprio il curatore a parlare di Cristina Moggio, sottolineando quanto le sue opere abbiano la straordinaria capacità di recuperare la memoria, ognuna racconta una piccola storia.
«Nata a Borgo Valsugana, e diplomata all'Istituto d'Arte Vittoria di Trento, Cristina Moggio è una artista in fuga dal Trentino dove ha trascorso la maggior parte della sua vita trovando però prevalentemente successo nel resto del nord Italia e in Francia.
«È a Nizza il 7 luglio del 1995 e di lei scrive Charles Jourdanet. Née dans le Trentin... Nata in Trentino, questa giovane donna... è una pittrice naturale, una ecologiste picturale dove per natura si deve intendere sia l'inclinazione che la scelta dei soggetti.
«Una pittrice – scrive Vera Slepoj – che trova nel paesaggio il prolungamento spontaneo dei suoi cromatismi e delle sue forme».
«Cristina Moggio unisce il colore della pittura a quelli degli oggetti, stoffe, bottoni, fermagli, candele, sabbie, sassolini, legni dismessi, cose in disuso, frammenti del passato che ritornano a nuova vita con significati spesso diversi.»
«Il suo è un viaggio nel tempo remoto e prossimo dal quale nasce il presente, il quotidiano.»
«Renzo Francescotti che fu fra i primi e forse l'unico trentino a rivelarne il talento scrive che Cristina è approdata all'arte utilizzando i legni Trouvé, antiche assi marcite, lacerti di civiltà contadina amorosamente raccolti, restaurati, salvati dalla consunzione, medicati nelle loro ferite.
«A Riccardo Schweizer che fu suo maestro Cristina deve sicuramente l'intensità e la varietà delle scelte cromatiche e degli accostamenti.»
L’arte di Cristina Moggio è un’arte del recupero, non solo della memoria (lei infatti utilizza nella realizzazione delle sue opere vari elementi riconducibili alla tradizione, stoffe, legni trouvés e quant’altro); riutilizzare elementi di varia natura, materiali riciclati che poi lei ridipinge e trasforma, può rinviare anche a un concetto bene espresso da uno studioso molto noto nell’ambito dell’antropologia economica, Serge Latouche.
Egli nelle sue numerose pubblicazioni sottolinea spesso la necessità di ridimensionare il nostro stile di vita e ritornare a una sobrietà che può essere sintetizzata in cinque parole: ridurre, riutilizzare, riparare, riciclare, rallentare.
Stiamo infatti vivendo inconsapevolmente la sesta estinzione della specie di cui l’uomo è il diretto responsabile. La causa è presto individuata: lo stile di vita fondato su una crescita illimitata.
Cristina Moggio, attraverso i suoi lavori artistici dalle vivaci cromie, sembra voler trasmettere un’idea di felicità che ha molto a che vedere con il dare giusto valore alle cose.
La sua è un’arte della trasformazione, un’arte che richiama il concetto di natura: quel recuperare elementi naturali, come vecchi tronchi e materiali vegetali, assume un senso, è un mettersi in relazione con l’ambiente naturale dove si attinge per restituire. Per questo Cristina Moggio è stata definita una pittrice ecologista. Le sue opere sembrano custodire un significato segreto, sono vibranti, vive.
Daniela Larentis – [email protected]