Stavolta Schwazer non si scusa: «Non ho nulla di cui scusarmi»
Comunque stiano le cose, i tempi della notizia sono Indubbiamente sospetti: perché attendere la vigilia delle Olimpiadi?
Dopo lo scoop di stamattina della Gazzetta dello Sport, che è riuscita avere la notizia prima di tutti della presunta positività antidoping di Alex Schwazer, l’atleta altoatesino ha indetto una conferenza stampa per spiegare, insieme al suo avvocato, la sua posizione.
Stavolta Schwazer ha reagito con durezza alla notizia, affermando da una parte che stavolta non ha proprio niente da scusarsi e anticipando dall’altra che presenterà querela contro ignoti affinché vengano verificate eventuali responsabilità penali.
Va precisato che l’introduzione di un nuovo tipo di analisi avrebbe fatto emergere che nelle urine dell’atleta fossero presenti «precursori del testosterone sintetico estranei all’organismo».
Ma allora ci si domanda per quale motivo siano passati cinque mesi prima che la notizia divenisse pubblica. Anzi, per essere precisi, per quale motivo un test negativo a gennaio può diventare positivo cinque mesi dopo.
Per quale ragione si è voluto attendere la vigilia delle Olimpiadi per far scivolare la notizia in una redazione sportiva?
Secondo Schwazer, si è voluto fare in modo che un ricorso non potesse giungere a sentenza prima delle Olimpiadi.
Il suo allenatore Sandro Donati, da anni impegnato nella lotta al doping, ha affermato di voler stare vicino al suo atleta fino in fondo perché si è sempre dimostrato disponibile ai controlli in ogni momento.
Staremo a vedere quali spiegazioni verranno date alla sospetta consecutio temporum.