Il MART promuove l’arte trentina all’estero – Di Daniela Larentis

Dal 13 aprile, la mostra Astrazione oggettiva sarà riallestita a Londra, presso la prestigiosa Estorick Collection of Modern Italian Art di Londra

Estorick Collection of  Modern Italian Art di Londra.
 
Dal prossimo 13 aprile la mostra Astrazione oggettiva, curata da Giovanna Nicoletti, dopo il grande successo ottenuto a Trento sarà riallestita a Londra, presso la prestigiosa Estorick Collection of Modern Italian Art (sarà visitabile fino al 26 giugno 2016).
Astrazione oggettiva fu il maggior movimento artistico trentino del secondo Novecento, fondato da Mauro Cappelletti, Diego Mazzonelli, Gianni Pellegrini, Aldo Schmid, Luigi Senesi e Giuseppe Wenter Marini.
Circa quarant’anni dopo, il Mart nella sua sede di Trento, la Galleria Civica, ha organizzato un’importante e doverosa mostra che, nell’inverno 2015, ha avuto un significativo riscontro di pubblico e critica.
 

Cappelletti, Mazzonelli e Schmid alla mostra personale di Cappelletti.
 
Attraverso l’esposizione di un centinaio di opere, la mostra ha voluto sottolineare come i sei artisti, seppur accomunati dalla stessa ricerca cromatica, seppero raggiungere, ognuno con la propria visione, un’autonoma e indipendente produzione artistica: il Manifesto infatti non fu mai inteso come confine categorico o limite espressivo, ma fu assunto a linea guida generale e condivisa.
Come aveva a suo tempo spiegato la curatrice della mostra inaugurata in Via Belenzani, nel cuore della città di Trento, «comune denominatore dei sei artisti è la relazione tra colore e luce, vissuta come nuova condizione dello spirito umano separato dal resto della natura. Aldo Schmid lavorava sul colore dal punto di vista scientifico. Luigi Senesi sviluppava un modello cromatico progressivo e graduale.
Diego Mazzonelli indagava le campiture nere cromo assorbenti. Giuseppe Wenter Marini dilatava lo spazio con trasparenze di colore. Mauro Cappelletti disegnava linee direzionali nella definizione delle campiture e Gianni Pellegrini lavorava sul segno come elemento quasi calligrafico capace di una energia pulsante».
 

Gianni Pellegrini - Senza titolo, 1976 - stampa serigrafica su carta, cm 69,5 x 100 - Eredi Schmid.
 
Nell’esaustivo catalogo che ha accompagnato l’evento (intitolato «Astrazione Oggettiva - Oltre la teoria, il colore - Schmid, Senesi, Cappelletti, Mazzonelli, Pellegrini, Wenter Marini», a cura di Giovanna Nicoletti), la storica dell’arte Elena Pontiggia, nel suo intervento critico spiega così.
«È una pittura, quella del gruppo trentino, che affonda le radici nelle avanguardie dall’astrattismo al Bauhaus, ma anche nelle geometrie del MAC, il movimento concretista, nelle ricerche ottico-percettive degli anni Sessanta o in certo minimalismo del decennio successivo.
«Trova poi qualche parallelo con i protagonisti della pittura analitica, con cui condivide amicizie e patrocini critici, anche se le affinità di percorso sono più apparenti che reali e sono soprattutto affinità di ascendenze […].
«Le didascalie dei quadri e le intenzioni stesse degli artisti fanno appello alla scienza, adottano formule chimiche e ottiche, ma l’opera li tradisce felicemente e la loro scientificità si rivela, alla fine, stranamente vicina alla poesia. Il loro non è un percorso sentimentale ma mentale, eppure la meta non è la ragione ma qualcosa che la trascende; non è l’evidenza della dimostrazione sperimentale ma l’interrogativo sul mistero.»
 

Aldo Schmid - V/BV/Gi n.2, 1975 - acrilico plastico su tela, cm 140 x 140 - Collezione B.T.B.
 
Aggiunge poi: «È, allora, la poeticità che si incontra nei quadri di Senesi insieme a Schmid, il più anziano e, per molti aspetti, il padre del gruppo. Con le sue vele solari che si stagliano nello spazio, coi suoi toni metamorfici e cangianti che catturano una sconosciuta sorgente di luce, Schmid crea un colore che diventa una forma di stupore.
«È, ancora, il lirismo graduale di Luigi Senesi, che dipinge scale musicali e laiche scale di Giacobbe, tessiture lievi e vulnerabili, fratture spaziali in cui è la luce stessa a compiere il gesto-taglio di Fontana. Ma una dimensione lirica si individua anche nella pittura degli artisti più giovani del gruppo. La si scorge nella raffinatezza di Giuseppe Wenter Marini, con i suoi spazi ipotetici in cui si impiglia qualche segno nomade.
«La si scorge, ancora, nelle monocromie inquiete di Gianni Pellegrini, nel suo mondo soffuso in cui le linee sono come le scie delle navi di cui parla Sbarbaro: segnano quell’impercettibile differenza, quella poca cosa che ciò che fu/ da quello che non fu divide.
«La si scorge, non diversamente, nelle geometrie vaganti di Diego Mazzonelli: nelle sue scacchiere, nei suoi dittici, nelle sue superfici-colore che ci appaiono come soglie luminose di uno spazio inaccessibile, di un oltre inesplorato. La si scorge, infine, nelle fluorescenze rabdomantiche di Mauro Cappelletti, nei suoi colori sapientemente introversi dove il chiarore non dilaga, ma si nasconde sotto la superficie della tela. La luce, allora, non è una visione ma una rivelazione: trapela a tratti, nei margini e nelle intersezioni, nei perimetri e nei profili, come il presentimento di un altrove che solo la pittura riesce a intercettare.»
 

Luigi Senesi - Trasparenza O/S RVG BA, 1976 - Idropittura acrilica, cm 100 x 138 - Mart, P. A.T.
 
La mostra realizzata alla galleria Civica ha ottenuto un enorme successo, sia dal punto di vista dei visitatori che dal punto di vista della critica e dell’attenzione dei media, tanto da far pensare ad una possibile tappa estera di questo progetto, che permettesse per la prima volta di far conoscere questo fondamentale momento artistico anche al di fuori dei confini nazionali.
La prestigiosa sede dell’Estorick Collection di Londra, è un interessante museo situato nella caratteristica cornice di Canonbury Square, ospitato in una villa Georgiana del XVIII secolo. La collezione permanente raccoglie alcune tra le più interessanti e note opere d’arte create da artisti italiani durante la prima metà del XX secolo ed è l’unico museo in tutto il Regno Unito dedicato all’Arte Moderna Italiana.
 
La proposta fatta alla Estorick Collection ha subito suscitato grande interesse nella direttrice, Roberta Cremoncini, che ha deciso di aprire le porte di questa prestigiosa istituzione per ospitare una significativa selezione di opere che rappresenteranno al meglio il movimento trentino.
Un’esposizione importante che rappresenta un’occasione da non perdere anche per coloro che per motivi di svago o per lavoro dovessero trovarsi a Londra nel periodo fra aprile e giugno prossimo.
 
Daniela Larentis – [email protected]