Bruno Dorigatti non dimentica i morti di Marcinelle
Vi morirono centinaia di minatori, molti dei quali italiani. Era l'8 agosto 1956 e da allora si celebra la «Giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo»
Quasi sessant’anni fa, l’8 agosto del 1956, la tragedia della miniera carbonifera del Bois du Cazier a Marcinelle in Belgio, falciava la vita di centinaia di lavoratori, in prevalenza italiani, dentro un grave incidente che poteva essere evitato se le logiche del profitto non avessero prevalso su ogni ragione di rispetto della vita.
Nei giorni scorsi abbiamo ricordato in Trentino altri drammi dell’incuria e della corsa ai ricavi come Stava; alcune settimane or sono, il disastro di Mattmark in Svizzera e, purtroppo, nelle ultime ore si è celebrato, a Rovereto, il suffragio di un operaio.
Sembra un elenco infinito, a testimonianza di quanto le ragioni fredde dell’economia e dei mercati vengano a prevalere su ogni altro aspetto della complessità e della qualità della vita umana; a riprova che, nonostante questi ed altri orrori, la tendenza a sottovalutare i temi della sicurezza sul posto di lavoro appare più forte di qualunque altra considerazione.
Ma così si coltiva solo una cultura di barbarie e di inciviltà che è, a sua volta, terreno dove prolifera un nuovo e terribile modo di pensare l’uomo, inteso solo come una macchina rapidamente sostituibile a basso costo.
E’ di fronte a tali fenomeni che, nella «Giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo» che cade appunto l’8 agosto, ritengo che le Istituzioni debbano farsi promotrici di una riflessione, non limitata al mero evento, ma aperta invece al confronto con tutti gli attori del mercato del lavoro e dell’economia provinciale, proprio per sviluppare insieme nuove concezioni e nuove modalità di costruzione di una più salda e concreta cultura della sicurezza sul lavoro.
Bruno Dorigatti
Presidente del Consiglio Provinciale