Legge provinciale sulle Pari Opportunità/ 2 – Di Minella Chilà
Il Protocollo tra Commissariato del Governo e Provincia Autonoma per contrastare il fenomeno della violenza di genere

Ne avevamo parlato quando il protocollo era stato firmato (vedi servizio), ma ci pare doveroso riportarlo, magari con maggiori dettagli, anche all’interno di questo ciclo di argomenti da noi affrontati per dare corpo alla legge provinciale sulle pari Opportunità.
Ma cominciamo dall’inizio, anzi dalla premessa.
In Italia una donna su tre subisce violenza fisica o psicologica almeno una volta nella vita e anche il Trentino non è affatto immune da tale fenomeno, anzi.
Se i 200 posti letto messi a disposizione dai Servizi Provinciali per accogliere le vittime di violenza sono sempre occupati, ci si deve porre una serie di interrogativi.
Questo dato impone una riflessione approfondita e non può certo passare inosservato.
Comprendere il fenomeno, definirne la portata non è facile, perché i reati che si celano dietro le violenze spesso non vengono denunciati e si consumano tra le mura domestiche, senza che nessuno possa intervenire.
Di solito le vittime proteggono il loro persecutore per paura di subire ulteriori ritorsioni, perché intimorite o per evitare di affrontare le inevitabili conseguenze sulla propria vita e su quella dei figli, specie se dall'altra parte ci sono soggetti violenti ed irragionevoli.
A volte serve un coraggio da leoni per denunciare abusi e violenze, ma è necessario ribadire che è l'unica strada da percorrere per salvarsi da una vita mortificante e senza futuro, specie quando ci sono di mezzo figli, le uniche vittime incolpevoli in queste storie maledette.
La legge Provinciale 18 giugno 2012, N.13, concernente la «Promozione della parità di trattamento e della cultura delle pari opportunità tra uomini e donne» agendo su più piani e in più dimensioni ossia a livello organizzativo, lavorativo, culturale, politico, amministrativo, mira a creare tutte le condizioni possibili affinché il fenomeno della violenza di genere possa essere adeguatamente contrastato.
Infatti, la promozione di una politica di diffusione della cultura di genere e di sostegno al cambiamento culturale attraverso la rimozione di ostacoli alla partecipazione completa di tutte le persone alla vita sociale, contribuisce fortemente a tale obiettivo.
È necessario supportare chi decide di denunciare, di raccontare la propria storia, chi sceglie di uscire dal tunnel della solitudine e della vergogna rivolgendosi agli organi di polizia e ai servizi sociali.
La legge sulle pari opportunità ha quindi previsto i seguenti Organismi che concorreranno ad accrescere il rapporto di fiducia nelle Istituzioni:
Commissione pari opportunità (art. 13 e 14)
È l’organo consultivo del Consiglio provinciale e della Giunta provinciale, con funzioni rinforzate, oltre a quelle attuali:
Monitora la situazione delle pari opportunità in Trentino.
Monitora le nomine e le designazioni di competenza del Consiglio provinciale.
Promuove coordinamento tra i soggetti pubblici e privati che si occupano di pari opportunità.
Formula proposte normative.
Indica le misure interdittive nel caso di violazioni nella comunicazione.
Propone la metodologia per la redazione del bilancio di genere alla Giunta.
Consigliera di Parità (art. 16)
Svolge attività per il rispetto del principio di non discriminazione e promozione di pari opportunità di genere nel lavoro.
Con questa norma la Provincia potenzia l’autonomia della Consigliera rispetto alle definizioni statali.
Comitati Unici di Garanzia (art. 17)
Previsti per la Provincia, gli enti locali e i propri enti pubblici strumentali sostituiscono gli attuali comitati per le pari opportunità, istituiti su base contrattuale.
Assumono anche le funzioni dei comitati sul fenomeno del mobbing.
Anche il protocollo d'Intesa, sottoscritto il 24 luglio 2012 dal Commissario del Governo Francesco Squarcina e dall’Assessore Provinciale alla Solidarietà Internazionale ed alla Convivenza dott.ssa Lia Giovanazzi Beltrami, si pone in tale direzione e rappresenta un importante strumento per «attaccare» in maniera incisiva una problematica che si fonda su equilibri delicati e meccanismi difficili da scardinare.
Attraverso un sistema condiviso di raccolta dei dati tra Forze dell'Ordine sarà possibile monitorare e conoscere l'entità del fenomeno in Trentino, con l'obiettivo di poter elaborare strategie ed interventi di prevenzione e di contrasto della problematica.
Il documento, siglato presso il Commissariato del Governo per la Provincia di Trento, è il frutto del lavoro congiunto ed appassionato di varie componenti politiche, sociali e istituzionali. Le finalità sono quelle di monitorare il fenomeno della violenza di genere in provincia di Trento, e di promuovere iniziative di sensibilizzazione e conoscenza tra gli operatori di polizia.
Il Gruppo di lavoro
Per il raggiungimento di tali obiettivi è stato costituito un gruppo di lavoro coordinato dall’Assessorato alla solidarietà internazionale e alla convivenza al quale partecipano:
1. un referente dell’Osservatorio provinciale sulla violenza di genere;
2. un referente del Commissariato del Governo;
3. un referente della Polizia di Stato (dott.ssa Anna Maria Maggio);
4. un referente dell’Arma dei Carabinieri (Ten. Col. Paolo Puntel).
Azioni
Le principali azioni poste in essere dal gruppo di lavoro per raggiungere tali finalità sono le seguenti:
1 individuazione di una metodologia condivisa nell’attività di raccolta dei dati relativi alle denunce;
2 raccolta periodica dei dati in forma anonima relativi alle denunce;
3 collaborazione e monitoraggio costante delle attività tra i soggetti firmatari.
Il protocollo d’intesa ha una durata sino al 31 dicembre 2014 e verrà attuato in ambito provinciale.
Il Commissario del Governo dott. Squarcina ha dichiarato che si ritiene molto soddisfatto per l’attività posta in essere dal gruppo di lavoro, evidenziando l’importanza che tali iniziative di collaborazione con la Provincia Autonoma assumono in questo territorio, per contrastare il fenomeno.
Anche l’Assessore Provinciale dott.ssa Lia Giovanazzi Beltrami ha espresso vivo apprezzamento per l'importante risultato, sottolineando che tale patto di collaborazione costituirà un utile strumento per far emergere il sommerso di tale fenomeno, presente anche in questa provincia.
Un importante momento di divulgazione condivisa cadrà il 25 novembre prossimo, data in cui verrà celebrata la «Giornata internazionale contro la violenza sulle donne», che si commemorerà anche a Trento con la presentazione dei dati condivisi dal Tavolo tecnico ed analizzati dal dott. Cristiano Vezzoni, ricercatore dell’Università di Trento, incaricato dalla Provincia Autonoma di Trento di seguire questo progetto.
Minella Chilà
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